JEEP RENEGADE Con Trailhawk il meglio del SUV col tocco di lusso made in Italy

DI PAOLO CICCARONE
Quando FCA decise di produrre Jeep Renegade, in molti storsero il naso perché la piccola Jeep non sembrava affatto ideale per il nostro mercato. E poi le linee, decise, squadrate, con quei fari che facevano tanto Jeep e contrari alle tendenze della moda. Ebbene, dopo un po’ di tempo, chi ha deciso di produrre Renegade, si è trovato in mano una gallina dalle uova d’oro perché Renegade rappresenta l’anello di congiunzione ideale per chi vuole un SUV o un crossover, ma non troppo appariscente; un fuori strada perché deve affrontare percorsi particolari, ma vuole anche tanto lusso e comodità a bordo. La ricetta è presto servita, tanto che Renegade, nelle varie versioni ma specialmente col Trailhawk, ha raggiunto tutti gli obiettivi fissati. Nel nostro test in lungo e largo per l’Europa, lo abbiamo messo alla prova in varie condizioni climatiche e il risultato è stato positivo. Perché sopporta i lunghi viaggi autostradali e non si sente la fatica, si gira tranquilli in fuoristrada sui percorsi di campagna o col fondo viscido, si consuma il tanto che serve, anche se il motore diesel multijet due litri eroga 170 cavalli e la trazione integrale fa consumare di più. Alla fine il bilancio parla di una media di 15-17 km al litro (in città siamo stati più vicini agli 11 km al litro a dire il vero) che, visto il mezzo e le condizioni stradali, è un risultato di tutto rilievo.
Uno pensa che sia un prodotto tipicamente made in USA, invece nasce a Melfi, dove fra breve ci sarà la catena di produzione pure per la versione ibrida, quindi il marchio sarà pure americano, ma il successo lo si deve ai contenuti tipicamente italiani del brand. Trailhawk monta di serie le luci Full LED, con elementi circolari sul frontale volutamente simili ai gruppi ottici della nuova Wrangler presentata l’anno scorso. Osservandola frontalmente si nota il diverso scudo frontale, cosa che fa capire come ci sia un maggior angolo di attacco nel fuoristrada, e dalla diversa altezza su strada, portata in questo caso a 210 mm.
Dentro la Renegade Trailhawk si nota l’abitacolo curato, spazioso e comodo, la sensazione è quella di essere saliti su un’auto più grossa di quello che è in realtà (siamo poco oltre i 4,3 metri, dimensioni da utilitaria a ben guardare). Questa è una delle principali caratteristiche che invoglia all’acquisto di chi vuole portarsi a casa una vettura con caratteristiche da SUV, o crossover, ma non ha gli spazi adeguati per parcheggi o garage. Trailhawk si differenzia dagli altri allestimenti in gamma e si riconosce per la presenza di vari elementi di color rosso, colore che ritroviamo anche sulle impunture dei sedili in pelle o come profilo dei bocchettoni di aereazione.
Su strada poco da dire. Con le gomme invernali e la trazione integrale, c’è quella sensazione di galleggiamento tipica con certe coperture (in estate con 38 gradi era il minimo) eppure col cambio automatico a 9 rapporti (una chicca c’è da dire) in auto drive funziona solo con la trazione anteriore e questo riduce molto i consumi e non fa perdere sensibilità di guida. In autostrada la sezione frontale incide sui consumi per il Cx più alto rispetto alle altre versioni, ma solo dopo i 120 km/h, fino a quel momento la differenza è minima. E’ dopo che nascono i problemi, nel senso che si spreme di più la vettura e tutto ne consegue quando si va al distributore. Sulla Renegade Trailhawk abbonda la sicurezza grazie ai nuovi contenuti aggiunti col restyling di metà carriera. Di serie troviamo i sistemi Lane Sense Departure Warning-Plus (sistema di avviso di uscita dalla corsia e conseguente intervento dello sterzo per riportarvi tra le linee, a meno di attivare l’indicatore di direzione, che sinceramente abbiamo disattivato perché lo abbiamo ritenuto invasivo nella guida, questione personale), c’è l’Intelligent Speed Assist dotato di Traffic Sign Recognition, l’Advanced Brake Assist, i cui allarmi sono piuttosto acuti se non li regolate tramite le impostazioni apposite sullo schermo dello Uconnect e sinceramente sono, nella posizione al massimo, udibili a distanza per cui meglio agire sui comandi e riportare gli avvisi a livelli più…sopportabili. Come optional troviamo sulla Trailhawk l’Adaptive Cruise Control, il Blind-Spot Monitoring e il Rear Cross Path Detection, quest’ultimi racchiusi, con la telecamera posteriore e l’assistente al parcheggio, nel Parking Pack (optional da 900 euro). Come dire che la dotazione è completa e ampia, e nel pacchetto conviene prendere tutto perché ne vale la pena.

La gamma Renegade 2019 parte da un prezzo di 22.400 euro (1.0 T3 benzina allestimento Sport)

la Renegade Trailhawk, in quanto top di gamma, parte da un prezzo decisamente più alto, ossia 36.700 euro. La dotazione di serie è pero ricca e comprende praticamente tutto, dai cerchi in lega da 17” specifici per l’offroad al gancio traino posteriore, dalle sospensioni sempre tarate per l’offroad alla protezione nel sottoscocca, connessioni Uconnect 7” con Apple CarPlay e Android Auto, clima bi-zona, sensori di parcheggio e i vari stilemi. Volendo si possono aggiungere il doppio tetto panoramico apribile elettronicamente (1.500 euro), i sedili in pelle (1.300 euro), la telecamera posteriore (400 euro) vetro e qualche altro centinaio d’euro per completare il pacchetto. Così facendo, si superano tranquillamente i 42.000 euro. Cifra un po’ alta considerato il segmento B Suv, ma stiamo parlando di una vettura Premium per cui certi costi sono da considerare fisiologici. Se la usate in città, perdete molta parte del fascino di questa Renegade, per cui il consiglio è davvero di usarla nei percorsi misti, fra colline e sterrati, magari con una bella compagnia per la scampagnata, specialmente adesso che arriva l’autunno e Renegade sembra fatta apposta per godersi al meglio le prossime stagioni.
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