LA PASSIONE PIU’ VERA, L’AMBIENTE DI UNA VOLTA

testo e foto MARCO FERRERO

 

Il motocross “di alto livello”, o presunto tale, da anni ormai ha perso i suoi connotati di ambiente sportivo semplice e positivo, e ciò a causa dei sempre più crescenti interessi economici che hanno influenzato le strategie, portando i riders a correre su tracciati sui quali di norma non si potrebbe disputare neppure una gara regionale, in periodi nei quali le condizioni meteo di quelle zone non sono, con un eufemismo, le più favorevoli, o in circostanze (con riferimento ad Imola ad agosto) nelle quali l’organizzare un evento, che come ovvio andrà deserto, evidenzia un quoziente intellettivo quanto meno ampiamente sotto i limiti della normalità.

A fronte di questo contesto, fortunatamente, c’è ancora un lato del motocross che può essere letto positivamente, e che è rappresentato dai campionati regionali, dove la passione vera fa ancora la parte della regina, dove tanti appassionati praticano quella disciplina che amano in un ambiente amichevole e disincantato, dove tanti bambini e ragazzini (e ragazzine) si avvicinano ad uno sport che tutto è fuorché foriero di facili successi, e dove, fortunatamente, gli interessi economici non sono ancora divenuti predominanti.

Un’attività che, purtroppo, risulta poco valorizzata in termini di supporto da parte della Federazione di competenza, e che si sostiene grazie allo sforzo di persone che mettono a disposizione, oltre che la loro passione, anche tempo, risorse, impegno ed abnegazione; nel caso specifico delle categorie “Mini” e “Young”, si consideri che, stante come tra questi giovanissimi (e giovanissime) appassionati corridori potrebbe anche nascere un nuovo campioncino, varrebbe la pena avere un programma di sviluppo che consenta agli stessi una progressiva crescita sportiva.

Per carità, giusto e necessario evitare le estremizzazioni, come andrebbe fatto in tutte le discipline sportive, ma lo sport non è più quello pionieristico di De Coubertin, e nessun risultato si ottiene (e soprattutto si mantiene) se dietro non c’è un lavoro, sia sotto l’aspetto tecnico che organizzativo, di pianificazione, di monitoraggio e di sviluppo delle attività locali, il tutto coordinato da una seria programmazione.

In aggiunta a ciò abbiamo poi altri campionati, quali quello delle MX1 e MX2, delle moto d’epoca, quello per i “veterani”, senza dimenticare i sidecar, i quad e le gare femminili (sperando di non aver dimenticato nessuno); un mondo di passione che si ritrova a condividere una giornata sì di gare ma anche, se non soprattutto, di amicizia, persone che con sacrificio cercano di divertirsi con la disciplina sportiva che più amano.

Un’attività che, in ogni categoria, raccoglie regolarmente, nonostante tutto, più partenti della maggior parte delle gare del mondiale MX, ed i cui tifosi sono genitori, parenti, amici, che alla fine si ritrovano collegialmente a fine manifestazione in una scherzosa grigliata collettiva; per chi non sia parte di questo contesto, un’opportunità per condividere quest’atmosfera, per divertirsi con e tra persone semplici, per assistere a gare che, per quanto semplici, sono comunque parte di un campionato che premia i suoi vincitori.

Mancheranno i grandissimi campioni, mancheranno le monsterine, mancherà il “professionismo”, ma tutto questo forse non è più lo spirito del motocross come lo si è inteso nel passato, uno spirito che, fortunatamente, non è del tutto scomparso, e che può far piacere riscoprire a un livello forse tecnicamente inferiore, ma migliore sotto l’aspetto dell’ambiente, e che non ha la pretesa di mettere gli interessi economici al di sopra di tutto il resto.

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