F.1 GP FRANCIA Quelle code infinite di una gran premio mal gestito

DI PAOLO CICCARONE FOTO GIUSEPPE MAGNI

Ragioni per andare nel Sud della Francia, mare e vacanze a parte, non è che ce ne fossero molte se non che il GP di Francia rappresenta la gara numero 500 in presenza. Non è che cambi molto rispetto a 400 o 600 ma la cifra è occasione per fare un bilancio della propria carriera e affrontare la cosa con spirito sportivo, perché altrimenti ci sarebbe da piangere.

Dopo un viaggio privo di code e colonne varie, la prima sorpresa al casello dell’autostrada a Ventimiglia. La macchinetta rifiuta la viacard perché non valida. Inseriamo un’altra carta, rifiutata pure questa, la seconda, rifiutata, ancora viacard, rifiutata e via così. Ci viene in soccorso il collega col quale dividiamo il viaggio ma anche le sue carte vengono rifiutate perché non valide. Chiamiamo il soccorso radio, ma dopo una bella vocina registrata che dice di aver inoltrato la chiamata, dopo una lunga attesa, barra abbassata, coda in aumento alle spalle, niente di niente.

Ore in colonna per una viabilità pensata male e gestita peggio

Dopo aver premuto e protestato con veemenza, esce un biglietto che minaccia sanzioni perché non abbiamo pagato, veniamo fotografati davanti e dietro prima che la sbarra si alzi e passiamo sperando in un futuro migliore mentre alle nostre spalle il malcapitato di turno ripete la trafila che abbiamo sperimentato sulla nostra pelle. Ergo, autostrada dei fiori, almeno una sistemata ai lettori dei caselli, visto che le strade sono quelle che sono, potreste anche darla senza creare problemi agli utenti. Arriviamo comunque in orario in hotel, un posticino sperduto fra le colline dove un bel cane lupo, Rex, ci viene incontro abbaiando e la signora in canottiera piena di buchi e sporca di vernice ci informa di non preoccuparsi, non morde molto…

E si scusa per l’abbigliamento perché sta verniciando delle cose. Più che una stanza, un bilocale moderno e ben curato, con piscina esterna e parco tematico. Una cosa strana, nascosta da muri e vegetazione nel nulla assoluto, ma a 40 km dal circuito un po’ prima di Tolone. A 185 euro a notte. Vabbè, abbiamo fatto di peggio. Come andare al centro accrediti e qui cominciamo a capire che i funzionari dediti alla gestione del traffico, devono aver fatto tutti un corso all’UCAS, ovvero un ufficio complicazioni affari semplici.

Per ritirare un pass, infatti, si è dovuto riprendere l’autostrada, attraversare Tolone, uscire dalle parti di Marsiglia, riprendere la stradina, beccarsi il blocco della gendarme inflessibile che per 500 metri di strada decide di chiudere al traffico e ci manda nella campagna senza riferimenti vari. Per percorrere quei 25 km teorici, ne abbiamo fatti 72. Non parliamo poi dell’uscita la sera. Anche qui senso unico obbligatorio in direzione opposta a dove dovremmo andare, strade intasate e gendarmi che complicano la vita agli automobilisti.

In Austria con un traffico maggiore e strade più piccole, sono riusciti a gestire molto meglio la cosa. All’andata, per evitare di imboccare da La Ciotat la strada obbligatoria per chi ha il pass F.1 e non dover attraversare Tolone, andare quasi a Marsiglia e poi tornare indietro, abbiamo provato a raggiungere Signes dalla strada montana. Fino a lì tutto tranquillo. A 5 km dal centro, i primi problemi, con traffico bloccato, parcheggio in un prato, autobus a disposizione del pubblico e via vai continuo. Almeno sembra una buona idea, fino a quando si arriva a 400 metri dall’ingresso della pista e…niente.

E’ diventato senso unico in uscita (al mattino, quando tutti devono entrare!) e ci rispediscono indietro per stradine varie, fino a imboccare una via in cui il solito gendarme solerte, emule dell’ispettore Clouseau della Sureté (del film la Pantera Rosa per intederci) ci manda in doppia fila in un parcheggio per il pubblico senza uscita! Proviamo a invertire la marcia, affrontiamo contromano la doppia fila con mezza macchina sul marciapiede e 4 frecce accese. Il gendarme si infuria, rispondiamo a tono, chiediamo dove è la strada per l’ingresso principale, non lo sa non ha idea e non sa dove mandarci.

Andiamo a naso, giriamo a sinistra su una ennesima stradina chiusa al traffico e a senso unico e facciamo altri 18 km prima di entrare in circuito. Per percorrere i 38 km teorici da hotel a pista, 1 ora 45 minuti e 18 secondi e il contachilometri che ne segna 87… Non male, ma temiamo che domenica per la gara riusciranno a fare di peggio…Intanto ristoranti tutti pieni, al mare (Bandol o Sait Cyr) impossibile trovare un posto in orario decente. Alla fine seguendo le indicazioni di Google, ecco il ristorante con cucina italiana sulla RN8. Era un baracchino con porchetta da asporto… Vabbè, è il numero 500, qualcosa doveva capitare per rendere indimenticabile questa edizione del GP di Francia…

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