F.1 FERRARI Va in pensione Claudio Bersini, “il meccanico di Schumacher”

TESTO E FOTO GIUSEPPE MAGNI

Claudio Bersini non è solamente un meccanico da corsa, ma rappresenta una pietra miliare nella storia agonistica della F.1, prima con la Scuderia Italia e poi con la Scuderia Ferrari, dove ha fatto parte integrante dello squadrone che faceva tremare il mondo agli inizi degli anni 2000. Claudio ha concluso la sua carriera in pista proprio a Imola e Sebastian Vettel lo ha pure ringraziato pubblicamente. Come facciamo noi oggi.

NEL TEAM CAMPIONE CON SCHUMACHER

Chi avesse occasione di andarsi nostalgicamente a rivedere le commoventi immagini di quel periodo d’oro, avrebbe sicuramente modo di trovare Claudio Bersini in innumerevoli festanti occasioni sotto al podio, abbracciato al suo pilota, al nostro pilota di sempre, Michael Schumacher. In tributo a chi lavora dietro le quinte, come i ragazzi del box, vale come ringraziamento per la loro opera oscura. Oggi parliamo di Claudio, ma il riferimento è a tutti coloro che giorno e notte, lontano dalle famiglie, con una grande passione nel cuore, operano dietro le quinte.


Claudio Bersini lo abbiamo conosciuto ad una cena di gala della Scuderia Ferrari Club di Caprino Bergamasco. Eravamo negli anni subito precedenti a quelli dei trionfi, ma già si percepiva nel suo sguardo e in quello degli altri Angeli Rossi presenti, che quella sarebbe stata davvero la volta buona. Claudio credeva già ciecamente nelle foto e nelle possibilità del fuoriclasse tedesco, si percepiva, ci diceva della assoluta fiducia che lui e tutti a Maranello avevano già riposto nel Kaiser.

IL SEGRETO DI ALLORA? UN TEAM UNITO

Ci siamo trovati di fronte ad una squadra, una squadra vera, coesa dall’entusiasmo per un campione che ci esaltava, loro, e anche noi tifosi, tutte le volte che scendeva in pista. Era il preludio, il crescendo rossiniano di una forza prorompente, di uno squadrone fatto di uomini veri, di duri e puri, come Claudio, che stava facendo le prove generali per poi vincere davvero tutto, per cinque anni filati, senza interrompere una fame di vittorie che era atavica, risalente a ben più di due decenni prima, non più sopportabile né procrastinabile soddisfarla.


Da quella festa di quella sera ne é nata una simpatia spontanea, una complicità agevolata da una passione che era ed è straordinariamente comune, il tutto facilitato da una semplicità e da una umiltà che ha sempre contraddistinto Claudio e quei ragazzi, che avrebbero pure avuto il diritto di tirarsela un po’.
Invece niente: in qualsiasi occasione non è mai mancato il sorridente saluto, una battuta, nella maggior parte dei casi, senza neppure smettere di lavorare. Claudio Bersini mi ha sempre colpito per questo: ti stava salutando, sorridendoti, eppure continuava imperterrito il suo lavoro, con la competenza e la precisione di sempre.
Una volta venne, come ospite d’onore, ad una festa organizzata dal gruppo di quei ragazzi che portavano sulle piste d’Europa il grande Cuore Ferrari.

PARLA POCO, LO FA LAVORANDO IN SILENZIO

Fu una serata speciale, dove lo abbiamo festeggiato come meritava, anche se lui, non di troppe parole, come tutti quelli che preferiscono lasciar parlare i fatti, fece solo un breve intervento, anche se molto intenso ed emozionante.
Ricordo l’incredibile emozione di vederlo da vicinissimo ai box, mentre lui e gli invincibili eseguirono dei pit stop semplicemente perfetti, durante i Ferrari Days a Monza nel 2001. Arrivò Michael Schumacher sulla piazzola e l’orchestra rossa fu fulminea quanto armoniosa, con Claudio Bersini e il suo cavalletto anteriore che sembrava il maestro di quei fantastici artisti in tuta rossa.


Adesso il nostro Claudio ci saluta, va a godersi la meritatissima pensione. Un personaggio del genere potrebbe scrivere un libro, ma che dico un libro, credo una enciclopedia, su come si lavora in una squadra da corsa, su come e cosa si deve fare per vincere, ininterrottamente, nella massima categoria automobilistica mondiale, un altro libro sulla storia vissuta della più grande e famosa Scuderia da corsa del mondo.

Schivo come lo conosco, non credo lo farà, ma di certo rimarrà la sua carriera, la sua meravigliosa storia di tecnico rosso, fiero alfiere e scudiero di uno dei più grandi campioni di tutti i tempi. Non avremo mai parole giuste per ringraziare un Uomo così. Abbiamo però la fortuna di avere vissuto e ricordare la sua storia, la sua vita in rosso e la maniera esemplare in cui lui, Claudio Bersini, l’ha quotidianamente, magistralmente interpretata. Abbiamo il suo esempio, da seguire e da indicare alle nuove generazioni.

È solo così, facendo e lavorando come lui, che potremo sperare di tornare ad essere vincenti. Nello sport e nella vita.
Grazie di tutto cuore, Claudio! E non pensare che ti dimenticheremo! Torna a trovarci, ogni tanto. Il tuo saluto e il tuo sorriso ci farà certo solo bene!
GIUSEPPE MAGNI

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