Parco del Valentino, non un semplice motor show

Testo e foto MARCO FERRERO

La quinta edizione del Motor Show di Torino è apparsa, rispetto alle precedenti, decisamente di livello più “importante” rispetto alla precedenti, laddove ogni elemento è stato enfatizzato, quasi estremizzato, a partire dalla parata serale sul tracciato cittadino di sei chilometri, alla presenza delle autorità locali e di un numero impressionante di presidenti di case automobilistiche, designers e altri personaggi, sino a giungere alle ragazze immagine per gli stand e per l’evento.

Il detto “donne e motori” appartiene ormai alla cultura comune, una dicotomia inscindibile tra quanto una pista e la bellezza femminile possano presentare, un accoppiamento che, posto in simbiosi, ha sempre trovato cultori ed appassionati in grado di apprezzare, e ci mancherebbe altro, gli aspetti più rilevanti e/o evidenti di entrambe le categorie.

 

Elemento aggiuntivo che accomuna entrambe le categorie è la difficoltà oggettiva di definire una scelta “assoluta” di quale elemento sia il migliore in assoluto; essendo i gusti un fatto assolutamente personale ed imprescindibile da quello che è il percepito personale, ogni “scelta” diviene argomento dialettico di contendere, il tutto sempre ad un elevato livello di gradimento.

Per quanto possa sembrare, Formula 1 a parte, e per quanto si sia soliti vedere, lo “spettacolo” di tanta reciproca bellezza, lo si creda sulla parola se non se è convinti, non stanca mai e rimane sempre uno dei punti di maggior interesse di un evento sportivo automobilistico.

Anche sotto questo aspetto va riconosciuto agli organizzatori che il Motor Show del Parco del Valentino di Torino è risultato essere stato curato con la giusta attenzione, laddove un gruppo numericamente consistente ed esteticamente “qualificato” ha costellato ogni angolo, padiglione o momento della kermesse torinese, attirando l’attenzione del pubblico.

Se nelle intenzioni degli organizzatori questa quinta edizione poteva e doveva segnare una svolta, un salto di qualità al fine di cercare di trovare, se non una consacrazione, quanto meno un proprio spazio, e perché no, ridare a Torino quella dimensione automobilistica di primissimo piano che il capoluogo sabaudo ha via via perso nel tempo causa le note vicissitudini, giusto, quando non necessario, enfatizzare al massimo ogni aspetto, ogni piccolo particolare.

 

 

Impossibile non farsi distrarre e non cedere alla tentazione di immortalare in qualche scatto espressioni, occhi chiari o scuri, pose, sorrisi, le tipiche “armi” della seduzione femminile, giusto lasciare anche a queste ragazze, a volte valutate solo per il loro aspetto estetico, un piccolo ricordo, in quanto anche loro sono state parte dello “show”.

Condividi su: