MotoGP a Misano si riscaldano i motori in vista del GP di San Marino

di Marco Ferrero testo e foto
Giovedì 29 e venerdì 30 la splendida cornice dell’Autodromo Internazionale di Misano Adriatico, intitolato al compianto Marco Simoncelli, è stata teatro di una due giorni di test ufficiali della MotoGP, prove quanto mai importanti in vista del prossimo Gran Premio valido per il Campionato del Mondo che avrà luogo tra due settimane sullo stesso tracciato. Occasione ghiotta per i team, che non si sono di certo lasciati scappare l’occasione per testare senza troppi clamori qualche novità o qualche miglioramento (per la cronaca, l’accesso alla pit lane era interdetto a media e non addetti ai lavori), e per i piloti, che hanno sfruttato il tempo a disposizione percorrendo decine di giri ad ognuna delle quattro sessioni nel tentativo di mettere a punto con i team il miglior set up possibile e per affinare la loro conoscenza del tracciato. I punti “strategici” del tracciato, dal tornante della Quercia alla curva del Carro, piuttosto che il curvone del Tramonto, sono stati oggetto di accurate ricognizioni da parte di alcuni piloti, in particolare quelli più “giovani” che meno hanno conoscenza dei meandri del tracciato romagnolo, e durante le prove alcuni uomini dei team monitoravano i passaggi e le traiettorie dei loro piloti.
Il tutto a riprova di come questa sessione di prove sia stata presa sul serio da parte di tutte le squadre e di come l’evento sia tenuto seriamente in considerazione, anche se la classifica indica come, pur se matematicamente i giochi on possono ancora considerarsi chiusi, il titolo 2019 rimarrà saldamente sulle spalle dello spagnolo Marc Marquez; lo spagnolo da parte sua non si è certo risparmiato, incorrendo in una scivolata, peraltro incruenta e senza conseguenza alcuna, al tornante del Carro nel corso delle prime tornate del giovedì mattina Non solo, ma queste due giornate di prove hanno consentito agli appassionati, accorsi comunque numerosi considerato si trattasse di giornate lavorative infrasettimanali ed in un periodo nel quale nel nostro Paese buona parte dei connazionali sono ancora in vacanza, di ammirare i propri beniamini avendo a disposizione la bellezza di due intere giornate, un’occasione che non capita di certo tutti i giorni.

Grande fervore altresì per l’allestimento a bordo pista delle tribune e delle strutture che tra due settimane ospiteranno tifosi provenienti da tutta Europa per il Gran Premio e, perché no, opportunità anche per i fotografi che hanno potuto immortalare in qualche scatto alcuni dei momenti più significativi di queste due giornate di prove.

Passando ai rilievi cronometrici, posto il riferimento del record di Lorenzo delle prove ufficiali dello scorso anno in 1’31”629, il giovedì, che ha visto in pista le moto in versione 2020 ha visto in grande evidenza il francese Fabio Quartararo, sempre consistente e ormai da considerarsi qualcosa in più di un astro nascente, che dopo il miglior tempo del mattino ha segnato un best time di 1’32”996, davanti a Morbidelli, Marquez, Vinales e Rossi, che nell’ultimo giro ha realizzato la sua miglior prestazione.
La seconda giornata ha visto come prevedibile, i tempi abbassarsi ancora; nella sessione antimeridiana il più veloce è stato l’australiano Jack Miller su Ducati con il crono di 1’32”405 davanti a Bagnaia e Quartararo, con i “top rider” che, più che cercare la prestazione assoluta, è sembrato essersi un po’ “nascosti” lavorando più sul passo gara. Fuochi d’artificio nella sessione finale del pomeriggio, iniziata dai piloti con un’ora di ritardo in attesa che umidità e caldo scemassero, che ha registrato tempi di assoluto rilievo, con il miglior crono di questa due giorni di test ufficiali di 1’31”639 stampato da Fabio Quartararo, unico a scendere sotto il 1’32”, davanti a Petrucci (a mezzo secondo), Morbidelli, Rossi (anche caduto nel tentativo di migliorare la sua prestazione) e Vinales. Tra quindici giorni vedremo chi, da questi due giorni di test ufficiali, avrà saputo capitalizzare meglio le indicazioni raccolte in queste prove, sempre ammesso e non concesso che il meteo non voglia essere la variabile determinante del Gran Premio.
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