LE TECNICHE DEL DRIFT

 

 

Come ben sanno gli appassionati di questa disciplina automobilistica sportiva, la spettacolarità del drift è direttamente proporzionale alla capacità dei piloti di gestire, con grande sensibilità ed abilità di guida, le proprie vetture, in evoluzioni in controsterzo in condizioni più che precarie di aderenza, dotate di potenze assimilabili quando non superiori a quelle delle Gran Turismo che si ammirano nelle gare di velocità in pista.

 

Anche se in apparenza i drivers eseguono con naturalezza le loro evoluzioni, non si tratta certamente di compito facile, che richiede abile esecuzione di precise tecniche di guida che necessitano di apprendimento e di costante allenamento; giusto pertanto, a beneficio di coloro i quali non siano addentro a questo tipo di gare, un piccolo e semplificato riassunto di quali siano le tecniche di guida che i piloti applicano.

 

Poiché vengono utilizzate vetture a trazione posteriore, per far perdere aderenza al retrotreno del mezzo vi sono tecniche “statiche” e tecniche “dinamiche”, quelle cioè così chiamate che vengono utilizzate per generare il trasferimento di carico quale desiderato dal pilota.

 

 

Per prima va citata quella detta “transitorio”, utile a passare da una curva ad un’altra senza far riprendere aderenza al posteriore, applicando una sorta di “effetto molla”: durante un’azione in sbadata controllata in una curva a destra e si deve affrontarne un’altra in direzione opposta, si decelera bruscamente e, anticipando per giungere alla corda della successiva, si controsterza generando una sbandata in direzione opposta. Il cambio di direzione faciliterà lo spostamento del posteriore dell’auto, aiutando il pilota nell’azione di controsterzo successiva.

 

L’utilizzo del freno a mano in impostazione di una curva in controsterzo è largamente utilizzato, sia per innescare la sbandata che per mantenere una posizione “di traverso” dell’auto, aiutando a raggiungere il punto di “corda” della curva a seconda del tempo nel quale lo stesso viene azionato; ciò utile in quanto più l’ingresso in curva viene anticipato più punti si ottengono da parte dei giudici. Questa tecnica, se pur abbastanza semplice da attuare, può non risultare di facile controllo, e richiede sensibilità e feeling con la vettura.

 

Il blocco del ponte (in inglese shift lock) si attua arrivando in curva con una marcia più alta di quella che si utilizzerà in uscita, scalando marcia in entrata di curva e rilasciando la frizione; il conseguente blocco dell’asse posteriore andrà a generare lo stesso effetto di quello del freno a mano, ma con una minore perdita di velocità, ed una conseguente maggiore potenza disponibile per il proseguimento della sbandata. Di grande efficacia nelle curve più “lunghe”.

 

Altra tecnica statica utilizzata, semplice da eseguire ma forse la più difficile da controllare è quella del sovrasterzo di potenza, nella quale la coppia motrice mantiene lo slittamento del posteriore della vettura; arrivando all’ingresso della curva ad una velocità superiore a quella di percorrenza, una chiusura iniziale dello sterzo verso la direzione della curva abbinata ad un’accelerazione porterà il posteriore a sbandare ed a favorire una percorrenza in controsterzo della curva stessa.

 

 

Tra le tecniche “dinamiche” una frenata in curva può consentire al posteriore di sbandare verso l’esterno della curva, momento in cui si potrà accelerare per iniziare il controsterzo; importante in questa tecnica evitare il bloccaggio delle ruote anteriori al fine di evitare di vanificare la buona riuscita della successiva azione.

 

Di derivazione rallystica e concettualmente più facile da comprendere, il “pendolo” consiste nell’eseguire una sbandata in direzione contraria a quella della curva seguita immediatamente dopo da una successiva in direzione della curva stessa, in tal modo sfruttando il rollio che si ottiene per effetto dello spostamento del carico del peso sulle sospensioni. Si può ammirare questa tecnica specie al fondo di un rettilineo o dopo la partenza, per far sì che il veicolo non prenda aderenza.

 

Il rilascio, infine, dipende soprattutto dalle caratteristiche della vettura che si guida, e finalizza la scarsa stabilità della vettura quando si rilascia l’acceleratore e contemporaneamente si sterza, così generandosi una sbandata del posteriore progressiva.

 

Tutto qui… semplice…, o quasi!

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