F.1 Gp Canada 2018 Hamilton e la ricerca del telefono perduto

 

Lewis Hamilton ha una memoria di…pan di zucchero. Infatti, appena finita la conferenza stampa pre prove con i giornalisti, ha mollato il tavolo e se ne è andato nel suo ufficietto, salvo tornare poco dopo chiedendo se ci fosse il suo telefono sul banco. Facce sgomente da parte dell’addetto stampa e dei pochi rimasti, tutti a guardare in giro e per terra, senza peraltro trovare traccia del prezioso cimelio. Lewis ha cominciato a innervosirsi, perché aveva delle chiamate urgenti da fare e aveva una serie di cose private al suo interno, tanto che si era pensato di denunciare alla polizia l’accaduto e fermare tutti coloro presenti alla conferenza stampa…fino al colpo di scena. Mettendo le mani in tasca, Lewis ha scoperto che il suo telefonino lo aveva appunto messo in tasca, l’ultimo posto dove lo ha cercato…

 

Caschi, dall’anno prossimo si cambiano

 

Sta destando un poco di preoccupazione la nuova normativa di omologazione dei caschi che sarà introdotta dal prossimo anno. Alcuni grossi costruttori sono in ritardo e non hanno ancora omologato niente, mettendo a rischio contratti coi propri piloti. Le parti in causa rassicurano che entro luglio o al più tardi settembre sarà tutto in ordine. Ma in cosa consiste la norma che rischia di far saltare i bilanci di molti piloti (parliamo dei privati perché in F.1 vengono pure pagati per indossarli)? La visiera in zylon che i piloti hanno sul casco da qualche stagione dovrà essere interna, ovvero far parte della struttura del casco stesso, quindi si avranno calotte più rigide, ma il problema è che la norma (Fia 8860) prevede limiti di dispersione dell’energia molto più ampia. Ovvero esattamente il contrario di quanto succede con calotta più rigida. Risolvere il problema, in tempi brevi, non è facile e garantire la sicurezza secondo le norme FIA richiede più ricerca, sviluppo e investimenti. Tanto per fare un esempio, se un pilota dovesse comprare il casco dagli attuali 3000-3500 euro dovrebbe sborsarne più di 5000, moltiplicato la decina di caschi usati in una stagione. Infatti, un casco nuovo dura a mala mena due o tre gare. Poi viene smaltito per due motivi: la sudorazione interna, che raggiunge per alcuni piloti livelli tale da essere impossibile da usare per ovvie ragioni (anche sostituendo l’imbottitura) e i colpi presi che ne renderebbero necessaria una riverniciatura completa, con costi conseguenti. Ebbene, se dal 2019 per certe categoria non si avranno caschi in regola con le nuove norme, si sta a casa. Per chi fa il professionista il problema è relativo (intascano da 50 a 150 mila euro a stagione più i vari caschi gratis da rivendere o dare agli sponsor), mentre dalla F.2 in giù, bisogna mettere mano al portafogli…

 

Verstappen e le testate ai giornalisti…

Durante la conferenza stampa pre gara un collega canadese ha chiesto a Max Verstappen perché facesse tanti incidenti. Max, visibilmente contrariato, ha replicato a brutto muso dicendo che non accettava provocazioni e che se si continuava su quel filone avrebbe cominciato a dare testate verso gli interlocutori…A parte che la domanda era legittima, anche se posta in maniera sciocca, è anche vero che il buon Verstappen è molto nervoso e si sente accerchiato, al punto che lo stesso Jackie Stewart gli ha consigliato un periodo di analisi e di non dare tutto e subito per dimostrare quanto è bravo. Il talento c’è ma inutile sprecarlo così.

 

Bandiera rossa per le gialle e nere

A Montreal ci sono state due sospensioni delle prove libere, al mattino perché c’è stato un problema tecnico alla Renault di Hulkenberg, al pomeriggio perché Sainz ha toccato il muro e lasciato detriti in giro per la pista. Fra le altre vittime delle chicane anche il pilota locale, Lance Stroll, che ha toccato e rotto una sospensione. Tra l’altro aveva anche una tribuna dedicata dopo il tornantino…

 

A Montreal ricordando Villeneuve

Giusto 40 anni fa, era il 1978, Gilles Villeneuve ottenne la prima vittoria in F.1 con la Ferrari T3 su questo circuito. La gara fu ricca di colpi di scena e col ritiro di Jarier a pochi giri dalla fine, sulla Lotus lasciata libera dopo la scomparsa di Peterson a Monza, il piccolo Gilles mandò in estasi i presenti che già nel 1977 avevano assistito alla prima gara che, da regolamento dell’epoca, non era valida per il mondiale. A distanza di 40 anni il figlio Jacques, con la mamma Johanne, erano sulla linea di partenza, proprio dove compare la scritta Salut Gilles, per la commemorazione e per lanciare i giri dimostrativi che si svolgeranno prima della gara. “E’ incredibile quanto amore e quanto affetto ci sia ancora oggi nei tifosi ricordando Gilles – ha detto Johanne – l’idea però è venuta a mia figlia Melanie, infatti io lavoro con lei, che ha trovato la macchina e che ha pensato sarebbe stato bello ricordare così”. Anche Jacques era particolarmente emozionato: “E’ la mia gara di casa, mi spiace solo di non essere riuscito mai a vincerla”.

automoto.it

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