IL TROFEO ANDROS A SERRE CHEVALIER

Testo e foto MARCO FERRERO

 

Serre Chevalier, nota località montana sciistica sita nel dipartimento dell’Hautes-Alpes, questa la location della terza tappa del Trofeo Andros, manifestazione automobilistica su ghiaccio nata oltre trenta anni fa grazie al geniale connubio tra Max Mamers, ex pilota, e Frederic Gervoson, titolare dell’industria di succhi di frutta Andros (da qui il nome), che hanno in tal modo proseguito la tradizione di quelle competizioni degli anni ‘70, quali la 24 Ore di Chamonix, che in Francia hanno sempre riscosso grande successo.

La gara segue le due precedenti tappe di Andorra e di Isola 2000, e precederà le rimanenti due del criterium, quelle di Lans en Vercors (la prossima settimana) e di Val Thorens (30 gennaio), quest’ultima di solito gara di apertura della serie e quest’anno posticipata da inizio dicembre causa le vicende legate alla ripresa della pandemia di COVID-19.

Come nelle precedenti edizioni, anche quest’anno non mancano tra i partecipanti i “grandi nomi”; nella starting list compaiono infatti Yann Ehracher, fresco campione del mondo WTCR , il suo avversario in quella serie Nathanael Berton, il campione Andros 2020 Aurelien Panis ed il di lui celeberrimo padre ex Formula 1 Olivier, l’altro “figlio d’arte” Nicolas Prost, il pluri campione Jean Baptiste Dubourg, per non dimenticare Margot Laffitte, il cui padre Jacques entusiasmava in Formula 1 i tifosi transalpini negli anni dal 1974 al 1986.

Anche guardando “dietro le quinte” si possono scoprire personaggi di grande spessore sportivo; basti a tal fine citare, nel ruolo di team manager delle loro squadre, Sebastien Loeb, che con i suoi nove titoli di campione del mondo rally non ha certo bisogno di presentazioni, e Yvan Muller, che di Trofei Andros ne ha vinti dieci, oltre a quattro titoli di campione del mondo WTCR, e che funge da mentore e “chioccia” al nipote Yann Ehracher.

Un trofeo che dallo scorso anno presenta competizioni per vetture 100% elettriche, una scelta per certi versi coraggiosa ma “vincente”, e che si pone all’attenzione del motor sport come una delle manifestazioni più eco sostenibili e con emissioni zero, il tutto perfettamente coerente con l’ambientazione nella quale si corrono le gare, la natura tra le montagne.

Anche il Trofeo Andros, come tutte le altre manifestazioni sportive, verrà totalmente svolto in regime di “porte chiuse” senza la presenza del pubblico a bordo pista, una componente di colore ed entusiasmo che ha sempre caratterizzato le gare, soprattutto quelle, spettacolari, in notturna; tutto ciò non ha tuttavia influito sulla copertura mediatica di cui l’evento gode, caratterizzata da riprese televisive in diretta con commento di personaggi sportivi d’eccezione, a maggior ragione proprio per questo motivo rafforzata.

Il weekend, giusto ricordarlo, si snoda suddiviso su tre eventi distinti, il primo con le gare riservate ai piloti “professionisti”, di cui si sono citati più sopra i relativi eminenti nominativi, e che definisce le classifiche ed i relativi campioni, un secondo, corso con vetture sotto l’aspetto prestazionale e di caratteristiche tecniche di livello inferiore, pur sempre altamente competitivo, riservato a “invitati”, scelti tra personaggi pubblici dello spettacolo piuttosto che del costume, ed un terzo, dedicato alle motociclette, forse quello più affascinante, nel quale ha trovato posto un paio di anni fa anche Randy De Puniet, ex centauro del motomondiale.

Un weekend sportivo che avrebbe valso la pena seguire “in diretta”, e che non delude mai, un fine settimana un po’ diverso ma certamente accattivante, una modalità motoristica legata alla tradizione del suo passato ma con uno sguardo perennemente rivolto al futuro.

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