MXGP, IL TRIONFO DELL’IRRESPONSABILITA’

testo e foto MARCO FERRERO

 

In un momento di emergenza sanitaria non solo nazionale, ma possiamo dire quasi planetaria, nella quale tutte le nazioni, più o meno apertamente e con modalità più o meno restrittive, stanno attuando misure per cercare di contenere il diffondersi del coronavirus, non ultime quelle da parte di alcuni stati di chiudere i propri confini, quella di far correre la gara del campionato MX a Valkeswaard in Olanda si configura come, per non dire altro, il trionfo dell’irresponsabilità.

Presumibilmente l’organizzazione della serie, con una leggerezza ed una superficialità a dir poco disarmanti, non ha realizzato (o più probabilmente se ne è fregato) cosa possa voler dire raccogliere sul tracciato olandese migliaia di persone provenienti da tutta Europa (alcuni dei quali sono nostri connazionali partiti per seguire a vario titolo l’evento).

 

 

Il punto che forse a qualcuno non è evidente è che poi, ovviamente, tutta queste gente dovrà tornare a casa propria al termine dell’evento, con conseguenze, qualora tra loro qualcuno possa essere stato contagiato, facilmente immaginabili in termini di ulteriore propagazione del virus, che non aveva certo bisogno di ulteriore impulso per diffondersi.

In un momento in cui si parla di eventi a porte chiuse o vietati qualora l’accesso di pubblico superi determinate entità, e non se ne parla solo da ieri, sarebbe stato opportuno, quando non necessario, valutare il rinvio dell’evento ad altra data (non parliamo di annullamento, per carità, gli interessi economici sono prevalenti!), tant’è che la gara di Arco di Trento è già stata rinviata a luglio e quella di Maggiora subirà probabilmente la stessa sorte.

 

 

La prossima gara sarebbe in Argentina, che al momento sembra non aver evidenziato criticità sanitarie ma di cui non è nota la reale situazione; in questo tipo di contesto sarebbe da verificare attentamente la situazione, qualora fosse tutto in ordine prevenire assolutamente la possibilità di portare lì il contagio, mentre in caso contrario proteggere gli addetti ai lavori. Vedremo come gli organizzatori si comporteranno.

Il punto chiave della questione, forse non è chiaro a tutti, è che maggiori sono i momenti di aggregazione e maggiore è la probabilità che il virus si diffonda, a maggior ragione in contesti a partecipazione internazionale, con buona pace di quanto si sta facendo per tentare di contenere il contagio; non sono un medico e non voglio addentrarmi in questioni mediche, ma a beneficio di coloro che sostengono che si tratta di una normale influenza vorrei porre come dato di fatto che per una normale influenza durante gli altri anni non si è bloccata una intera nazione per settimane.


Certamente anche la “Comunità Europea” in questo non è esente da pecche e critiche; una decisione in merito a come gestire gli eventi sportivi, specie quelli che possono raccogliere pubblico da tutta Europa, dovrebbe essere univoca, o quanto meno dovrebbero essere date delle linee guida comuni da seguire, evitando che se da una parte si vadano ad “infilare le mosche” dall’altra valga tutto ed il contrario di tutto.

Certamente si è persa un’ottima occasione per dare un segnale di responsabilità e che lo sport, nel suo piccolo, sa essere un esempio di comportamento; chi organizza il campionato mondiale MX non ha certamente eccelso per buon senso e non può essere considerato un esempio di accortezza; c’è solo da sperare, ma statisticamente sembra più una pia illusione, che la gara di Valkenswaard rimanga circoscritta ad un fatto sportivo.

(foto di archivio)

Condividi su: