F.1 Gp Monaco diario di viaggio, giorno 1 le emozioni del Principato

 Vettel col casco dedicato a Niki Lauda (foto Magni)

 

Avete mai provato a non dormire di notte, non perché siete preoccupati di qualche cosa, ma perché siete emozionati, ebbri di felicità? Il cuore batte due livelli sopra la media e vi fa girare, voltare e rivoltare nel letto. Vi assale anche un po’ il nervoso, perché lo sapete benissimo che dovete riposare, ma la Gioia, l’Emozione vi toglie quasi il respiro. Questo, esattamente questo mi è capitato la notte scorsa. E anche un po’ quella prima, a dir la verità. Erano le Notti prima della Trasferta Magica, quella attesa per tutto un anno. La trasferta a Montecarlo per il Gran Premio di Monaco. 

In realtà ho visto qui, dal vivo, tutte le sei Grandi Vittorie di Ayrton Senna. Ma stavolta è diverso. Qualcuno ha voluto che l‘umile tifoso varcasse i cancelli, che vedesse dopo oltre trent’anni di assidua e fedele presenza nel Principato, cosa c’è e soprattutto Chi c’è oltre quella rete, al di là di quei fornelli invalicabili. Ce n’è da togliere il sonno per una settimana! Arriviamo in Circuito, Circuito… sono normali, strettissime strade cittadine per l’occasione chiuse al pubblico per permettere di disputare il Gran Premio più celebre del mondo. Vedo i poster celebrativi dei novant’anni e penso a William Grover-Williams, primo vincitore nel 1929 con la sua Bugatti. Poi mi viene in mente Guy Moll, l’ardente, coraggiosissimo Campione algerino che vinse giovanissimo il GP Monaco 1934 con l’Alfa Romeo.

 

 

 

È un nome che mi sovviene spesso, perché ricordo che Enzo Ferrari, parlando di Gilles Villeneuve, ebbe a paragonarlo, oltre a Nuvolari, anche allo stesso Guy Moll, per il coraggio, l’ardimento e anche la sprezzante Sfida al pericolo che ardeva nel cuore di quel giovane Eroe, andatosene troppo presto durante la disputa della Coppa Acerbo di quello stesso anno. Ebbene, ora sono qua, su quello stesso medesimo Teatro, su quelle stesse medesime strade, ad ammirare altri Eroi, ad applaudire altri Campioni. Seppur al giorno d’oggi sappiamo che i Piloti rischiano davvero quasi nulla, il brivido e la Grande Emozione di vederli sfrecciare in queste stradine così strette, rimane. Immagino che, all’epoca, si avvertisse molto di più la temerarietà di quegli Uomini, a bordo di quei mezzi stupendi, ma ancora alquanto improbabili, inaffidabili, certamente privi di qualsiasi concetto legato alla sicurezza.

 

Ma venire qui, dal vivo, vi assicuro che anche negli anni ottanta, così come oggi, si avverte e si percepisce nitidamente la stupenda abilità da giocolieri che hanno i Campioni moderni nel tenere, nel trattenere quasi, in questa gabbia da oltre tre chilometri e tre, le loro belve inferocite, che dappertutto vorrebbero essere, tranne che in questo prestigiosissimo budello. Ammirare Lewis Hamilton che disegna da par suo il Portier, assecondando con abilissimo gioco di piedi e di mani il controsterzo di potenza che ha posseduto la sua Mercedes in uscita, sfiorando magistralmente il guard rail, è uno Spettacolo che, vi garantisco, vale il prezzo del biglietto.

 

VEDERE LA F.1 DAL VIVO SULLE STRADINE E’ EMOZIONE PURA

A venire qui a vedere dal vivo, viene davvero da applaudire chiunque scenda in pista. Perché in tv sembra una Pista stretta, ma vista da qui, lo è ancora di più. Forse è proprio per questo che trent’anni fa stavamo quattro notti in sacco a pelo sulla Pelouse, o sugli scogli, facendo dei ridicoli tentativi di dormire. Neppure allora ce la si faceva, talmente tanta era l’Emozione, il batticuore. Anche quelle notti venivano in mente gli antichi Eroi, veniva in mente Fangio, passato indenne tra un groviglio di macchine incidentale al Tabaccaio, andando a vincere. Poi ci si alzava nel cuore della notte e si andava a vedere il punto in cui fini in acqua nel 1955 Alberto Ascari, con la sua Lancia, che era più o meno lo stesso punto in cui ebbe il suo incidente il povero Lorenzo Bandini nel 1967.

 

Una preghiera per lui non mancava mai. Poi ti svegliavi la mattina e vedevi Ayrton Senna, Michele Alboreto, Jean Alesi, Nigel Mansell, Riccardo Patrese. Lo stesso, grandissimo Campione incontrato qui stamattina, come se il tempo si fosse fermato, come se tutti i Grandissimi Campioni che hanno corso qui fossero scesi tutti insieme in Pista, a fianco di Vettel, insieme a Verstappen, a Hamilton, a Charles Leclerc. Che bello essere qui a raccontare di questi Grandi Artisti che hanno riempito e riempiono i nostri occhi, le nostre anime, i nostri cuori…. Venite anche voi, Ragazzi! Ne vale la pena! Finirete col commuovervi, come quell’umile tifoso, finito, stavolta, dall’altra parte della rete…

 

 

 

 

 

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