UN WEEKEND DI MOTOCROSS ALL’INSEGNA DEL DIVERTIMENTO E DELLA PASSIONE

Testo e foto MARCO FERRERO

 

Il motocross, quello vero, ormai da anni non è più rappresentato da un mondiale che dovrebbe essere la sua punta di diamante e che invece è frutto e simbolo di puri interessi economici, tant’è che i risultati in termini di audience sono ai minimi storici (ed il ritiro di Cairoli si spera dia il colpo di grazia ad un’organizzazione che tutto ha fatto fuorché il bene del motocross), ma si può ancora, per fortuna, trovare nei campionati ASI regionali, dove lo spirito del motocross ha ancora le sue radici.

Un mondo fatto di passione, di divertimento, di sacrifici, di amicizia e convivialità, che raccoglie, da chi faticosamente si arrabatta per organizzare gli eventi a chi vi partecipa, persone ambosessi di tutte le età, da bimbi a ex riders che hanno ancora voglia di divertirsi e ritrovarsi, e che accoglie con disponibilità e semplicità chi si avvicini per seguire gli eventi e darne un minimo di doverosa visibilità (una bella lezione di stile a chi nega gli accrediti per difendere piccoli interessi corporativi o neppure si degna di rispondere a mail e telefonate).

Tante, veramente tante, le categorie che si presentano ai cancelletti di partenza; dalle categorie dei piccoli riders da 8 a 16 anni alle moto d’epoca, dalle gare femminili ai quad od ai sidecar (veramente spettacolari), dalle gare per “over 50” (cui almeno qui viene riconosciuta pari dignità) a quelle per MX1 e MX2, in un caleidoscopio di manches nelle quali centinaia di partecipanti per giornata si misurano, più o meno agonosticamente, tra di loro.

Il tutto in un ambiente non necessariamente agonistico e competitivo, si potrebbe dire ”a misura d’uomo”, che esalta quei concetti, divertimento, passione, sacrificio, che chi ha iniziato a seguire il motocross dagli anni ’70 come il vostro cronista non può non riconoscere ed apprezzare, per certi versi un “ritorno al passato” che ridona dignità e merito ad una disciplina che, diciamola tutta, proprio “facile” non è e non garantisce ritorni economici faraonici se non ad una ristretta élite di campioni.

In due parole, eventi che vale la pena seguire, non fosse altro che per ritrovare un qualcosa ormai perso nel tempo e trascorrere una giornata tra persone semplici e, magari, intravedere tra I più piccoli qualche talento naturale che potrebbe, glielo si augura, diventare così bravo da poter partecipare a campionati più “importanti”.

Lo scorso fine settimana vicino a Villareggia, un piccolo comune del torinese, si è svolta, purtroppo senza quella visibilità che l’evento avrebbe meritato, una “due giorni” di motocross, un’occasione imperdibile per vedere in azione tutte o quasi le categorie dei campionati ASI, un’opportunità per immergersi in un clima sì sportivo ma soprattutto umano, una modalità piacevole per ritrovare quello spirito nostalgico ormai retaggio di altri tempi.

Oltre duecento i centauri in pista, di tutte le età, di tutte le categorie, sia a rappresentanza maschile che del “gentil sesso”, tutti con la stessa voglia di divertirsi, di stare insieme, il tutto coordinato da un’organizzazione, giusto evidenziarlo, che ha fatto un lavoro più che egregio per far sì che tutti potessero trascorrere una bella giornata di sport e di amicizia.

Per quanto importanti, le classifiche, almeno dal punto di vista delle premesse esposte, non vogliono essere considerate l’elemento predominante; l’approccio prescelto, che certamente sarà condiviso, è quello di focalizzare e valorizzare aspetti non agonistici ma più di “vita” sportiva nella sua essenza; a tal fine si lascia a corredo delle considerazioni una carrellata fotografica, ovviamente non esaustiva, che rimanga a futura memoria come segno che il motocross, quello vero, ed i suoi elementi sono ancora perseguibili.

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