TROFEO ANDROS, LA QUINTA VOLTA DI DUBOURG

Testo e foto MARCO FERRERO

 

Anche l’edizione 2021 del Trofeo Andros va in archivio, un’edizione dove la recrudescenza del COVID-19 in Francia, particolarmente acuta, ha costretto gli organizzatori di Max Mamers Organisation ad imporre severe misure di controllo, prima delle quali la disputa delle gare “a porte chiuse”, senza la presenza del pubblico, e senza la presenza di media stranieri (nel nostro caso peraltro ancor più penalizzati dal fatto che al rientro nei patri confini si sarebbe rimasti in clausura in quarantena obbligatoria).

Anche nel caso della serie francese qualche piccola variazione organizzativa, con la tappa di Val Thorens a chiudere anziché ad aprire le serie e con Super Besse cancellata, che non ha tuttavia influito sul numero totale di prove valide da disputare rispetto a quanto programmato; l’evento si è pertanto sostanzialmente svolto nella sua interezza, regalando, grazie alle dirette televisive per l’occasione ancor più rafforzate, il consueto spettacolo.

Uno sguardo alle classifiche: nella AMV Cup, la serie riservata alle motociclette, il successo finale è andato a Vivien Gonnet, già protagonista la scorsa edizione, che nella classifica generale ha preceduto Sylvain Dabert e Maxime Emery rispettivamente di 24 e di 64 punti. Nella classe Elite successo di Sylvain Pussier su Peugeot 208 con 5507 punti, che ha preceduto Gerald Fontanel alla guida della sua Renault Zoe di sole 6 lunghezze, e Nathal Bihel con la sua Dupessey AS01 di 25.

Nella classe regina, la Elite Pro, la vittoria assoluta è stata ad appannaggio di Jean Baptiste Dubourg e della sua Renault Zoe, dominatore con i suoi 574 punti, davanti al campione 2020 e figlio d’arte Aurelien Panis su Audi A1, staccato di 52 punti, ed a Nathanael Berton e della sua Peugeot 208, piazzatisi sul terzo gradino del podio assoluto ma con 56 lunghezze di ritardo.

Per Dubourg si tratta del quinto successo nella serie, vittoria che lo pone nel novero dei grandissimi di questa competizione, che vede nell’albo d’oro dei più titolati i 10 titoli di Yvan Muller (zio di quel Yann Ehracher campione del mondo 2020 WTCR), ed i 5 di Jean Philippe Dayrault, ora raggiunto nella classifica dei maggiori vincitori di tutti i tempi proprio da Dubourg, che il prossimo anno tenterà di portarsi in solitaria nella seconda posizione assoluta.

Piace ricordare sempre come si tratti di un evento entusiasmante, divertente e che presenta gare un po’ “diverse” da quelle cui si è abituati, peraltro con la partecipazione di piloti di primissimo livello, per la maggior parte transalpini, ma che non disdegna di accogliere anche campioni nordici, specialisti delle gare di questo tipo, tra cui si possono annoverare i nomi di Alen, Vatanen, e, non ultimo, quello di Andreas Bakkerud, che vi ha partecipato lo scorso anno.

Giusto altresì evidenziare come gli organizzatori siano stati capaci di coinvolgere ormai costantemente grandi personaggi, sia in pista che al di fuori, elemento sempre quanto mai di grande richiamo, e come l’evento sia ormai divenuto un “cult” oltralpe, sia per la grande tradizione che queste gare hanno sempre avuto in Francia sia per la già citata copertura televisiva, gestita con il supporto di commentatori d’eccezione, dirette televisive delle gare (anche quelle notturne), interviste ed analisi tecniche.

Un format degno di competizioni di altro livello e che molte gare titolate FIA non possono permettersi di vantare, una competizione che viene premiata dal riscontro di pubblico e seguito; l’appuntamento è per la stagione 2022, con il leit motiv della conferma di Jean Baptiste Dubourg ed il guanto di sfida che gli avversari gli lanceranno per strappargli il titolo.

 

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