ELMS, COME IL COVID-19 NON HA FATTO PAURA

Testo e foto MARCO FERRERO

 

 

Il bello, per dirla ironicamente, della Comunità Europea è che anche in troppi ambiti non esistono tra gli stati membri regole comuni o quanto meno coerenti tra loro, e che nelle stesse situazioni ciascuno si regola secondo proprio discernimento ed in modo assolutamente scollegato e non coordinato con il comportamento degli altri.

Nello specifico dei protocolli che disciplinano gli eventi motoristici, mentre in Italia, nonostante le esortazioni dei vertici dell’automobilismo italiano che invitano ad “aprire” ai media proprio per dare agli appassionati un’informazione più esaustiva sugli eventi, accada che la 12 Ore Creventic di Monza della scorsa settimana o i prossimi eventi del GT World Challenge di Imola e Misano saranno “chiusi” ai media, in Francia la European Le Mans Series, pur se con accesso limitato nel numero, abbia consentito l’accesso al circuito ai rappresentanti dell’informazione motoristica.

Posto, come diceva qualcuno, che il quesito “ma siamo fessi noi o lo sono gli altri?” sorga spontaneo, la curiosità, più che naturale, è stata quella di verificare come l’organizzazione della serie ed il circuito di Le Castellet abbiano gestito le procedure di sicurezza nel comprensorio del tracciato e per quanto relativo alle attività degli addetti ai lavori.

Partiamo dalla sala stampa: al netto delle rituali operazioni quotidiane di controllo della temperatura corporea (con sistema elettronico all’entrata) e delle raccomandazioni relative ad igienizzazione e distanziamento sociale, a ciascun giornalista accreditato è stata assegnata una postazione fissa per la settimana (tra test e main event) tale da mantenere un adeguato spazio tra una persona e l’altra, e lungo il media center erano state definite linee di passaggio tali da non consentire di incrociarsi.

Purtroppo, sono mancate sia la piacevole presenza femminile di graziose fanciulle di contorno all’evento (a parte quelle non meno belle dei team) che la fornitura di vettovagliamenti all’interno del media center… e per chi, come noi, si affida al detto “si lavora e si fatica per il pane e per la…” e non sa rinunciare alla “tazzuriella ‘e caffè” la mattina (quella c’era!) è stato un duro colpo… scherzi a parte, magari sarebbe stato troppo tornare sin da subito allo “status quo” precedente, ma la speranza è che, per la gioia degli occhi, almeno la presenza femminile venga presto recuperata…

Per quanto riguarda la pista, è stato vietato l’accesso alla griglia di partenza prima dell’inizio della gara per evitare sovraffollamenti con il personale dei team, e non era possibile approcciare membri delle squadre all’interno dei loro box; per consentire un contatto con i piloti nel media center sono state tenute le conferenze stampa di rito (detto tra noi, nulla di diverso per chi già ora ha una pettorina “track” che consente l’accesso solo a bordo pista).

La linea che delimitava la pit lane con il box è stata definita “limite invalicabile” e ciò per evitare assembramenti all’interno di box che, numericamente, apparivano meno “affollati”; il consueto briefing sulla sicurezza prima della consegna delle pettorine, il “pistolotto” che il buon Jeff Carter, FIA Media Manager, ci propina ad ogni evento rilevante, è stato sostituito dall’accesso, a conferma dell’accredito, ad un filmato Youtube di cui si doveva certificare formalmente l’avvenuta visione.

Magari qualcuno dei nostri burocrati si scandalizzerà o spalancherà gli occhi, ma doveroso citare come gli organizzatori hanno definito, per tutte le sessioni della settimana, un servizio di shuttle per il trasporto dei fotografi lungo il tracciato, con un massimo di 5 persone per mezzo, e con ovviamente l’obbligo di tenuta della mascherina all’interno del mezzo.

Per tirare le somme, oggettivamente non si sono rilevate delle variazioni nei comportamenti da tenere particolarmente significativi rispetto agli eventi dello scorso anno; era, questo sì, richiesta una maggior dose di attenzione, di buon senso e di educazione civica, elementi che, almeno in teoria, (in pratica solo in teoria) dovrebbero già far parte del patrimonio delle persone, né le “regole” comportamentali da seguire sono sembrate stravolgenti e maggiormente coercitive di quelle in essere sino allo scorso anno.

Senza voler fare i faciloni, la European Le Mans Series ha dimostrato che, con poche regole ben applicate, è stato possibile gestire efficacemente un flusso ragionevolmente contenuto di persone intellettivamente normodotate e capaci di sapersi comportare correttamente; la domanda a questo punto viene non solo spontanea ma anche doverosa: cosa aspettiamo noi in Italia per fare altrettanto?

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