Addio a Bruno Brida, giornalista e gentiluomo

di Paolo Ciccarone
Se ne è andato in silenzio e discrezione, con quella classe che lo ha sempre distinto nei rapporti umani e professionali. Ad appena 68 anni ci ha lasciati Bruno Brida, un amico innanzitutto, un professionista della comunicazione. Un appassionato di motori e auto. Chi ha frequentato la sala stampa a Monza, o gli uffici di Peugeot Italia agli albori dei vari trofei, lo ha sempre trovato disponibile, sereno, gentile, con una visione chiara del mondo che lo circondava. Il male che lo ha portato via era stato tenuto nascosto, riservato, come suo solito. Era una cosa sua, non voleva si sapesse. E infatti tutti lo pensavamo ancora all’opera con le sue creature stampa, dedicate a quel motorismo fatto di appassionati, lontani dai riflettori della F.1. E infatti aveva sempre dato spazio a quella parte di protagonisti che si sorbivano lunghe tirate in auto fino a Le Mans o Spa, per vedere un prototipo in azione, una corsa cosiddetta minore. Col mensile Paddock, edito a Torino, ha dato voce a chi la voce, in pista, non riusciva ad averla. Fagocitato da eventi maggiori, spazi ridotti e altro ancora. Era un signore nell’animo, nello stile e nell’approccio. Un vero appassionato, professionalmente una spanna superiore a tanti che millantano. Ma era umile, stava in un angolo, lontano dalle luci dei riflettori. Uno che mancherà ai tantissimi che con lui scoprivano il piacere della chiacchierata libera da secondi fini, una pulizia d’animo senza uguali. Caro Bruno, avremmo voluto condividere molte più chiacchiere, pareri, opinioni su team, piloti, quella Monza che amavi e che non ti ha ricambiato come avresti meritato. Possiamo solo unirci al dolore dei figli Luca e Marco e alla moglie Umberta, vera colonna della sala stampa a Monza prima delle varie rivoluzioni. Dire che ci mancherà un grande è forse poco, ma è solo la verità. Ciao Bruno.
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