F1, NIHIL SUB SOLE NOVI…Niente di nuovo sotto al sole del mondiale

di Marco Ferrero testo e foto
Se qualcuno si attendeva qualche sorpresa positiva dal Gran Premio di Francia di Formula 1 a Le Castellet di certo avrà lasciato lo schermo televisivo o il circuito, sia in sala stampa che sulle tribune, deluso, in quanto l’andamento di tutto il weekend è stato esattamente quello che, stante la logica e la situazione attuale, si sarebbe potuto prevedere, sia in pista, con il dominio Mercedes, che negli “uffici”, dove l’appello della Ferrari contro la penalizzazione di Vettel è stato rigettato.
Per quanto riguarda il risultato in pista non c’erano troppe illusioni da farsi, in quanto il tracciato francese non era favorevole alle rosse di Maranello come il toboga monegasco, con le Mercedes che sin dalle prove libere, per poi proseguire con le sessioni di qualifica e la gara, hanno dettato il loro ritmo ed hanno presto riportato con i piedi per terra tutti coloro i quali si erano abbandonati a qualche illusoria speranza.
Una gara dominata da Bottas e, soprattutto, Hamilton, una prova di forza impressionante, un andamento che non ha lasciato dubbi su chi, presumibilmente, continuerà a dominare un campionato che, almeno parzialmente, avrebbe potuto essere “riaperto”, quanto meno sotto l’aspetto motivazionale e dell’entusiasmo, da una diversa decisione in merito all’appello presentato da Ferrari che, come noto, è stato rigettato.
Quel che si fa fatica a comprendere è lo “stato di salute” della Ferrari, efficace ed efficiente solo a tratti, che deve guardarsi le spalle dalla Red Bull, che pare “una grande incompiuta”, con sempre qualche elemento fuori posto e che, a partire dai vertici (non Binotto che si arrabatta come può ma più “sopra”, non pare avere un elemento catalizzatore dotato di esperienza, leadership e, ultimo ma forse più importante, che disponga di un “peso” politico, un po’ come lo era Todt.
Siamo a poco più di un terzo della stagione ma, a scanso di miracoli, per chi nel caso voglia crederci, la stessa è di fatto ormai finita, con Hamilton campione, Bottas nel ruolo di fido scudiero e tutti gli altri come comprimari di contorno. Per quanto riguarda il ricorso respinto della Ferrari, a monte di quelle che possono essere le ragioni che lo hanno generato, e le relative opinioni che si possono avere in merito, di certo discutibili ed i cui strascichi lasceranno per tutta la stagione tutti a discuterne senza giungere ad una soluzione condivisa, analogamente a quanto accade quando si dibatte sulle gambe delle donne, anche in questo caso non c’erano da farsi troppe illusioni.
Stante che l’organismo decisorio è autoreferenziato, che in questo momento il “potere politico” delle case non è uguale per tutti e che la FIA, da sempre, è organo che ha autorità ma non autorevolezza, era impossibile supporre che qualcuno avrebbe fatto “marcia indietro”, che avrebbe dichiarato di “essersi sbagliato”, magari per paura di generare un (per loro) pericoloso precedente, di certo per non giocarsi quell’immagine di “potere” che sta alla base di un’egemonia e di un regime che tutt’altro è che democratico.
Per carità, come dicevano i latini, “nulla di nuovo sotto il sole”, e se si va indietro nel tempo si possono trovare decine di altri casi gestiti tutti in analogo modo; l’unico elemento che, forse, non viene tenuto in considerazione in questo giochino si chiama credibilità, quella cosina che genera seguito, interesse e che fa si che tutto quanto accade, dentro e fuori la pista, sia oggetto di “rispetto” ed accettazione.
Quando sussistono elementi di estrema evidenza o rilevante dubbio talora un piccolo passo indietro può generare più effetti positivi di una ottusa posizione ad oltranza; stante la situazione attuale, se si vuole evitare il serio rischio che il livello di credibilità residua risulti inferiore a quello che avrebbe la candidatura di Rocco Siffredi a paladino della verginità femminile, qualche piccolo ripensamento in tema di posizioni e di gestione potrebbe risultare opportuno.
In questo momento la Formula 1 non attraversa, diciamolo chiaramente, il suo momento migliore; se si vuole recuperare terreno perso, interesse e immagine, ma soprattutto credibilità, c’è ancora modo e tempo per farlo, ma bisogna sbrigarsi; anche perché, sempre per rifarsi ai latini, in questo caso non è assolutamente vero che “repetita iuvant”…
#MarcoFerrero #Formula1 #RMCMotori#PaoloCiccarone
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