F.1 Buon compleanno Niki Lauda, l'uomo che visse tre volte

 Lauda e Montezemolo, un rapporto di amicizia che dura nel tempo (Foto Ciccarone)

 

Niki Lauda, ovvero l’uomo che visse tre volte. La prima, dopo il drammatico incidente al Nurburgring nel 1976 quando la sua Ferrari andò a fuoco e lui restò fra la vita e la morte per giorni, prima di ripresentarsi in pista a Monza 40 giorni dopo. La seconda, dopo il trapianto di rene, dovuto anni dopo alle conseguenze dei fumi tossici inalati in quel drammatico incidente. E lui che ci scherzava sopra: “Mi volevano togliere la licenza di volo perché avevo 3 reni invece di 2. Ho detto al medico che se 2 bastavano per pilotare un aereo, adesso che ne avevo 3 non aveva senso togliermi il brevetto”. Il terzo rene, di supporto, gli fu donato dal fratello.

 

E poi la terza vita, questa attuale. Dopo il trapianto di polmoni dell’estate scorsa e il successivo ricovero in ospedale a Vienna per recuperare dopo una influenza. Tre vite vissute in 70 anni di vita vera. Il 22 febbraio, infatti, compie 70 anni e a lui vanno gli auguri di tutto il mondo della F.1. A partire da quell’Arturo Merzario col quale ha vissuto momenti di tensione in pista e affetto dopo, quando entrambi al di là con gli anni (guai a chiamarli anziani, si offendono e rischi di prenderle) si sono ritrovati con tanti ricordi in comune e quel qualcosa che li legherà per sempre. La vita di Niki salva grazie ad Arturo. La carriera di Merzario ricordata per aver salvato Niki, dimenticandosi dei titoli mondiali nei prototipi, la leggenda con le Alfa Romeo e le corse con Ferrari e Abarth. 70 anni per Niki, tre titoli mondiali, uno per ogni vita vissuta. E su tutto la sua filosofia di vita.

 

La sua semplice e spontanea verità su tutto. Senza peli sulla lingua, diretto, preciso e metodico: “Tu stupido a rischiare quando non serve – diceva a Gilles Villeneuve – non è gara a chi va più forte in curva, ma a chi arriva primo al traguardo. Io non prendo nessun rischio oltre quello necessario, impara”. E lo ha ripetuto a Lewis Hamilton, col suo carisma e il suo modo di fare. Niki Lauda, conosciuto dai più giovani per il film Rush di Ron Howard, ma era una macchietta più che verità. E’ servito per attirare il grosso pubblico, per far rivivere un periodo unico della storia della F.1, per lanciarlo definitivamente nella leggenda. Ma era un film, non era Niki Lauda quello vero: “Infatti, nel film si vede Hunt fare sesso con tante donne e io invece penso solo alla macchina. Non è vero, anche io trombavo molto, ma sono sposato e ho detto al regista di lasciar perdere, una donna che si incazza è più pericolosa che correre GP”.

 

Lauda col vostro cronista: un rapporto schietto fatto di sincerità. Fu lui a consigliare di non mollare il colpo e continuare a lavorare in F.1…(Foto Mazzi)

 

Logico, lampante. E spiritoso. “Balle – diceva Clay Regazzoni – eravamo in Sudafrica, facevamo a gara la sera a chi collezionava più letti. Una sera partiamo io e il Niki, ci chiudiamo dentro due stanze quando a un certo punto sento bussare alla porta. Era Niki che aveva fatto…il suo giro veloce e mi chiedeva le chiavi dell’auto che doveva prendere una cosa…”. Era una serata a Varedo, Milano, presso un Ferrari club locale una sera del 1984, anno del terzo titolo mondiale di Niki Lauda. E con il ricordo di Clay Regazzoni, intriso di rispetto per il collega e rivale, meglio ricordare con un sorriso questo compleanno speciale. Non capita a tutti di vivere tre volte e poterlo raccontare. Tanti auguri Niki…

automoto.it

 

 

 

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