F.1 GP Germania, Vettel un errore da principiante

 La disperazione di Vettel dopo l’uscita (Foto Flavio Mazzi)

 

Ferrari, un errore da principianti. Ecco come si può definire l’uscita di pista di Vettel che, fino al 53 giro, aveva gestito e controllato una macchina perfetta fino a che le gomme non hanno cominciato a degradarsi. Ma anche col blister in atto, Vettel e Raikkonen comandavano la danza, la Ferrari sembrava imbattibile perché Bottas non aveva il passo giusto e Hamilton era troppo lontano. Fino al 53 giro, quando alla seconda curva del Motodrom Vettel ha messo le ruote sullo sporco, ha bloccato il posteriore ed è finito dritto contro le barriere. Un errore che ha creato la disperazione in Sebastian, l’urlo feroce della folla.

 

Di quella che tifava Mercedes e che vedeva una vittoria impensabile. E i fischi delusi dei tifosi della Ferrari che si sono sentiti traditi da questo errore. Non è la prima volta che accade, in passato esempi illustri di errori ce ne sono a iosa. Da Senna a Montecarlo, da Mansell in Canada nel 92, a Schumacher sempre a Montecarlo nel 96 e tanti altri ancora, inutile rinvangare tutto. Succede in F1. A volte capita nel momento meno indicato del campionato, perché quando hai la macchina superiore come in questa fase, andrebbe evitato. Un altro è quando hai un divario e cerchi di recuperare al massimo e quindi sei in affanno. Questo errore si aggiunge agli altri già commessi durante la stagione, da Baku su Bottas al GP di Francia con la toccata alla Mercedes.

 

Da questo momento in poi è vietato sbagliare, lo sa Vettel e lo sanno alla Ferrari che dal muretto era pure intervenuta per farlo passare su Raikkonen, che pure era veloce e poteva vincere la corsa senza la strategia monodirezionale della rossa. Infatti, se i piloti avessero avuto corsa libera, in questa occasione la Ferrari avrebbe vinto almeno con Raikkonen. Ma col mondiale in ballo e coi punti che servono, si è deciso di giocarsi la carta Vettel. Che l’ha sprecata. Le sue scuse agli uomini del muretto e ai meccanici dopo, sono state il segno evidente dell’avvilimento di Sebastian, il primo a sentirsi male per quanto accaduto. Ma come si dice spesso, si vince e si perde tutti insieme. Lo ha detto Seb, lo ha ripetuto Hamilton il sabato. Di sicuro nel duello fra piloti, uomini a confronto, Lewis esce da gigante nel confronto. Ha saputo gestire le gomme soft banda gialla per più giri di Vettel a inizio gara, ha saputo gestire le gomme più morbide dopo, quando con asfalto bagnato e umido era più facile sbagliare.

 

Non lo ha fatto, ha preso per i capelli (vabbè, le treccine di Hamilton meglio lasciar perdere…) e ha preso la testa del mondiale dando un 25 a 0 nella gara in cui la Ferrari poteva fare cappotto. Non è successo, fra sette giorni si replica, ma tutto dipenderà dall’umore e dal morale. Perché per la Ferrari la faccenda Marchionne, per quanto non sembri, è una bella tegola sulla testa, a livello umano prima e professionale poi.

automoto.it

 

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