RALLY, LE STRATEGIE HYUNDAI NELLA TERRA DEI TARTUFI HAN FUNZIONATO

La partecipazione, ormai arcinota da oltre due mesi, del pluri iridato Sebastien Loeb al Rally di Alba, prova del Campionato Italiano WRC, che ha fatto lievitare a 185 il numero degli iscritti, dai 112 dello scorso anno, entità per la quale è stata necessaria una deroga da parte dell’ACI in quanto superato il numero massimo di iscritti, è stato come facilmente immaginabile il leit motiv dell’evento. 
Una partecipazione che è stata supportata dal fatto che le prove speciali della gara cuneese sarebbero molto simili a quelle del Rally di Germania, e come tali utili alla preparazione dell’evento ed alla messa a punto delle vetture; possibile, probabile, anche se vi sono alcuni punti che suscitano delle perplessità, e che possono essere così di seguito riassunti. 
Innanzitutto non vi sono altre case ufficiali in gara, né in termini di piloti né di fornitura di qualche vettura a qualche team “satellite”, e pare inoltre poco credibile che in tutta Europa non vi siano strade similari a quelle della gara tedesca, e che certe caratteristiche siano solo ad appannaggio delle strade piemontesi. 

Il battage pubblicitario fatto attorno all’evento è tale che si può escludere l’assenza di qualche novità tecnica di evidenza da testare, il cui solo sentore avrebbe attirato osservatori di tutte le case partecipanti al mondiale WRC (di solito queste cose si fanno “dietro le quinte”); non si dimentichi poi che Loeb, oltre ad essere un “extraterrestre”, è anche un signore, e non “ruberebbe le caramelle ai bambini” partecipando ad una gara nella quale (poste le poche WRC in gara) i contendenti sono palesemente inferiori al solo scopo di umiliarli. 
In ultimo, e sia chiaro, con tutto il rispetto, l’ammirazione e la simpatia verso gli organizzatori che ogni anno profondono grande impegno per organizzare, e bene, l’evento, il Rally di Alba non è una gara di grande blasone, perlomeno in ambito internazionale, e comunque non tale da essere così appetibile da suscitare le attenzioni di una casa ufficiale. 
Stante il vecchio detto “a pensar male si fa peccato ma il più delle volte ci si azzecca”, e posto che troppi sono gli elementi che suscitano perplessità, molto probabile che qualcosa non fosse evidente, e la possibile conferma si è avuta dalla lettura dell’elenco degli iscritti nel quale, alla guida di una Hyundai I20 della categoria R5, compare il nome di Stephane Sarrazin, pilota con un passato più che decoroso in ambito Endurance, con una presenza in Formula 1 e che risulta, non meno importante, pilota ufficiale della casa asiatica nel campionato francese rally. 

Un pilota “importante”, al cui nome, in apparenza inspiegabilmente, non è stato dato alcun risalto, la cui immagine avrebbe comunque dato ulteriore lustro alla gara cuneese; a questo punto sorge il più che ragionevole dubbio, perlomeno ai malpensanti come il sottoscritto, che l’obbiettivo vero della Hyundai non sia stato pubblicizzare la presenza di Loeb, talora anche forzatamente ostentata,, ma testare qualche novità tecnica di rilevo sulla R5 dell’altro transalpino senza che lo stesso sia oggetto di troppe “attenzioni”. 
Un “profilo basso” cui anche gli organizzatori si sono allineati (stranamente, poiché il nome di Sarrazin sarebbe stato elemento di ulteriore valore aggiunto), in quanto i comunicati stampa ufficiali hanno appena accennato al nome dell’altro transalpino. Insomma, avere in casa due pezzi da 90 e far finta di niente. Come dire che Hyuindai con la sua strategia ha fatto centro…

 

 

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