F.1 Vettel e Leclerc, quando due galli nel pollaio rischiano di fare la frittata alla Ferrari

PAOLO CICCARONE PER AUTOMOTO.IT
Far andare d’accordo due galli in un pollaio è impresa titanica, lo sanno gli allevatori figurarsi chi gestisce una squadra di F.1. La storia del passato insegna che due piloti veloci sono di stimolo uno con l’altro, ma quando la rivalità degenera, allora è proprio la squadra la prima a patirne. La Ferrari dopo il GP di Russia ha evidenziato i problemi nei rapporti fra Vettel e Leclerc, grazie anche alle comunicazioni radio che la TV ha trasmesso in mondo visione. Fino a qualche anno fa erano panni sporchi che si lavavano in famiglia, adesso i panni sporchi sono sotto gli occhi di tutti. Con una grave mancanza: sentiamo cosa dicono in corsa, ma non sappiamo cosa si sono detti prima a porte chiuse. E questo porta ad analisi sbagliate o affrettate, con la colpa a uno o all’altro. Quello che è certo sono i rapporti deteriorati fra Vettel e Leclerc, col primo che non solo non ha ridato la posizione al monegasco, ma se ne era anche andato via col passo più veloce. Il pit stop ritardato ha di fatto rimesso le cose in ordine, ma a questo punto l’appassionato distratto o che non segue le corse di F.1, si chiede una cosa sola: perché? Intanto nel mondo delle corse si è sempre privilegiato il pilota più veloce, a parte alcuni casi eclatanti (ad esempio Andretti contro Peterson nel 1978 alla Lotus) per il resto la graduatoria la stabilisce il cronometro.
La Ferrari è una delle poche squadre a poter fornire lo stesso materiale ad entrambi i piloti per cui la parità di trattamento è tale che alla fine non vale la pena privilegiare uno a danno dell’altro. A meno che non ci sia un mondiale in ballo (Barrichello a favore di Schumacher, lo stesso Schumacher e Salo a favore di Irvine e via di questo passo). Ma allora, perché fra Leclerc e Vettel i rapporti sono arrivati a questo punto con la promessa che potranno solo peggiorare? Semplicemente perché la Ferrari va forte. Ovvero, la SF90H è una monoposto competitiva, le premesse per la prossima stagione sono positive e quindi, avendo in mano il mezzo giusto per vincere, occorre giocarsela nei rapporti di squadra, del management del pilota e dell’opinione pubblica. Leclerc ha fatto 4 pole di fila, è veloce, giovane, sfrontato e ha qualità. Ma anche uno staff di professionisti alle spalle, con grossa esperienza, capeggiati da Nicholas Todt, figlio del presidente della FIA Jean Todt. Vettel ha solo Britta la sua portavoce, il resto lo cura da solo. Dopo 5 anni alla Ferrari con alterne fortune, errori e svarioni vari, si è giocato buona parte della sua credibilità. Non ha alle spalle uno staff che lo supporti, anzi ha la presunzione di fare tutto da solo. Sbagliando. In questo contesto, con una macchina veloce, ecco arrivare il ragazzino che non ha rispetto, segna tempi veloci e sta davanti. E se non lo è pretende di esserlo. Segno che qualcuno glielo concede o glielo ha permesso. Questo non lo sappiamo perché fa parte delle dinamiche interne al team. Se la Ferrari fosse invece un camioncino poco competitivo, state tranquilli che i due andrebbero d’amore e d’accordo, tanto non se ne esce. Invece, unica nota positiva, la macchina c’è, la squadra pure. Bisogna giocarsela bene. Adesso sta a Mattia Binotto saper gestire i rapporti fra i due. Magari usando il pugno di ferro quando serve.
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