F.1 e Pirelli, Tronchetti Provera sul futuro ma "ricerca e sviluppo resteranno in Italia".

 

Fra gli argomenti in discussione per il futuro della F.1 si parla anche di nuove gomme su cerchi da 18 pollici, una rivoluzione tecnica che porterebbe a auto completamente nuove. Pirelli è da sempre leader nel settore alto di gamma e la sfida non rappresenta un problema. Lo dice Marco Tronchetti Provera, CEO di Pirelli e vice presidente esecutivo: “Per noi costruire gomme da 18 pollici non è affatto una cosa impossibile, le abbiamo già testate su una monoposto di GP2 e sono usate in altre categorie. Credo che il problema riguardi i costruttori che dovrebbero rifare completamente una monoposto, dalle sospensioni all’aerodinamica. Quindi sposterei l’attenzione su questo aspetto, per noi non rappresenta affatto un problema anzi sarebbe una bella sfida tecnologica in cui siamo già pronti da tempo”.

 

La F.1 quindi come una sfida tecnologica e non una operazione meramente commerciale. Marco Tronchetti Provera, all’ultimo GP di Montecarlo è stato chiaro sui motivi che legano la presenza nel circo iridato del costruttore di pneumatici italiano.

 

“La F.1 deve essere la spinta tecnologica che offre a Pirelli di presentare prodotti leader nel proprio settore – dice Tronchetti  Provera – se invece l’idea è quella di una sola vetrina in cui mostrare un marchio in giro per il mondo, la cosa non ci interessa affatto”.

 

Il riferimento è al rinnovo del contratto di fornitura a partire dal 2020 in poi con i proprietari della F.1, il gruppo americano Liberty Media che da due stagioni ha sostituito la gestione di Bernie Ecclestone. Ci sono differenze fra i due metodi?

“Ecclestone ha creato tutto e ha reso la F.1 qualcosa di unico, prima di lui non c’era nulla. Liberty deve trovare il modo di proseguire questo lavoro e fare qualcosa di nuovo. Abbiamo ottime relazioni con i nuovi asset, parliamo e discutiamo di tante cose, ma il nostro punto di vista parte da un dato incontrovertibile: saremo della partita solo se la ricerca e la tecnologia saranno i cardini del regolamento. Fare gomme performanti e sicure sono il nostro obiettivo”

 

– Come si giustifica la ricerca e sviluppo visto che siete unici fornitori del campionato?

“Intanto diciamo che Pirelli è presente in oltre 340 competizioni motoristiche di massimo livello nel mondo, oltre alla F.1 c’è la F.2, la GP3, le moto e altro ancora. Quindi non solo F.1 anche se è la vetrina più importante. I nostri tecnici hanno studiato diversi tipi di gomme con caratteristiche ben precise e diverse, questa è una sfida tecnologica che il nostro centro ricerche e sviluppo ha portato avanti con successo. Solo per limitarci al GP di Montecarlo, abbiamo stabilito il nuovo record sul giro in qualifica e quindi anche in gara con Verstappen. Questi sono risultati sotto gli occhi di tutti e dimostrano la capacità dei nostri tecnici di produrre una gomma sicura ma altamente performante”.

 

– Quanto incide sui costi generali la F.1? E cosa dà in termini di ritorno?

 

“Di costi non ne parlo per ovvie ragioni, il ritorno di immagine è enorme in tutto il mondo e anche dal punto di vista commerciale. Sulle vetture alto di gamma, le supersportive, siamo i leader indiscussi e questo proprio grazie alla ricerca e sviluppo che facciamo in Italia”.

 

– I dati di audience della F.1 però sono in calo… In Italia nei primi 5 GP si sono persi quasi 15 milioni di ascoltatori rispetto all’anno scorso…

 

“Liberty Media sta sondando un nuovo modo di comunicare. La televisione e i giornali fanno parte della tradizione, ma ci sono piattaforme, come il web e altri canali, ancora tutti da scoprire, è un misto di tradizione e innovazione che darà dei risultati, ora siamo in un periodo di transizione”

 

– Parlando di innovazione, la proprietà cinese potrebbe spostare i centri ricerca all’estero?

“No escluso. Abbiamo una clausola nello statuto per cui la sede e la ricerca non si possono trasferire se non con il voto favorevole del 90 per cento del capitale ordinario complessivo. Su questo punto siamo stati fermi: la ricerca e lo sviluppo resteranno sempre in Italia. I partner cinesi sono d’accordo con noi”.

 

– Perché in Italia abbiamo dei grandi risultati quando si parla di ricerca e sviluppo?

“Gli italiani hanno la fantasia, la capacità di studiare e la voglia di trovare nuove strade. Non c’è nessuna altra nazione al mondo con un potenziale come il nostro. Abbiamo dei tecnici, non solo in Pirelli, ma anche in altre aziende, che della fantasia, la dedizione, l’innovazione fanno del nostro Paese il luogo ideale. Su questo sono fermamente convinto della qualità dei ricercatori italiani, un patrimonio che nessuna nazione al mondo ha e che, purtroppo, non sempre viene sfruttato a dovere perché la spesa per la ricerca e l’innovazione da noi è bassa. Sta alle singole aziende investire e direi che abbiamo tantissimi esempi di altissimo livello che lo dimostrano”.

 

– Parlando di aziende e di mercato non si può fare a meno di parlare di politica e del governo nascente…

 

“Preferisco non fare commenti”.

 

– Parlando invece di calcio, non è andata come sperava…

 

“Intanto torniamo in Champions League con l’Inter e questo significa avere 40 milioni in più da spendere e fare una buona campagna acquisti. Poi eravamo partiti bene, abbiamo visto come è finita. Come la penso e su chi vorrei in squadra, se apro bocca faccio un disastro, per cui so come la penso ma non lo dico!”.

automoto.it

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