MINI COUNTRYMAN COOPER S ALL4 Pochi ritocchi tanta sostanza

DI PAOLO CICCARONE LUCIANA NICOLI

 

Da quando nel 2010 Mini ha deciso di allargare la famiglia, facendo diventare un marchio a se stante quello che era solo un modello, l’esigenza di dare più spazio interno e ai bagagli si è rivelata la chiave di volta. E così nacque Mini Countryman, un SUV di concetto, una berlina gonfiata nelle misure (più larga più alta più spaziosa) che ha però conservato le caratteristiche tipiche di Mini, ovvero assetto rigido, basso, go kart feeling, come lo chiamano da quelle parti. Insomma, un kart a 4 ruote per famiglia, ed ecco Countryman.

POCHI DETTAGLI PER FARE LA DIFFERENZA

Nel frontale il paraurti con griglia si differenzia dalla vecchia versione

Da allora siamo arrivati al secondo restyling, con interni moderni ovvero maxi schermo centrale aumentato di dimensioni rispetto alla tradizione Mini, cambio automatico e motore turbo due litri che però ha perso qualcosa in quanto a potenza (meno 14 CV) ma restando sempre sulla bella cifra di 178 CV che bastano e avanzano. “Colpa”, si fa per dire, delle norme Euro6 D che hanno obbligato a lavorare sui consumi e le emissioni. Macchina che vince, verrebbe da dire, non si cambia e qui di cambiamenti in effetti ce ne sono stati pochi.

MAXI SCHERMO INTERNO

Il restyling ha riguardato i nuovi paraurti, la calandra rivista ed ai gruppi ottici a LED, con quelli posteriori impreziositi dal disegno dell’Union Jack e quelli anteriori disponibili anche con tecnologia LED Matrix. Poco appariscenti, ma la differenza col “vecchio” si nota. Gli interni: spicca  il grande quadrante, da 8,8 pollici, al centro della plancia. Da questo schermo, nel frattempo diventato touch, si gestisce il sistema multimediale, ma c’è ancora il controller sul tunnel centrale, e, volendo, si può fare affidamento anche sui comandi vocali. Dietro il volante compare il display da 5 pollici (in opzione) che fa le veci della strumentazione tradizionale, e ad impreziosire il tutto troviamo anche l’ head-up display che proietta sul parabrezza le informazioni necessarie, dal navigatore alla velocità.

DIETRO DIVANO SCORREVOLE

Dietro il divano diventa scorrevole, cosa che consente di aumentare la capacità di carico del bagagliaio con la divisione degli schienali abbattibili, il bagagliaio varia da 450 a 1390 litri e presenta un cuscino a scomparsa per sedersi senza sporcarsi. Spazio a bordo buono per 4 persone, un po’ meno per 5 ammesso che non sia piccolo.

CAMBIO AUTOMATICO 8 RAPPORTI

Detto dell’esterno, al volante non cambia la sostanza. Anche se la carrozzeria è più alta e gli ingombri maggiori, di fatto resta una Mini per l’assetto e il comportamento su strada. Il cambio automatico a 8 rapporti dà il meglio quando lo si mette in Sport mentre in Eco la vettura diventa docile come un cagnolino, ma ci si scorda la cattiveria che dovrebbe venire da un nome come Cooper con la S. C’è anche la versione John Cooper Work e una Essential presentata da pochi mesi, ma si tratta di dettagli che non cambiano la sostanza. Lo stile di guida influisce sui consumi, che possono attestarsi sugli 11-12 km al litro se ti tirano i rapporti e si sgasa come se non ci fosse un domani.

PREZZI DA 34 MILA FINO A OLTRE 47 MILA EURO

A giocare contro c’è la trazione integrale, che ovviamente “succhia” potenza e i cerchi da 19 pollici che però garantiscono quella tenuta di strada in più che fa gioco a Mini. Capitolo prezzi: la gamma parte da 34000 euro mentre ce ne vogliono almeno 42800 per la versione provata, esclusi alcuni optional (e non tutti gli ADAS sono compresi…). La versione Essential parte da poco oltre 40 mila euro. Altre versioni Cooper S 4All a partire da 43850 euro. Esiste anche una Cooper S Ibrida Plug In a partire da 47750 euro.

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