ELMS, I COLORI DEL PAUL RICARD

Testo e foto MARCO FERRERO

 

Chiunque segua gli sport motoristici e, meglio ancora, abbia avuto modo ed occasione di assistere ad un evento dal vivo, non potrà non convenire che ciascun tracciato, e non potrebbe essere diversamente, presenta delle proprie peculiarità e caratteristiche che lo differenziano dagli altri.

Nel caso del circuito francese del Paul Ricard a Le Castellet, sulle colline della Provenza, ci si trova di fronte ad un tracciato, costruito nel 1970, che certamente presenta, almeno sotto l’aspetto “visivo”, degli elementi assolutamente unici che lo differenziano in modo inequivocabile dagli altri tracciati europei.

Sotto l’aspetto del suo layout magari può far storcere il naso, stante come sia in effetti un po’ “piatto”, e non presenta come Imola od il Mugello quei saliscendi che, oltre ad essere impegnativi per i piloti, sono tanto amati dagli appasionati che vi possono ammirare sia buona parte del circuito sia la bravura dei concorrenti impegnati sullo stesso.

A dirla tutta, sotto l’aspetto più “tecnico”, non si rilevano neppure tratti misti particolarmente selettivi in grado di esaltare le doti di guida dei piloti, e neppure punti di “staccata” dove si possano eseguire sorpassi in frenata, come ad esempio la prima variante di Monza o il fondo del rettilineo del Kemmel a Spa Francorchamps; un circuito, peraltro, che neppure i francesi stessi sembrano apprezzare particolarmente e che di rado regala sorpassi a ripetizione.

Il fascino del tracciato del Paul Ricard sta nel suo “contorno”, laddove il bordo pista presenta onde di colore blu e rosse (che dovrebbero rispettivamente indicare che si è fuori dalla pista e le zone di potenziale pericolo), che certamente da bordo pista o dalle tribune appaiono decisamente “coreografiche” (un po’ meno per I piloti che, in assenza di punti di riferimento precisi, non hannoa altra via che quella di conoscere a memoria il tracciato).

L’altro elemento decisamente di “colore” è rappresentato dalle colline alle spalle del rettilineo del Mistral, che l’omonimo vento nel corso del tempo ha modellato con forme alla vista parimenti ondeggianti e che rappresentano un elemento di contorno decisamente apprezzabile.

Chi abbia modo di assistere agli eventi a bordo pista ha l’opportunità di “giocare” con la macchina fotigrafica con le onde colorate che seguono l’andamento del tracciato, e senza troppa fatica può trovare facimente un’infinità di angolazioni utili a costruire delle “cartoline” sempre diverse spostandosi anche solo di pochi metri alla volta.

La European Le Mans Series e la sua sorella minore Michelin Le Mans Cup, ovviamente, hanno evidenziato e regalato, con i colori delle macchine in abbinamento a quelli della pista, delle immagini certamente suggestive.

L’intendimento, con la carrellata fotografica in allegato a queste righe, è quello di portare agli occhi degli appassionati, soprattutto a coloro i quali non abbiano ancora avuto modo di venirci, alcuni angoli del circuito che magari l’occhio delle telecamere, seppur incolpevolmente, non abbia avuto modo di porre all’attenzione nel corso degli eventi che vi vengono svolti.

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