TROFEO ANDROS, CON YVAN MULLER

testo e foto MARCO FERRERO

Entrato quest’anno, nel ruolo di manager, con la sua squadra nel Trofeo Andros, Yvan Muller come pilota non ha bisogno di presentazioni, 2 volte Campione del Mondo WTCC, 10 volte Campione del Trofeo Andros,vittoria in Australia con le Supercars V8 ed un palmares davvero invidiabile; lo abbiamo incontrato a serre Chevalier ed abbiamo avuto l’opportunità di scambiare con lui, approfittando del suo ottimo italiano, quattro chiacchiere a 360° sulla sua esperienza

D: 10 titoli, 46 vittorie, sei il recordman del Trofeo Andros; non avresti voglia di correre e vincere ancora? R: Si e no, nel senso che correre mi piace, amo il Trofeo Andros e non solo perché ho vinto, e mi piacerebbe correrci, ma in questo momento nn potrei, ho troppi impegni, sto seguendo la nostra sede con base a Magny Cours, sono pilota nel WTA, sono manager di Yann (Ehracher) nel Trofeo Andros, sto seguendo alcuni nuovi progetti, per cui ho poco tempo libero. Non correrei solo per partecipare, se corro corro per vincere, e per questo ci si deve dedicare con impegno, edin questo momento non riuscirei a correre come vorrei.

D: Perché hai deciso di partecipare con la tua squadra e quali obbiettivi hai? R: E’ un’esperienza interessante e il passaggio alle vetture elettriche sicuramente sta aprendo nuove possibilità nel mondo delle corse, anche in questo tipo di gare. Il vantaggio è che questo tipo di vetture costano meno di quelle convenzionali e questo ci aiuta. L’obbiettivo, come è sempre stato nella mia carriera, è quello di vincere e stiamo lavorando per dare ai nostri piloti questa possibilità.

D: Quali programmi hai, come pilota e come manager? R: Come ti dicevo, l’obbiettivo è sempre la vittoria, poco importa se come pilota o come manager, ovvio, sono due ruoli diversi e si vivono in modo diverso, ma la soddisfazione della vittoria è sempre un’emozione unica.

D: Pensi che le vetture elettriche correranno il WTCC? R: E’ già previsto che corrano, forse già dalla fin di quest’anno si vedranno in gara vetture ibride, e forse dal prossimo anno le vetture elettriche gareggeranno contro quelle a motore termico. Al momento l’orientamento è verso quelle ibride in quanto l’autonomia di quelle elettriche non è ancora in grado di fare tutta una gara, ma appena si troverà una soluzione le vetture elettriche sono lo step finale a cui si tenderà.

D: Qual è stata e perché la vettura migliore che hai guidato nella tua carriera? R: Per la verità ho avuto l’opportunità di guidare molte vetture competitive; se proprio devo fare una scelta ti dico le Supercars V8 in Australia, che sono macchine di una potenza incredibile che ti lasciano delle sensazioni particolari, così come lo è stato guidarle in un tracciato come quello di Bathurst. Ancora oggi ricordo il sound di quel motore, un BMW 3 litri V8.

D: Quale sogno ti è rimasto che non hai potuto realizzare? R: Per la verità non ho alcun rimpianto, sono contento di quello che ho fatto, di quello che ho vinto, ovvio che si speri sempre di fare meglio, ma in ogni caso sono contento di quello che ho fatto, oggi ho 50 anni, corro ancora, ho ancora velocità, mi diverto, e quando ti diverti hai una vita ancora più bella.

D: L’avversario più forte che hai incontrato nella tua carriera, quello che ti ha messo più in difficoltà? R: Probabilmente Josè Maria Lopez, con la Citroen Elisèe, ma questo era anche perché in quel periodo ero un po’ in crisi come pilota,a volte ero poco motivato, avevo qualche problema personale e correre a volte era un fastidio, era pesante, corressi oggi contro Lopez magari sarebbe diverso e ora ti direi qualche altro nome.

D: Il ricordo più bello della tua carriera? R: Il primo titolo di campione del mondo del WTCC, era il 2008 vinto all’ultima gara a Macao.

D: Qual’è stata l’esperienza più particolare che hai avuto in ambito sportivo? R: Mi ricordo che quando ero alla Seat avevamo un dispositivo per controllare il battito del cuore; mi ricordo che il massimo che ho raggiunto è stato quando sono andato sul gradino più alto del podio, ero oltre i 200 battiti al minuto, per la gioia.

D: Qual’è il “segreto” per diventare piloti di successo come sei stato tu? R: Lavorare tanto, lavorare sempre, io sono pilota professionista dal ’94, e dal ’94 quando finisco una gara penso già a quella successiva, la mia vita gira al 100% nel mondo delle corse; lavoro sia sotto l’aspetto mentale che quello fisico, devi lavorare molto, e bene, sulla concentrazione ed avere un’ottima preparazione fisica in quanto le gare molte volte sono molto faticose

D: Qual’è il problema più grande del mondo dei motori di oggi e come potrebbe essere risolto a tuo parere? R: Il denaro, correre costa veramente molto ed è veramente sempre più difficile trovare degli sponsor che possano darti il supporto per affrontare una stagione di alto livello, per vincere; per questo tutti cercano soluzioni per cercare di spendere meno, a volte anche i regolamenti in questo ti aiutano. Forse il successo delle vetture elettriche è anche in questo, dato che le macchine costano in totale meno che una vettura a motore “normale”.

D: Pensi che i media in questo potrebbero essere di aiuto? R: Assolutamente si, voi siete fondamentali, più copertura ci date e più gli sponsor sono invogliati ad avvicinarsi, perché vedono la possibilità di avere visibilità e di migliorare il loro business.

Pilota combattivo ed aggressivo, manager intelligente e con le idee chiare, un vero gentiluomo come persona, un personaggio con il quale non ci si stancherebbe mai di parlare.

 

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