GRANDI UOMINI PRIMA CHE OTTIMI PILOTI

Testo e foto MARCO FERRERO

 

Nello sport, come in tutti i campi della vita, ci sono fatti, storie, persone, eventi, che possono essere ricordati, altri possono tranquillamente essere omessi ed altri, come quello che si va a raccontare di seguito, che è doveroso e necessario citare, in quanto le valenze umane che ne sono alla base sono di un valore inestimabile e da prendere come esempio

La starting list della European Le Mans Series dei Paul Ricard a Le Castellet in Francia presenta, oltre alle canoniche tre categorie (le due dei prototipi LMP2 e LMP3 e quella delle Gran Turismo LMGTE) anche una quarta categoria, quella chiamata “Innovative car”, nella quale è presente sì una sola vettura, una Oreca 07 – Gibson, una vettura apparentemente uguale alle altre in gara, ma assolutamente particolare per quelli che sono i valori umani che stanno alla base della sua partecipazione.

Se vogliamo, non si tratta per la verità di una “prima” assoluta, in quanto l’equipaggio ha già corso anche nella gara disputatasi sul tracciato spagnolo di Barcelona, ma quanto rappresentato dal suo equipaggio non può essere sottaciuto, anche se, per altrettanta verità, non ha trovato la dovuta cassa di risonanza e non è stato adeguatamente valorizzato da una parte di media anche “importanti”.

Nella corrente stagione della European Le Mans Series, probabilmente per la prima volta in assoluto, una squadra, nella fattispecie la “Association SRT41” ha schierato un equipaggio composto unicamente da piloti affetti da disabilità, tre piloti, ma soprattutto tre grandi uomini prima che ottimi drivers, di cui è doveroso citare ed onorare i nomi.

Si tratta del giapponese Aoki Takuma, del belga Nigel Bailly e del francese Pierre Sancinena, tre nomi magari poco noti al grande pubblico e non nel comune novero di quelli più noti e celebrati, ma che grazie a questo progetto stanno facendo parlare di se più di quanto non lo faccia la vettura ad idrogeno che parteciperà in capo a 3-4 anni alla 24 Ore di Le Mans.

Da annotare peraltro come questo equipaggio abbia avuto anche il coraggio di cimentarsi con una vettura, un prototipo di classe LMP2, che proprio un giocattolo non è, stante come sia una vettura decisamente performante ed impegnativa e tale da richiedere a chi la conduce il massimo sforzo e la massima concentrazione.

Non un “ti piace vincere facile” ma un impegno ai massimi livelli che questo tre ragazzi stanno onorando al meglio; che dire, difficile trovare parole adeguate senza correre il rischio di cadere nella retorica; si può solo ammirare queste persone e, visto che siamo in Francia, almeno un termine lo possiamo usare: chapeau!

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