CARLOS SAINZ jr e quel sogno da undicenne al GP di Spagna: da grande farò il pilota

DI PAOLO CICCARONE PER AUTOMOTO.IT

Schieramento di partenza a Barcellona: da sinistra Trulli, il manager Lucio Cavuto, Carlos Sainz sr col figlio undicenne (Foto Ciccarone)

Per Carlos Sainz jr è cominciata l’avventura in F.1 al volante della Ferrari, entro questo mese di gennaio farà i primi test al volante di una rossa in attesa di vederlo poi con la nuova vettura, che sarà presentata a fine febbraio. Avere un padre famoso come Carlos Sainz sr, campione del mondo e icona dei rally, è sempre un problema per tutti i figli d’arte, ma Carlos jr ha sempre avuto dalla sua non un punto di riferimento da imitare, quanto un amico con cui condividere la passione per le corse.

QUELLA PROFEZIA DEL MAGGIO 2005

A Barcellona, 8 maggio 2005, va di scena il GP di Spagna e papà Carlos porta un giovane Carlos jr sullo schieramento di partenza. Dopo aver salutato Alonso, va da Jarno Trulli, col quale ci sono ottimi rapporti. Il giovane Carlos guarda estasiato Jarno che indossa la tuta e infilandoci in mezzo alla chiacchierata informale, il piccolo si fa scappare una frase che oggi suona profetica: “Mi piacciono le corse e i rally ma io voglio correre in F.1, da grande farò il pilota” disse e poi si nascose, timido, dietro al padre più famoso.

Jarno mise una mano sul capo e gli rispose: “Dai, ti aspettiamo qui”. Da quel giorno, quasi 16 anni fa, di strada Carlos Sainz jr ne ha fatta tanta e adesso parte l’avventura con la Ferrari, punto di arrivo per tutti i piloti che sognano la F.1 e che segna, nel bene e nel male, una carriera. La semplicità, la passione e l’educazione della famiglia Sainz sono di esempio nella Spagna, e non solo.

UNA FAMIGLIA UNITA, ESEMPIO DI SPORTIVITA’

Nel week end di gara, anche quando non correva in F.1, era facile trovarli al ristorante Al Trabuc a Granollers, tutti allo stesso tavolo, padre, madre, sorella, amici e il navigatore di sempre del padre, Moya. Nella tavolata al centro della sala di ingresso, con tifosi timidi che chiedevano un autografo al padre e i camerieri che incitavano il figlio ad arrivare in F.1. La strada si è compiuta e quel giorno, quell’8 maggio 2005 (giornata di ricordi infausti per chi ama la Ferrari) si è compiuta la profezia: arrivare in F.1 e correre con la Ferrari. In bocca al lupo Carlos e buon vento: che la rossa sia con te.

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