Alfa Romeo, quando il bialbero entra nella storia

Oggi primo giorno della maturità 2019 e all’apertura delle buste un titolo di una traccia in particolare mi ha colpito molto e mi ha acceso subito una lampadina.

 “L’eredità del Novecento, partendo dall’introduzione di Corrado Stajano alla raccolta di saggi La cultura italiana del Novecento”

Sicuramente per tutti gli appassionati dell’universo Alfa Romeo il primo pensiero è stato quello del bialbero dell’ing, Busso che grazie alla sua geniale intuizione nel 1950 presentava al mondo un motore montato sulla Alfa Romeo 1900.

Grazie alle soluzioni tecniche cosi all’ avanguardia:

 

• monoblocco e testata in lega di alluminio, con canne cilindri in acciaio;

• camere di combustione emisferiche

• albero a gomiti in acciaio forgiato;

• doppio albero a camme in testa guidato da due catene di distribuzione di tipo duplex;

• assi a camme agenti direttamente sulle valvole tramite punterie a bicchiere;

• valvole di aspirazione e di scarico inclinate di 80 gradi;

 

Queste soluzioni, furono la base di tutti i modelli dei motori prodotti per oltre quarant’anni.

A parte i semplici dati, il Bialbero con la B maiuscola ha accompagnato noi italiani e non solo per le strade del mondo raccontando meravigliose storie e talvolta anche drammatiche. Chi di noi non ha un ricordo legato a un Alfa con il suo bialbero che cantava per le strade delle nostre città, magari a sirene spiegate.

Ancora oggi quel cuore a 4 cilindri fa sussultare le fantasie di ognuno di noi che è stato ragazzo che sognava un junior magari in versione scalino, o chi sognava di diventare carabiniere solo per poter guidare le gulia a tutta velocità e magari adesso con qualche capello bianco ha realizzato dopo un trentennio il suo sogno di possederne una e scorrazzare nei raduni tutto orgoglioso di essere tornato ragazzo.

 

 

La febbre del bialbero la si sente ancora basta guardare i dati di vendita delle auto d’epoca dove i modelli Alfa Romeo la fanno da padrona; personalmente mi vedo su una 75 di traverso in una rotonda o mentre attraversando un tunnel spalanco il mitico V6 Busso a finestrini aperti.

Ecco l’eredità che mi ha lasciato il ‘900 è questa, la storia di un uomo e del suo motore che ha fatto felice un popolo nonostante i drammi che hanno attraversato, che si è sempre rialzato nonostante i periodi bui della nostra Repubblica, portandoci all’oggi con un pensante fardello, quello di mantenere in vita quei ricordi e quelle meravigli tecniche realizzate dall’Alfa Romeo anche grazie agli appassionati come quelli dell’ Alfa Revival Cup e del Peroni Race, e soprattutto dei piloti e delle scuderie  che ogni anno anno accendono i “nostri” motori e i nostri cuori sui nostri circuiti italiani.

 

 

 

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