TESTO E FOTO DI MARCO FERRERO
Volendo aprire quella che risulterebbe una discussione infinita, una delle domande più provocatorie e sulla quale ben difficilmente sarebbe possibile trovare una convergenza maggioritaria od una condivisione di opinioni (al pari di quanto potrebbe accadere se si volesse discutere sulle gambe delle donne) riguarderebbe l’individuazione del punto più suggestivo del tracciato cittadino di Montecarlo.
Oggettivamente, in effetti, già la domanda di per sè propone riflessioni ed opinioni e non appare guidare ad una risposta immediata, semplice od univoca, ed a maggior ragione se la si contestualizza nell’Historic Formula 1 Grand Prix di Monaco, laddove i ricordi di ciascuno portano (o possono portare) inevitabilmente a condizionare la risposta, ed a questo punto non c’è luogo del tracciato cittadino del Principato che non possa trovare qualche estimatore.
Volendo semplificare, sono la curva di Sainte Devote, la salita del Beau Rivage, le curve del Casinò, la discesa verso la curva del Mirabeau, la curva del Mirabeau stessa, il tornantino Grand Hotel Hairpin (già noto come Fairmont, Loews e Vecchia Stazione), la curva del Portier, il tunnel, la chicane dopo la discesa, la “doppia” chicane delle piscine ed il tornantino della Rascasse i punti “chiave” sui quali si potrebbe incentrare una discussione.
Di fatto, con esclusione del rettilineo di partenza / arrivo, oggettivamente non particolarmente attrattivo, si parla di tutto il tracciato; un assioma quest’ultimo certamente interessante come spunto di valutazione, in quanto nessun altro circuito del pianeta può, con una probabilità quasi assoluta, vantare pari giudizio.
Ciascuno affascinante, ciascuno incapace di sovrastare in modo assoluto gli altri, ciascuno capace, inevitabilmente, di far riaffiorare ricordi che finiscono, altrettanto inevitabilmente, con il condizionare il giudizio; e forse il fascino del circuito di Montecarlo sta proprio qui, nell’essersi costruito nel corso dei decenni un’immagine quasi “mistica”, certamente iconica, nell’essere stato, magari a suo modo, parte attiva della storia dell’automobilismo sportivo.
Altrettanto, questo forse è il punto di forza che ha consentito, oltre che l’ossequio agli interessi economici che hanno sempre gravitato intorno al mondo della Formula 1, a Montecarlo di rimanere comunque all’interno del “circus”, questa sua capacità di emanare fascino e tradizione, quell’elemento anacronistico che, paradossalmente, è necessario ad un mondo automobilistico sportivo sempre più “spersonalizzato” ed anonimo in quelli che sono gli elementi sui quali dovrebbe fare riferimento.
Il circuito cittadino del Principato, sotto l’ottica di come di possono valutare i circuiti di oggi, certamente non “piace” ma attrae perchè ogni suo angolo sa essere simbolicamente rappresentativo di un pezzo di storia del mondo della Formula 1, a maggior ragione quando su quelle strade vi corrono le vetture storiche, quelle che ne hanno segnato la storia.
Alla fine, ripercorrendo quei 3.337 metri di storia il dilemma, agli occhi di qualunque appassionato comunque rimane: qual è il punto più suggestivo, quello più rappresentativo di questo tracciato?