THAT’S AMERICA

 

Che Torino sia sempre stata considerata la capitale italiana dell’auto è fatto arcinoto, così come il fatto che lo stabilimento del Lingotto ne fosse storicamente il suo cuore pulsante; anche se i tempi sono cambiati, e l’ex area produttiva è stata convertita in un grande centro commerciale e congressi, il comprensorio, ed in particolare l’area antistante l’Oval, una delle sedi delle Olimpiadi Invernali del 2006, si presta volentieri occasionalmente ad eventi motoristici non competitivi che richiamano il pubblico torinese e non solo.

 

A latere ed a contorno del “Festival dell’Oriente” e del “Festival Irlandese”, ospitati all’interno delle strutture che non più tardi di un paio di mesi fa hanno visto lo svolgimento di Automotoretrò, nel weekend appena trascorso e nel prossimo sta trovando luogo “That’s America”, una simpatica miscellanea di alcune delle peculiarità motoristiche “Made in U.S.A.” ad alto tasso, manco a dirlo, di spettacolo, finalizzata ad un intrattenimento del pubblico.

 

 

Un azzeccato diversivo per chi, comunque appassionato di motori, voglia cercare una scusa per defilarsi per un attimo (o qualcosa in più) da mogli e fidanzate al loro shopping o tour, in un contesto per la verità un po’ kitsch, tra stands e bancarelle pullulanti di ogni genere di oggettistica, spettacoli di danze, cibi etnici e, perché no, chiromanti e religiosità, per riportarsi a quelle che sono le proprie passioni sportive.

 

Per carità, nulla di particolarmente “sportivo” che possa generare le emozioni di una competizione, ma comunque tutta una serie di “pillole”, eseguite comunque da professionisti la cui abilità non può essere messa in dubbio, che divertono e regalano a grandi e piccini le emozioni che questo tipo di evoluzioni, magari non del tutto comuni al pubblico di casa nostra, può generare.

 

 

Nell’area esterna appositamente attrezzata, per la verità, ma non potrebbe essere altrimenti, decisamente angusta, si possono vedere in azione funamboli che conducono le loro vetture su due ruote o si esibiscono in parcheggi eseguiti mandando la vettura in testacoda, piuttosto che motociclisti che si esibiscono in “numeri” di freestyle assolutamente spettacolari e che denotano una grande bravura. In questo clima di spettacolo, perché è questo lo scopo, una vettura quasi interamente ricoperta dal fuoco regala sguardi di meraviglia, specie nei più piccoli, i cui occhi si allargano.

 

In questo contesto cultural / sportivo “a stelle e striscie” due chicche: una un “bigfoot”, uno di quei mezzi dotati di ruote enormi che saltano, distruggendoli, sugli ostacoli (in genere vetture ormai non più utilizzabili), sicuramente un’attrattiva. E’ davvero notevole ed impressionante la capacità di questi mezzi di sollevarsi di qualche metro da terra ed esibirsi in evoluzioni, una specialità motoristica che in U.S.A. è oggetto di un vero e proprio criterium di gare.

 

 

Altra “perla” la presenza di un dragster, purtroppo limitato dallo spazio esiguo che non consente di scaricare tutta la potenza, ma la cui accelerazione mozzafiato è comunque rilevabile ed apprezzabile; un mezzo che, parlando con il suo pilota, che si scopre essere stato bi campione europeo della specialità, dispone di 1.300 cavalli ed ad oggi detiene ancora il record, per un dragster con carrozzeria in metallo, di 368 km/h sulla fettuccia dei 400 metri…

 

Poiché non ci si deve mai dimenticare che, pur se si tratta di spettacolo, vi sono sempre in azione mezzi a motore, per giunta operanti in condizioni particolari, da annotare come il tutto venga svolto in ambito di massima sicurezza, sia per gli addetti ai lavori che per il pubblico; nessuna estremizzazione delle evoluzioni (anche in questo da rimarcare l’elevata professionalità di chi opera), a discapito magari della spettacolarità, consentendo al pubblico una maggiore vicinanza ed una migliore godibilità dell’evento.

 

 

Anche in questo, That’s America, dove lo spettacolo deve rimanere al primo posto.

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