F.1 Comincia l’era di Stefano Domenicali, manager e gentiluomo a capo del circus iridato

DI PAOLO CICCARONE PER AVVENIRE

Il 5 gennaio comincia ufficialmente l’era di Stefano Domenicali come AD di Liberty Media, ovvero diventa il “padrone” della F.1. Un impegno difficile in un periodo difficile e unico nella storia della massima categoria. Cosa ha fatto Domenicali in F.1 lo sanno tutti, legato a un periodo unico e inimitabile dei successi Ferrari, ma anche in sella a Lamborghini i risultati sono stati di rilievo, forse unici per quantità e qualità. Ma poco conoscono la sua storia e le sue origini, fatte di passione e amore per le corse, ben prima che diventasse lo Stefano Domenicali conosciuto oggi. Ecco un po’ di storia e di battute rilasciate ai vari organi di stampa nel corso degli ultimi tempi.

I pantaloni corti non si usavano più da tempo, ma l’età era quella. Uno Stefano Domenicali ancora “cinno”, ovvero ragazzino come dicono in quelle lande fra l’Emilia e la Romagna, non perdeva occasione per andare in autodromo a Imola, scavalcare le reti e appostarsi alla curva della Tosa per vedere le auto in corsa. Le corse come passione, come molla per una vita fatta di competizione e agonismo.

 I podi con la Ferrari fra i ricordi più belli

Ma nel segno del rispetto reciproco. Dal 5 gennaio Stefano Domenicali sarà il nuovo “padrone” della F.1, in quanto AD di Liberty Media, la società che qualche anno fa ha comprato il pacchetto F.1 e che in questo 2021 affronterà una sfida pesante dopo la crisi del 2020 causa Covid19 che è costata 1,4 miliardi di investimenti per salvare il circo F.1.

Da quei giorni in calzoni corti metaforici ad oggi, di acqua sotto ai ponti ne è passata tanta. Nel 1991 l’arrivo alla Ferrari ma con un palmares di rilievo in ambito sportivo, come direttore di gara all’autodromo del Mugello, uno dei più giovani nella storia italiana. Poi i titoli mondiali con Schumacher e con una squadra di assoluto rilievo, come Montezemolo presidente Jean Todt responsabile della GES e Ross Brawn direttore tecnico. Montezemolo a parte, Todt è l’attuale presidente della FIA, la federazione internazionale, e Brawn il responsabile tecnico di Liberty Media. Ovvero si riforma una squadra che ha dato tanto e ha avuto successo.

I RICORDI DI IMOLA, DA RAGAZZO DIETRO LE RETI

Dice oggi Domenicali, che il prossimo 11 maggio compie 56 anni, di quei tempi a Imola: ““Sono nato qui, da piccolo andavo a vedere le gare alla Tosa. Una volta – ha ricordato – era la prima vera curva, arrivava dopo 22 secondi di full gas dopo il Tamburello. All’arrivo dei piloti alla Tosa c’era un muro di gente in festa, fa parte della mia giovinezza. Sono davvero contento che la F1 sia tornata ad Imola dopo tanto tempo” e da quelle parti sperano che la gara possa entrare fissa in calendario come è stato fino al 2006.

Dice Rossella Amadesi, “mamma” dei Leoni della Cea, il servizio antincendio delle gare in Italia: “Mi ricordo bene di Stefano. Ragazzo per bene, sempre educato, mosso da una grande passione. Veniva in autodromo da noi, faceva il fattorino, il facchino, portava il pasto ai commissari nei vari punti del circuito. Aveva una grande passione. Sono contenta che sia lui il capo della F.1″.

Al timone di Lamborghini una serie di successi di vendite e assunzioni

Il futuro si chiama Londra, dove ha trasferito la famiglia, la moglie Silvia e i due figli, e forse il problema maggiore sarà di tipo culinario. Uno che arriva da quelle zone non può certo adattarsi ai menù britannici: “Un bel filettino pulito pulito, semplice semplice basta e avanza” dice spesso.

QUALE FUTURO PER LA F.1 E I SUOI MOTORI?

Ma il futuro è cosa succederà della F.1? Le regole sui motori, costosi, impediscono nuovi ingressi di Case auto, eppure la strada sembra già tracciata da tempo: “Nella logica delle diversità, il futuro della F1 è l’ibrido. Perché investire solo nell’elettrificazione è sbagliato. Dobbiamo diversificare, tenendo d’occhio i costi. Non si può aspettare che i costruttori affrontino gli investimenti in motori, oggi“. E quindi? “La Formula 1 diventerà affascinante per i grandi costruttori. Non posso dire di più. La F1 può essere una piattaforma per riaffermare la diversità, anche per coloro che hanno investito così tanto nell’elettrico. La F1 ha la possibilità di sviluppare altre tecnologie con l’attenzione alla sostenibilità”.

UNA F.1 MANGIASOLDI, MA DOVE TROVARLI?

Una F.1 che deve rinnovarsi ma che mangia soldi: sono poche le fonti di introiti: i diritti venduti alle TV, i soldi degli organizzatori e quelli garantiti dagli sponsor ufficiali. Senza pubblico in tribuna viene meno lo stimolo a investire e a dare un senso alle immagini TV. Una F.1 vecchia e senza appeal? Domenicali smentisce:La F1, come piattaforma di sport e business, è ancora quella con maggiori spettatori e fan, quindi è molto forte e solida. Molti hanno cercato di metterla all’angolo dicendo che è vecchia, che non è più interessante. No, non è affatto vero. Al contrario, penso che ci sarà sempre più interesse da parte dei costruttori, lo dimostreranno i fatti. Aumenteremo la parte emotiva. Dobbiamo fare in modo che il nostro sport metta sempre più al centro il pilota, l’uomo come punto di riferimento della sfida meccanica. Come ad esempio nel motociclismo dove si percepisce che è il pilota a fare la differenza. Abbiamo già fatto passi avanti con il regolamento 2022 in cui l’impatto dell’aerodinamica sarà minore e ci sarà la possibilità di seguire meglio le vetture. Il secondo passo sarà il limite di budget, ovvero delle spese per le squadre. Meno spese vuol dire più possibilità di sopravvivenza“.

LA LUNGA PARENTESI FERRARI, I RICORDI I SUCCESSI

 Con l’amico Mattia Binotto a Monza nel 2018 (Foto Ipa)

Ma anche se a capo della F.1, la lunga parentesi Ferrari, conclusasi nel 2014 dopo 23 anni di successi, ha ancora uno spazio nel suo cuore, al pari dell’esperienza di successo in Lamborghini come CEO: “Per uno come me, nato ad Imola e cresciuto tra i motoripensare di aver vissuto da protagonista quei momenti è incredibile. Gli anni d’oro rimangono scolpiti negli occhi e nel cuore. Michael Schumacher, per quanto mi riguarda è stato il miglior pilota in assoluto , lo era per come interpretava le gare, per la sua determinazione ein particolare, per il suo modo di vivere all’interno del team. Da tifoso, ma soprattutto da colui che prenderà in mano le redini della F.1l’auspicio è che la Ferrari torni presto ad essere protagonista. È un bene per lo sport e tutti quanti lo vogliono”.

E allora, buon anno a Stefano Domenicali, manager e gentiluomo, e buon lavoro: la sfida è di quelle da far tremare i polsi. Chissà se lo aveva mai sognato quando, da “cinno”, scavalcava le reti e alla Tosa vedeva arrivare i bolidi di F.1, quella F.1 che adesso è nelle sue mani.

 

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