Tutor in autostrada, i nuovi tutor Sicve-PM sono già a rischio sequestro?

 

Appena riattivati, già con il rischio di dover essere spenti: potrebbero avere vita davvero breve i nuovi Tutor appena riattivati su alcuni tratti (per l’elenco completo dei tutor attivi, vedi qui) della rete autostradale.

I Sicve-PM (Sistema Informativo per il Controllo Velocità con sistema Plate Matching) – questo il loro nome – sono al centro di una querelle giudiziaria intentata dal titolare della licenza dei vecchi Tutor autostradali, l’imprenditore laziale Alessandro Patanè, che si è rivolto ai tribunali di Roma e Milano per chiedere la verifica dei brevetti e la rimozione delle apparecchiature appena installate.

Secondo Patanè, nonostante i Sicve-PM a differenza dei vecchi Tutor non si limiterebbero a leggere la targa ma l’intero veicolo, in realtà il loro software sarebbe di fatto identico a quello vecchio.

A pochi mesi dalla sentenza della Corte d’Appello di Roma che aveva riconosciuto le ragioni della Craft, azienda che per prima aveva rivendicato il concetto di Tutor, riconoscendo che la società Autostrade se ne era impadronita violando il brevetto depositato dall’azienda fiorentina, l’impiego del sistema di controllo basato sui pannelli luminosi in Autostrada potrebbe essere così bloccato un’altra volta.

Ma è tutta la vicenda dei “nuovi“ Tutor autostradali a suscitare qualche perplessità: la modalità stessa della loro riattivazione, su sole 22 tratte in luogo delle oltre 300 postazioni precedenti, sembra indicare che la Società Autostrade voglia agire con cautela, forse perché non sembrano del tutti risolti i problemi relativi ai limiti tecnici di funzionamento del sistema.

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