F.1 GP EMILIA ROMAGNA Una gara da vedere sul posto per celebrare Imola

DI GIUSEPPE MAGNI

Ieri si è disputato il Gran Premio dell’Emilia Romagna di Formula 1. Un evento troppo importante e unico per tentare di stare fermi o solo cercare di dormire le notti precedenti. In queste occasioni, dirci di stare a casa sarebbe stato come imporre a Gilles Villeneuve di rispettare il track limit. Le corse in automobile sono soprattutto passione, calore, ansia di superamento, sfida, per chi le disputa. Passione e calore che accomuna i protagonisti in pista con chi ha voglia di esserci, di stare lì con loro, a bordo pista, a respirare i loro afflati, ad essere vicini per vedere quelle mani che si muovono, quelle braccia che resistono, sentire quelle anime che cantano, ogni cambiata, ogni curva, ogni controsterzo, ogni giro della pista.

VIETATO ENTRARE IN PISTA, MA…

Non si poteva andare. Lo sapevamo. La situazione sanitaria non lo consentiva. Avevamo capito. Avremmo voluto solo essere lì, nelle vicinanze, in sicurezza, senza creare assembramenti, per udire la musica sublime dei motori, di quelle anime che cantano…
Ci saremmo accontentati. Non avevamo alcuna intenzione di creare turbative o situazioni di pericolo. Partivamo con la gioia e la trasparenza del cuore di chi, dentro di esso, ha solo amore.
Credo che qualcuno, da qualche parte, lo sapesse. Abbia visto le nostre lacrime, quando il decreto del presidente ha imposto le porte chiuse. Avevamo accettato, volevamo obbedire, come quando si presenta la nuova Ferrari e noi non siamo invitati, ma siamo lì, fuori, a sentirne i primi vagiti e le emozioni dei papà e delle mamme che l’hanno creata. Ma qualcuno ha voluto regalarci di più.

QUANDO TUTTO FA IN MODO DA FARTI ANDARE IN PISTA

Deve aver visto dentro al nostro cuore. E ci ha voluti lì, a bordo pista, dove siamo sempre stati, da tutta una vita. Perché il nostro posto era ed è lì. E da nessun’altra parte. Non ci volevamo credere. Marco mi aveva chiamato poche ore prima: “C’è una possibilità, assolutamente legale…”

Ci siamo lasciati trasportare dagli eventi, dalla corrente, improvvisamente diventata per noi favorevole. Ed eccoci lì, a bordo pista, con Marco, Alessandro ed Antonio, il nostro incommensurabile ospite, un angelo del cielo…
Sabato mattina prove libere. Variante Villeneuve. Mi è sempre apparsa una curva inutile e assurda: c’era già la chicane del Tamburello a rallentare I bolidi troppo veloci e troppo vicini al muro, a quel muro… Ma sabato mattina la Variante Villeneuve mi sembrava la curva più bella del mondo: nemmeno all’Eau Rouge mi sembrava di essere mai stato così felice, così commosso…

VERSTAPPEN, UNO SPETTACOLO DA APPLAUDIRE

Abbiamo vissuto un sogno, un sogno ad occhi aperti, grande forse come solo quello di quel campione olandese, che ieri, durante tutto il Gran Premio dell’Emilia Romagna, ha dato spettacolo vero, intrufolandosi imperiosamente tra le due astronavi stellate, dominatrici della scena, provandoci con tutto sé stesso a resistere e ad affondare il colpo grosso. L’abbiamo sentita, l’abbiamo sentita sì la sua anima cantare alta, sopra il Santerno, quando ha affondato la staccata alla Tosa, a ruote fumanti, per tentare di superare Valtteri Bottas.

HAMILTON UN CAMPIONE INCOMPRESO. IN ITALIA…

Una prestazione sublime, di quelle da campioni di una volta, di quei temerari che non avevano paura di niente e di nessuno. Una prestazione pari a quella di quell’altro campione, quello inglese, blasonatissimo quanto poco celebrato, soprattutto in Italia, da un popolo che non lo sta capendo, non se lo sta davvero godendo, non lo sta apprezzando come invece, ampiamente, meriterebbe. Lui qua, ad un certo punto, ha deciso lui di non cambiare assolutamente le gomme, quando squadra e logica sostenevano il contrario. Ma le corse in automobile non sono sempre fatte di logica e di buon senso. Sarebbe stato come dire a Gilles Villeneuve di rispettare il track limit. O a quegli appassionati di rimanere a casa, buoni, buoni, a guardare la tv…

Così il campione inglese ha tirato dritto, sciorinando una cantata per palati fini, una serie infinita di giri velocissimi, a gomme usurate, nei quali, alla Variante Villeneuve, aveva una delicatezza ed una raffinatezza di guida che perfino il monumento lì davanti, dedicato al campione canadese, sempre irruento e attaccato, sembrava quasi offendersi, di fronte a tale e tanta finissima arte…

VERSTAPPEN FUORI ALLA VILLENEUVE, QUASI UN SEGNO

Infatti, di lì a poco, la temerarietà leggendaria del piccolo campione canadese ha preteso il suo tributo, mandando in testacoda per un problema ad un pneumatico, quell’altro, il sognatore olandese, quello che più aveva, durante la gara, interpretato lo spirito di Gilles, di crederci sempre, di non mollare mai, un po’ come noi, che fortemente avevamo voluto essere lì.

Ci è spiaciuto, ci è spiaciuto davvero assistere dal vivo all’epilogo sfortunato della corsa del leone d’Olanda. Quante volte abbiamo provato lo stesso sentimento, quando vedevamo Gilles scendere dai rottami della sua Rossa, dopo le sue incredibili, generosissime, quanto sfortunate esibizioni? Tante volte, tante, nel ricordo e nel cuore della gente, non rimane tanto chi vince, ma chi regala emozioni forti, generosità da vendere, sciorinando abilità di guida sovrumane, ben al di sopra delle potenzialità del mezzo a disposizione.

POCA GENTE IN PISTA TANTI APPLAUSI PER I PILOTI

Ieri la gente era poca, pochissima, a bordo pista, ma le emozioni e gli applausi sono stati quelli, uguali nell’intensità, dei duecentomila delle colline della passione, quelle di Imola sì, per il loro beniamino, allora il canadese, oggi l’olandese, che è sceso dalla sua macchina nello stesso punto in cui scese, allo stesso modo, Gilles, quella volta là. Quell’olandese che ora sta passando a casco basso, dall’altro lato della pista, proprio davanti al monumento del mito. Mito che oggi, ai nostri occhi, è stato lui, proprio lui. Manca solo, forse, un po’ di rosso, ma va bene così. Gli applausi e le emozioni sono state le stesse, le medesime, ora come allora. Dall’arancione al rosso il passo è breve: ce lo insegnano certi tramonti, certe albe… Chissà… Cosa, un giorno, ci riserverà la vita…

GIUSEPPE MAGNI

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