F.1 GP MONACO E’ tutto un gioco di equilibrio fra lucidità e follia

TESTO E FOTO DI GIUSEPPE MAGNI

Frenata. Cambiate. Curva. Cordolo. Salto. Accelerazione. Sbandata. Controsterzo. Gas. Così sarebbe come se suonassero uno strumento per volta. Invece è tutto una frenataCAMBIATAcurvaCORDOLOsaltACCELERAZIONEsbandataCONTROSTERZOgas, armoniosa, meravigliosa, una musica univoca di venti orchestre, tutte scatenate in pista da Maestri inarrivabili, come se fossero nati con la cloche in mano. “Ah, ma adesso è tutto facile, rispetto a decenni fa…”

A volte non sempre fila tutto liscio

Lo sento dire spesso, lo sento come se fosse un dogma, un assunto assoluto. Sarà. Intanto bisogna venire qua, saltar dentro questi bolidi da 6 metri di lunghezza e 1000 cavalli e girare in 1 minuto e undici secondi e poco più. Più semplicemente, bisognerebbe solo avere la possibilità di venire qua a vederli, sul posto, sulla curva, sulla frenata, sul controsterzo, sulla sbandata. Tutto da vicino, da molto più vicino rispetto a qualsiasi altro teatro di questo campionato. Oggi è venerdì e i prezzi sono davvero abbordabili per tutti.

Nella prima sessione hanno iniziato tutti guardinghi, per verificare l’asfalto, le temperature, le gomme, l’umore ciascuno della propria monoposto. A Santa Devota, nei primi passaggi, frenate leggermente anticipate per avere la macchina più dritta in accelerazione in uscita dalla curva, per prendere bene le misure e stare il più lontano possibile dai guai, rappresentati da una robusta struttura ad assorbimento d’urto che giace, apparentemente innocua, all’ombra della Chiesetta più famosa del mondo.

Poi, mano a mano che si inanellavano i giri, frenate sempre più lunghe ed aggressive, saltello impercettibile sul cordolo e contestuale accelerata inforcando la salita del BeauRivage, con il posteriore che tendeva a partire e le mani dei Maestri che correggevano in controsterzo, con il pneumatico posteriore sinistro a qualche millimetro dalla suddetta, falsamente innocua, barriera. Alla fine il più bravo nella prima sessione è stato Carlos Sainz, con la sua Rossa, sicuramente il più bravo nel crescendo, il più progressivo nello spingere, ogni giro un paio di millimetri più in là.

Ma anche gli altri non sono stati certamente da meno, in questa palestra inarrivabile di equilibrismo e istinto, di incoscienza e nervi d’acciaio, di sfida apparentemente anacronistica, ma tanto, tanto affascinante quanto irresistibile da seguire a bordo pista. Tanto bella che, nessuno l’ha vista distintamente, ma ad un certo punto è parso che perfino Santa Devota si sia affacciata dalla porta della sua Chiesetta per ammirare le evoluzioni di questi Maestri del brivido.

Di sicuro ha protetto Kevin Magnussen, l’unico nella prima sessione ad andare a renderle omaggio da vicino, nella sua piazzetta, consentendogli di non toccare la famigerata barriera e riprendere così tranquillamente la via della pista senza troppo affanno.

Peccato che, pochissimo dopo, mentre Santa Devota, soddisfatta, rientrava nella sua dimora, Alex Albon, pensando che ci fosse ancora la Santa a proteggere tutti, andava a scodare troppo, toccando proprio la barriera all’esterno della prima curva di uno dei circuiti più famosi al mondo, ponendo fine con circa 3 minuti di anticipo, alla prima sessione.

Un bel crescendo, ricco di speranze e di promesse per più d’uno, per la Ferrari, per la Mercedes, per l’Aston Martin, con la Red Bull, apparentemente sorniona, lì in attesa, a far finta di saltellare troppo, ma chissà… Avvincente, coinvolgente, esaltante. Ed è solo la prima ora. Con un sole vestito d’estate che è venuto a baciare uno dei più grandi spettacoli del mondo. Pronti per la seconda sessione? Dai, su, saltate in macchina! Monte-Carlo non è poi in capo al mondo!

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