F.1 Berger, dal DTM da Lapo alla Ferrari: Vettel veloce, ma Hamilton un mostro

MILANO – L’appuntamento era alle 12, presso Garage Italia a Milano, il locale alla moda di Lapo Elkann, per presentare la tappa italiana del DTM, il supercampionato turismo tedesco che il 9 giugno sarà di scena a Misano Adriatico con Andrea Dovizioso ospite di prestigio. Ma Gerhard Berger non ha parlato solo della sua esperienza come promotore del campionato, ha anche parlato del suo amico Niki Lauda, i cui funerali si svolgono proprio oggi, mercoledì 29 maggio, a Vienna.

 

E parlando di Lauda non si è potuto fare a meno di parlare di Ferrari. “Niki l’aveva nel cuore, anche da presidente Mercedes. In F.1 la prima volta si era presentato con Helmut Marko a Maranello. I rapporti sono sempre rimasti buoni, anche se in pista Marko è il capo di Red Bull e lui di Mercedes. Io poi ho seguito i suoi passi arrivando a Maranello, ma non ho vinto quanto lui. Un grande davvero, uomo capace, tecnico, intelligente. Ha vissuto 70 anni appena, ma c’è gente a questo mondo che potrebbe vivere mille anni senza fare la metà di quanto fatto da Niki Lauda”.

 

Berger ha corso con la rossa fino al 1995, conosce bene l’ambiente e conosce bene anche Vettel. Le voci di un ritiro possibile a fine anno o un modo forse troppo rinunciatario contro Hamilton lo stanno mettendo sul banco degli imputati…”Calma, ragazzi. Vettel è un campionissimo che ha tutto. Visione di gara, velocità, carattere semplice. Darlo per finito o rinunciatario è sbagliato. E poi si scontra con Hamilton, uno che va forte sul bagnato, sull’asciutto,  uno che ha dentro una fame agonistica da paura. E’ una persona che potrebbe correre coi pattini o giocare a bocce e avrebbe sempre la stessa carica. Vettel soffre solo una cosa: deve avere tutto l’ambiente attorno a lui concentrato e dedicato a lui. Se appena vede qualcosa che non torna, perde quel minimo di concentrazione per essere al 100 per 100 come richiede la F.1″.

 

Chi lo vede nei box ha notato una sorta di linguaggio del corpo, come dicono gli inglesi body language, che fa capire come ci sia un certo disagio interiore anche se in pista dà sempre il massimo…”Per me ricorda un po’ ai tempi Red Bull quando si è trovato al fianco Ricciardo. Pilota giovane, veloce, aggressivo. Sebastian si era un po’ perso, tanto che è venuto alla Ferrari. Adesso ha al fianco Leclerc, un ragazzo giovane, veloce, ha talento, lo conosco dai tempi del kart. Quindi più che un problema di Vettel, è della squadra saper gestire due piloti veloci. Se guardi al passato McLaren, Williams e anche la Mercedes hanno avuto situazioni simili. Ecco, forse Sebastian non si ritrova proprio a suo agio, sente che qualcosa gli sfugge di mano o non ha il pieno controllo di tutto. Forse gli manca questa supervisione globale. Al contrario di Schumacher, ad esempio, che sapeva prendere gli uomini giusti e fargli gestire il tutto insieme.

 

E’ l’unica differenza che vedo. Vettel è molto tedesco in questo, un ragazzo semplice, dedito alle corse, ha talento. Non lo ha perso”. Ma sappiamo che Hamilton ci tiene a finire la carriera e vincere con la Ferrari, per Vettel non ci sono molte possibilità di trovare un team competitivo…”No, uno come Vettel troverà sempre un volante in F.1, escludo che via dalla Ferrari, non possa correre con un team competitivo”. Come vedi il prosieguo della stagione? “Mercedes ha preso un bel vantaggio, Hamilton è un gigante, ma Bottas è cresciuto tantissimo, davvero molto bravo. Non è facile confrontarsi con Lewis. La Ferrari spero riesca a risolvere i problemi tecnici, ha perso due gare che poteva giocarsi al meglio, Barhain e Baku. Hanno sprecato l’occasione, un peccato perché il mondiale avrebbe un altro sapore”.

 

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