F.1 GP Monza il cuore oltre la rete, storie di passione del signor qualunque nel circo iridato

 La festa sotto al podio ma cosa succede varcati i cancelli? Lo spiega il nostro inviato speciale (Foto Filippo Di Mario)

 

Ho passato tutta la vita guardando cancelli. Chiusi. I primi anni con un certo sconcerto e amarezza: mi chiedevo e chiedevo ogni volta perché qualcuno potesse sempre entrare

e qualcun altro no, compreso il sottoscritto. “Perché qui entrano solo Piloti ed addetti ai lavori”, mi veniva puntualmente risposto. “E’ tutta gente che qui dentro lavora ed ha un regolare pass!”, proseguiva il mio solerte interlocutore. In realtà bastava osservare per qualche decina di minuti il via vai di gente che entrava ed usciva dai cancelli, per me chiusi, che la realtà era un pochino diversa. Tutti quelli che andavano e venivano avevano sì regolare pass, ma certamente non tutti erano addetti ai lavori, anzi!

 

E lo sconforto, a volte anche la rabbia, crescevano. Sì, perché ad uno che fin da giovanissimo è stato divorato dalla Passione per le Corse Automobilistiche pareva assolutamente

ingiusto di non poter avvicinare nemmeno per un attimo i suoi Eroi, i Piloti, specie quelli della Formula Uno. La sofferenza era tanta: facevo un tifo sfrenato anche per televisione, e già allora andavo a vedere i Grandi Premi dal vivo, prima a Monza, poi a Imola, poi a Monaco, poi e poi e poi… Dappertutto la stessa storia: cancelli chiusi. Mi spostavo per l’Europa e mi pareva addirittura che fosse sempre quello stesso cancello. Incontrovertibilmente chiuso. Sempre. Blindato. Off Limits. Proibito.

 

Poi m’è passata. Ho accettato il mio status di tifoso del Prato o della Tribuna, via via con sempre maggiore serenità. Me n’ero fatto una ragione. Anche perché avevo via via acquisito un mio modo di comunicare con i miei beniamini. Mi mettevo lì ad osservarli, a fissarli, studiandone i movimenti, loro e dei loro bolidi. Guardavo come si muoveva la Monoposto, come sbandava, come derapava, come frenava, come accelerava. Mi resi conto piano piano di quali fossero i movimenti voluti dal Pilota stesso o quelli da lui subiti. Poi scoprii i movimenti che

Lui stesso compiva, con la testa e poi con le mani, visibilissime, per esempio, a Montecarlo. Scoprii Armonie stupende, sensazioni meravigliose che alcuni Piloti mi regalavano osservandoli in Pista. E smisi di passare davanti a quel cancello chiuso…

 

Nello scorso weekend è capitata una cosa assolutamente insolita, dopo decenni di assidua frequentazione degli Autodromi: per la prima volta quel cancello si è aperto. Sì. Si è aperto per me!

Dopo notti insonni, venerdì mattina ho cercato di darmi un minimo di contegno. E, con il mio pass (sì, il mio!) ho sfilato imbarazzatissimo davanti ad una folla di tifosi chiusi fuori. E sono entrato.

E’ successo a casa mia, a Monza. Sono entrato nel Paddock del Tempio della Velocità durante un Gran Premio di F.1! Ci avevo già messo piede due anni fa, grazie a Pirelli, ma stavolta era diverso.

 

A CONTATTO COI MOSTRI SACRI. CHE POI SONO NORMALI COME ME

 

Avevo un pass tutto mio e ci potevo rimanere tutto il week end! Entro. Il cicalino del tornello che mi dà il via libera mi regala un sussulto, sento tambureggiare il cuore, e il nodo in gola si ingrossa.

Appena dentro l’atmosfera tranquilla e rilassata del venerdì di prove libere contrastava assai con l’agitazione che avevo addosso. Ho potuto accedere alla Press Room, dove c’erano già al lavoro parecchi Personaggi che leggo sempre avidamente su carta stampata e sui blog. Giorgio Piola, ad esempio, poi Paolo Filisetti, l’incommensurabile Pino Allievi, Alberto Sabbatini e Maurizio Voltini di Autosprint. Che ci facevo lì in mezzo a questi mostri sacri? Mi sentivo davvero indegno e imbarazzato. E questa è stata una sensazione che mi ha accompagnato per tutto il week end.

Poi Paolo Ciccarone, altro mostro sacro del Giornalismo motoristico, mi ha accompagnato per cominciare a scoprire il magico mondo della Sala Stampa dell’Autodromo Nazionale. Popolato da Persone gentilissime e garbate, molto solerti, attive, sensibili e molto attente alle esigenze di tutti. Tant’è che iniziai a tranquillizzarmi un po’…

 

Poi siamo scesi. Nel Paddock, l’inaccessibile Paddock di F.1! Sì, ero proprio lì ed ero proprio io! Umile, devotissimo appassionato, per una volta introdotto nel paradiso terrestre…

Incrociamo Pierre Gasly, della Toro Rosso. Si ferma, due, tre battute. Poi il fulmine: “Questo è Beppe Magni, collabora con me.” E Lui tende la mano e mi fa: “Pierre, nice to meet you!”

Cado morto stecchito…

 

VEDO I CRONISTI DI SKY, RAI…MI SEMBRA DI ESSERE DENTRO LA TV…

 

Giro dei Motor Home dei Team, sui quali i colori ed i marchi che popolano i miei Sogni più belli già mi mettevano una Emozione meravigliosa. All’interno Persone altrettanto stupende e gentili, di una disponibilità sorprendente di fronte ad uno sconosciuto come me. Ma oramai ero dentro, ero lì. E probabilmente basta entrare per acquisire, in men che non si dica, legittima cittadinanza.

Intravedo volti noti, notissimi, Mario Isola, i cronisti di Sky, quelli della Rai, di Sky Sport Uk… Non mi sento del tutto presente a me stesso: mi sembra di essere in un altro mondo, mi sembra di essere

entrato direttamente all’interno della mia TV di casa… Stare in Tribuna a vedere i miei Campioni e le Mie Macchine preferite è bellissimo, ma qui dentro ci sono tutte le Persone che permettono che il Grande Spettacolo avvenga e che venga debitamente raccontato, attraverso le parole, le immagini, i suoni…

 

Torniamo in Press Room, inizia la prima sessione di Prove Libere del venerdì, pioviggina. Nessuno si scompone, nemmeno i fotografi che partono alla volta della Pista, sono tutti avvezzi, no problem.

Rimango lì. Cerco di mettere insieme qualche pensiero, qualche sensazione. Ma le Macchine in Pista, i miei adorati Piloti, stanno sfrecciando e io, abituato al contatto, visivo, sensoriale, sono troppo lontano da loro! Finiscono le FP1. Cerco una soluzione. Chiedo. Devo avere una espressione veramente di estrema sofferenza, perché un addetto della Federazione Internazionale si muove a compassione.

 

 

E mi manda in Pista! Con i fotografi! Mamma mia, che commozione! Ascoltate tutte le raccomandazioni di sicurezza del caso, scendo e mi dirigo verso il portone di ingresso Pista. Davanti un omone con la barba: questo è sicuramente San Pietro, mi dico. Mi vede e mi apre la Porta, La porta del Paradiso! Sono a bordo Pista! Nel cuore pulsante del Tempio della Velocità! Piango. Piango a dirotto.

Come un bambino che ha ricevuto il più bel Regalo della sua vita. Non mi importa se qualcuno mi vedesse. Non sto facendo nulla di male. E poi, anche volessi, non riuscirei proprio a trattenere le lacrime. Non è vero che quelli della Federazione Internazionale sono sempre burberi e cattivi. Sono arrivato in Prima Variante. Mi apposto dietro la rete, attento alle indicazioni dei Commissari e a non dar fastidio ai fotografi. Tra poco arriveranno gli Eroi, i miei Eroi, per dar vita alla Seconda Sessione di Prove Libere, stavolta sull’asciutto, dappertutto, tranne che sul mio volto, sempre umido

di lacrime… Sono sotto alla Vecchia Sopraelevata, un pezzo di Storia che accarezzo, che bacio. Una parte importante del Tempio che è stata da poco manutenuta come si conviene.

 

SONO TUTTI GENTILI, QUELLI DELLA FEDERAZIONE NON SONO ORCHI CATTIVI

 

Non posso, non riesco, non riuscirei mai a trovare le parole giuste per descrivervi compiutamente quello che ho provato nell’ora e mezza successiva. Vi lascio immaginare cosa avrebbe provato

ciascuno di voi, Appassionato come me e più di me, ad essere lì, ad osservare da vicino questi venti Ragazzi fantastici, questi Cavalieri che stanno per scrivere una pagina in più di una Storia Gloriosa, centenaria. Che stanno per dare nuovo lustro ad una categoria che vive momenti particolari: una nuova proprietà, nuovi modi di diffusione su pay tv e su internet, sui social, nuovi modi di intrattenimento dei tifosi, con all’orizzonte nuovi regolamenti tecnici e forse sportivi. Ma una categoria, la F.1, sempre viva, ambitissima, seguitissima, esaltata dal blasone e dal Mito delle Grandi Squadre, Ferrari, Mercedes, Mc Laren, Renault, e dalle Grandi Piste, Spa, Montecarlo e, appunto, Monza, il Grande Tempio della Velocità, in cui sto vivendo un Sogno proprio dall’interno, dal Suo Grande Cuore pulsante.

 

Sì, perché una volta tornato nel Paddock incontro di nuovo tanta Gente, Gente Speciale, Piloti, Tecnici, Meccanici, Giornalisti, Addetti ai Lavori, Gente che crea questo Grandissimo Spettacolo con la Passione e il grande, instancabile Lavoro che sono necessari perché tutto funzioni alla perfezione in qualsiasi angolo del mondo.

Incontro Jackie Stewart. Chiedo una foto. Lui si concede, gentilissimo. Chi scatta la foto gli fa: “Jackie, sai che Beppe è un personaggio famosissimo? C’è gente che ha pagato 5.000 sterline per fare una foto con lui!” “Davvero?” fa Lui. “Allora ti do il mio iban, così tu mi fai il versamento in banca così poi girerò il dovuto a Beppe!” Sprofondo. Jackie Stewart. Capite? Jackie Stewart!

 

Sono stati Tre Giorni che non so nemmeno se li ho vissuti o li ho davvero sognati, talmente sono stati stupendi. Certo, i Piloti, anche nel Paddock, per la maggior parte delle volte, vanno di fretta.

Difficile anche lì strappare un autografo o un selfie. Ecco, forse l’unico appunto potrebbe essere questo: bisognerebbe trovare il modo di renderli un pochino più disponibili, questi Ragazzi, questi Eroi.

D’accordo, abbiamo la sessione autografi del giovedì. Ma non basta. La gente comune, gli Appassionati vogliono vederli, i loro beniamini. Ci vogliono parlare, fare foto con calma, scambiare qualche battuta.

 

I PILOTI VANNO DI FRETTA ANCHE NEL PADDOCK…FERMARSI FAREBBE BENE

 

Davvero non è possibile dedicare uno spazio giornaliero a questa attività? Sarebbe veramente quello che manca di più. Perché, d’accordo, la maggior parte di loro è attiva sui social, e poi, diciamocelo, il linguaggio che conta, quello che ci piace di più, e quello che Loro, i moderni Guerrieri, parlano in Pista, incrociando traiettorie, frenate, impostando curve, derapando come solo loro.

Però un momento giornaliero per poterli vedere, con calma, non sempre di corsa, anche nel Paddock, manca. Manca a tutti gli Appassionati. Anche a quelli che lavorano in Sala Stampa. Sì, perché ci sono fior di Appassionati anche là, tra i Giornalisti e tutti quelli che ci raccontano quotidianamente questo fantastico mondo sui social o sui siti. Anzi, sono tutti Super Appassionati, per lo più competenti e molto  disponibili. Hanno pure una abilità che per me è assolutamente pazzesca, quasi assurda: qualsiasi cosa succeda in Pista mantengono un aplomb da Lord inglesi, niente escandescenze, niente schiamazzi o imprecazioni, come spesso avviene in tribuna. Sono anche loro, a loro modo, dei Personaggi, alcuni degli Eroi, anche molto più noti e famosi di alcuni stessi Piloti.

 

Ho incontrato e conosciuto queste e tante altre Persone. Ho vissuto Tre Giorni come su una nuvola. Probabilmente il Paradiso è davvero così. Nessun momento di tensione o contrarietà. Anche i “burberi” della Federazione si sono mostrati gentilissimi. E allora GRAZIE! GRAZIE a Chi ha permesso questo miracolo. Di tutto cuore. GRAZIE ai Piloti, agli addetti ai Motor Home, alle cucine, ai Meccanici.

GRAZIE a San Pietro. GRAZIE al TEMPIO DELLA VELOCITA’. Tornerò? Chi vivrà…

 

 

 

 

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