F.1 Gp Monaco, una tranquilla domenica di esaltazione Hamilton e gioia Ferrari

Era cominciata in maniera davvero troppo tranquilla la giornata. Sveglia tardino, colazione con calma, qualche foto nella tranquillità del lungomare di Mentone. Marcia di avvicinamento al Principato ad andamento lento, godendoci il panorama. Della ressa e dell’entusiasmo che c’erano trenta, quaranta anni fa in quello che era considerato il terzo gran premio italiano, nemmeno l’ombra. Non c’era nulla che lasciasse presagire quello che poi sarebbe successo. In realtà, quando sono entrato nel paddock e ho incontrato il gran sorriso di Ricciardo, avrei dovuto percepire che sarebbe stata una giornata luminosa, nonostante una grigia nuvolaglia la rendesse un pochino fosca. Ma tant’è…

 

Arriva al Paddock Valtteri Bottas, non esattamente il phisique du rôle del campione automobilistico che è, infatti i presenti non lo assediano più di tanto. Ne approfitto per un selfie e per un “good luck” per la ormai imminente gara del pomeriggio. Ci infiliamo poi nel motorhome Mercedes per il pranzo. Impeccabili e gentili, come sempre, gli addetti della casa della stella ci offrono uno squisito chicken thai, mentre scherziamo con il simpatico addetto stampa. Poi, il colpo di scena: entrano in sala, a distanza di pochi minuti, prima Valtteri Bottas e poi il cinque volte campione del mondo Lewis Hamilton, impeccabili e iconici, nella loro perfetta tenuta Mercedes AMG F.1. Sto mangiando, sono sul loro motor home e dovrei rimanere calmo, fingere di non averli quasi visti, dissimulare la grandissima emozione, simulare indifferenza… Ci provo… Ma le gambe si muovono, l’epiglottide si chiude, la salivazione si azzera e il cuore batte all’impazzata!

 

Ho a due metri scarsi da me due campioni che ammiro da anni, di cui uno è, per me, il più forte che abbia mai visto correre, insieme a Ayrton Senna e Michael Schumacher. So che dovrei rimanere calmo e, soprattutto, stare fermo. Ma le gambe partono da sole, raggiungo Lewis Hamilton come in apnea, in preda a uno stato di esaltazione e di emozione enormi. “ Can I have a pic with you?” Gli chiedo, con la flebile voce di un bambino che ha appena visto il suo supereroe preferito. “Yes!” Dice lui. Arriva il collega e ci fa un paio di scatti. L’umile tifoso e Lewis Carl Davidson Hamilton, da Stevenage, cinque volte campione del mondo di Formula Uno. Sto certamente sognando. Sento di toccare il cielo con un dito. Questo non è solo il mio sport preferito, è una parte molto importante della mia vita, un avvenimento che segna i miei giorni, le mie notti, le mie settimane ed i miei anni da decenni e decenni. Ed ora ero lì, con un uomo e un fuoriclasse incommensurabile, uno che mi esalta e mi emoziona come pochissimi altri, tutte le volte che mette le ruote in pista… Quasi non ci credo, tanta è la meraviglia…

 

Poi, la gara. Sapete tutti come è andata. Per me, a Sainte Devote, è stato come trovarsi settecento metri più avanti, dentro al Casinò, dove la pallina ha girato nella roulette per un’ora e mezza senza fermarsi mai. E noi lì, col cuore in gola, aspettando come andasse a finire, ammirando I controsterzi di Valtteri Bottas e di Max Verstappen. Una roulette dove splendeva anche il rosso, come naturalmente è sempre stato e dovrebbe accadere. Ma non era così scontato, soprattutto dopo la giornataccia di ieri. Alla fine è uscito il nero, il re nero. Lewis Carl Davidson Hamilton, che è passato sopra a tutti i problemi di gomme che ha patito la sua argentea principessa e, facendo due spalle larghe come un condominio, ha avuto la meglio su un ragazzo fortissimo, Max Verstappen, che ci ha provato e riprovato in tutti i modi, anche dando una bella bussata alla chicane, che vista in diretta, dal vivo.

 

Bravissimo anche il cavaliere della rossa, Sebastian Vettel, che l’ha portata lì davanti e l’ha tenuta lì, al tavolo importante, quello dove si sono decisi i giochi. Grandissime, enormi, indimenticabili emozioni, oggi a Montecarlo, Monaco. È proprio perché sogno costantemente giornate come questa, che attendo con trepidazione tutto l’anno di venire qui al gran premio. Oggi sono andato davvero al di là dei miei sogni più belli. Ringrazio di cuore chi ha permesso tutto ciò. E tutti i miei eroi in pista: ancora una volta non hanno tradito le mie speranze, dando vita ad una sfida vibrante, impareggiabile, di cui, certamente, assaporerò l’esaltazione per chissà quanti giorni ancora. Grazie Monaco! Grazie di cuore, F.1!

 

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