ABT E AUDI, MATRIMONIO FINITO, MA QUAL E’ LA VERITA’?

testo e foto MARCO FERRERO

 

Come noto, Daniel Abt, commettendo un’ingenuità, peraltro anche giustamente sanzionata, che ha quasi dell’incredibile, si è fatto sostituire da un sim racer nell’ultima gara virtuale di Formula E, ricevendo da più parti critiche, che il pilota tedesco ha incassato senza cercare scuse e mantenendo un profilo tutto sommato corretto.

Quanto è successo in seguito, e di cui gli ultimi sviluppi sono di poche ore fa, ha invece lasciato agli occhi degli appassionati della serie alcune perplessità, in quanto la reazione dell’Audi e la successiva contro reazione del pilota tedesco appaiono concettualmente sproporzionate e lasciano intendere che dietro a questa storia ci sia ben altro.
Audi infatti, appellandosi a presunte ragioni di carattere etico, ha sospeso Abt dalle attività “ufficiali” della squadra con effetto immediato, mossa alla quale il pilota tedesco (il cui padre, non dimentichiamolo, è titolare della squadra Audi di Formula E) ha risposto comunicando l’abbandono dalla casa tedesca e dal campionato di Formula E.


Per puntualizzare, le gare virtuali sono state messe in opera per dar modo agli appassionati di trascorrere questo periodo della pandemia mantenendo un livello di entusiasmo che consentisse di superare questo periodo in attesa della ripresa delle ostilità, e di reale (o di serio) hanno ben poco, specie per i piloti… i test che gli stessi svolgono coi simulatori sono ben altra cosa, e riesce difficile credere che queste “gare” abbiano una qualche attinenza con la realtà.

In quest’ottica appaiono eccessive e sproporzionate, oltre che concettualmente poco credibili, quando addirittura al limite, a seconda dei punti di vista, del puerile o del dubbioso, le prese di posizione assunte dall’Audi e dal suo, ormai ex, pilota, il tutto per una serie di ragioni sulle quali, ragionandoci un attimo, una grattatina alla testa ce la si da.
Lato pilota, innanzitutto la posizione di Abt, che appariva in una botte di ferro (fino a ieri non quella di Attilio Regolo) stante l’essere il figlio del titolare del team (quando mai si è visto un “proprietario” licenziato dalla sua stessa azienda?), che avrebbe dovuto tutelarlo dall’essere stigmatizzato per una bravata per la quale, onestamente, si poteva più che altro ironizzare, per giunta nell’anno precedente l’istituzione della titolazione della serie a Campionato Mondiale, un obbiettivo che dovrebbe portare i piloti a tenersi stretto il posto nei team.

Lato Audi, una squadra che aveva un pilota che bene accettava e si adattava al suo ruolo di seconda guida senza “rompere troppo”, un “bravo ragazzo” mai al di sopra delle righe e che teneva quel profilo basso utile all’armonia del team, una squadra che, vinto il campionato nel 2017, ha sempre fatto bene nelle due annate successive e che lo scorso anno avrebbe potuto portare Di Grassi al titolo se il pilota brasiliano non fosse stato mandato a muro dagli avversari in un paio di occasioni.
L’ipotesi più plausibile è che qualcosa tra l’Audi e Daniel Abt si sia rotto e che, magari consensualmente, si sia giocata questa macchietta per chiudere il rapporto; volendo fare un’ipotesi, proprio il fatto che la prossima stagione aggiudicherà titoli iridati potrebbe aver portato la sempre ambiziosa casa dei quattro anelli a guardarsi intorno per cercare un pilota “top” da affiancare a Di Grassi, per puntare a contrastare lo strapotere di DS Techeetah e dei suoi piloti Vergne e Da Costa, con ciò tagliando fuori Daniel Abt.

Perdere quanto Abt senior poteva portare in dote non sarebbe un problema per Audi, che dispone di risorse e mezzi adeguati e che, forte di questo background, potrebbe tranquillamente puntare ad una squadra interamente finanziata internamente; se a breve venisse annunciato il nuovo pilota, e se lo stesso fosse un nome di “rango”, questa ipotesi risulterebbe non fantascientifica.
Per quanto riguarda Abt, a meno di una crisi mistica difficile credere che lo stesso, a soli 27 anni, e quindi nel pieno della sua maturità, abbandonerà le corse, ed in particolare la Formula E; se è vero che il tedesco non è uno dei cinque migliori in assoluto è altrettanto vero che la scorsa stagione è stato il pilota più regolare, quello che è andato più volte a punti (11 volte su 13 gare), e che è un pilota esperto e consistente della serie; certamente potrà trovare posto in un altro team (piloti meno bravi di lui ce ne sono svariati), specie portando in dote qualche valigia di bigliettoni (elemento da sempre utile), dove saprà dimostrare di essere il buon pilota che è.

Come sempre in questi casi, difficile comprendere la verità, e magari mai la sapremo; quel che però appare abbastanza evidente è che questa storia, per come è stata raccontata, appare poco credibile per essere ragionevolmente sostenibile e lascia più d qualche perplessità; un vero peccato, perché né Audi né Abt ne stanno uscendo bene.

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