F1, GP Giappone 2018: la nostra analisi [Video]

Lewis Hamilton a Suzuka ha colto la settantunesima vittoria della sua carriera e la cinquantesima con la Mercedes; l’unico a coglierne di più con lo stesso team è stato Michael Schumacher con la Ferrari. Numeri impressionanti, questi, a coronare un weekend dominato sin dalle prove libere. Il vantaggio di 67 punti in classifica piloti su Vettel, in più, gli potrebbe permettere di vincere il quinto titolo mondiale già ad Austin.A regalare il primo match point della stagione ad Hamilton è stato Sebastian Vettel: il tedesco della Ferrari ha colto solamente un sesto posto per via di un contatto con Verstappen ad inizio corsa. Il conseguente testacoda lo ha relegato in fondo alla classifica, e la sua rimonta si è fermata ben prima del podio. Una manovra, quella del tedesco, che si è rivelata decisamente controproducente, visto il risultato finale. Il weekend di gara a Suzuka per la Ferrari si era già complicato sabato, con la scelta, rivelatasi completamente errata, di montare le intermedie e non le slick in vista di una pioggia che è arrivata troppo tardi. Sia Vettel che Raikkonen hanno perso la finestra per ottenere tempi competitivi, ma il primo ha anche commesso un errore che lo ha relegato in quinta fila, poi diventata quarta per la penalità comminata ad Ocon. A complicare il quadro sono arrivate anche le dichiarazioni di Maurizio Arrivabene nel post qualifica. Max Verstappen, terzo sul podio, oltre al contatto con Vettel è stato protagonista di un altro incontro ravvicinato, quello con Raikkonen ad inizio corsa, sanzionato con una penalità di cinque secondi scontata durante il pit stop. A fine corsa il buon ritmo della Red Bull con le soft ha permesso all’olandese di arrivare a tallonare Bottas a fine corsa.

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