LE FESSERIE ANTIDIESEL: De Vita: «Istituzioni e industria, accuse infondate e controproducenti»

 

Il diesel non trova pace: dopo le notizie, guarda caso provenienti dagli Usa, circa la volontà di FCA di abbandonarlo entro il 2022, nella giornata di ieri sono arrivate due decisioni da parte delle istituzioni. Per quanto riguarda il nostro paese, il sindaco di Roma, Virginia Raggi, ha annunciato di voler bandire le vetture diesel private dal centro della città entro il 2024. In Germania, invece, la Corte amministrativa di Lipsia ha de facto legittimato Stoccarda e Düsseldorf a decidere in autonomia per lo stop della circolazione dei diesel, respingendo il ricorso dei Länder del Baden-Württemberg e del Nord Reno-Westfalia, che ritenevano la materia di competenza federale e non comunale. Il nostro editorialista, Enrico De Vita, è intervenuto ai microfoni di Stefano Mensurati, su Rai Radio 1, nella rubrica “Tra poco in edicola” per parlare dell’argomento. «La Germania, la nazione che ha inventato i motori diesel, ma incomprensibilmente in questo momento li condanna – spiega De Vita -. Questo rifiuto arriva proprio nel momento in cui il diesel si è tolto di dosso tutte le accuse del passato. Nel secolo scorso, questo straordinario motore, grazie all’ingresso dell’elettronica nel 1990 per gestire la fase di iniezione, ha cessato di fare rumore, di vibrare, di essere pesantissimo, di emettere fumo nero. Poi, nel 1997, arrivò il common rail, inventato dagli ingegneri della Fiat e ceduto alla Bosch per poche lire, che ha aumentato la potenza, ha ridotto vistosamente i consumi, aumentando nel contempo la pulizia allo scarico».

«I decisivi vantaggi di questa soluzione, introdotta nel 1997 da Fiat e da Mercedes, sembrano ora disconosciuti da entrambe: FCA è in procinto di annunciare l’addio al diesel dal 2022. La Mercedes, la prima casa ad aver introdotto il diesel sulle automobili nel 1936, oggi dà un incentivo consistente, di circa 5.000 euro, a chi rottama un diesel fino a Euro 4. Che è lo standard considerato nel 2003 da Rubbia così pulito da indurlo ad invitare gli Stati a non spendere altri soldi per abbassare ulteriormente i limiti previsti dalle norme antinquinamento».

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