Multe a Linate, commedia senza fine. Il comune perde in appello, ammette errori ma ricorre in cassazione!

Se digitate “multe a Linate” sul nostro sito (automoto.it), troverete ben 7 articoli che raccontano la saga della telecamera installata all’ingresso della corsia riservata ai taxi, nella rampa di accesso all’aeroporto di Linate. Telecamera attribuita a una fantasiosa richiesta di snellimento del traffico da parte dei tassisti. Giustificata con una irreale domanda di sicurezza da parte degli utenti. Più verosimilmente suggerita da interessi pecuniari, mai dichiarati ma certi, di applicare nuove gabelle agli automobilisti a metà del 2015.

 

E trovate anche quello che a settembre doveva essere l’epilogo della faccenda, ovvero la condanna chiarissima del Comune a soccombere e ad accettare la sentenza del giudice di secondo grado. Cioè, che le multe fatte a Linate dalla telecamera (dal giorno della sua istallazione), per aver toccato la corsia gialla, e quelle fatte dai vigili di Milano per divieto di sosta dal 2013 in avanti, erano tutte viziate da illegalità. Infatti, non era più stato rinnovato l’accordo prefettizio col Comune di Segrate, scaduto nel 2013, e successivamente integrato dal direttore dell’Enac (ente nazionale aviazione civile) che però non aveva titolo per conferire a Milano il controllo del traffico nel territorio di Segrate (ove insiste l’aeroporto di Linate). Doveva essere l’epilogo, ma abbiamo appreso che i legali del Comune avrebbero proposto appello in Cassazione. Che, con tutta probabilità perderanno ancora, sia perché la sentenza appare granitica, sia perché lo stesso vicesindaco milanese ha ammesso che le contravvenzioni comminate dai ghisa meneghini sono illegali. Lo ha ammesso in un documento del quale siamo entrati in possesso. L’aspetto più paradossale della vicenda è che lo ha dichiarato davanti al prefetto di Milano il 31 maggio scorso, ben tre mesi prima di perdere il giudizio di secondo grado e di proporre appello in Cassazione.

 

UNA RIUNIONE A MAGGIO TRE MESI PRIMA DI PERDERE IN APPELLO MILANO CONFESSA ERRORI…

 

Ecco cosa si erano detti a maggio, i sindaci di Milano e di Segrate di fronte al Prefetto, in una riunione alla quale hanno preso parte ben 14 funzionari. Il sindaco di Segrate esordisce osservando che: “Il protocollo sottoscritto nel 2012 non è più stato rinnovato e pertanto ritiene che il Comune di Milano non abbia titolo per esercitare in via esclusiva e unilaterale il controllo del traffico. Conferma che le telecamere per il controllo delle corsie riservate insistono nel territorio comunale di Segrate e quindi il relativo servizio deve essere gestito dal suo Comune”. Aggiunge poi che, se non verrà ripristinata la legalità, l’amministrazione adirà le vie legali. Chiede infine di conoscere il numero delle contravvenzioni elevate a Linate, negli ultimi anni, dai vigili di Milano.

 

Il vicesindaco di Milano – a sorpresa – ammette che: “Un agente della polizia locale di Milano, in assenza di una convenzione che sia pienamente in vigore, non avrebbe il potere di elevare sanzioni per una violazione commessa nel territorio di competenza di Segrate, con conseguente invalidità/annullabilità della medesima”.

Aggiunge poi che in attesa di un futuro rinnovo della convenzione “Il Comune sospenderà le notifiche dei verbali emessi nel periodo antecedente ad oggi (ndr: 31 maggio 2018)”.

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