F.1 Vasseur Seidl e Stella quale futuro per i tre manager Ferrari Audi McLaren

DI PAOLO CICCARONE PER AUTOMOTO.IT

Per una parte d’Italia il giorno di Santa Lucia è il giorno in cui si scambiano i doni coi bambini in vista del Natale. Tradizione radicata in alcune zone a dire il vero, ma a guardare il giro di team manager di F.1, il 13 dicembre verrà ricordato come quello del gran ribaltone: Fred Vasseur dalla Sauber alla Ferrari, Andreas Seidl dalla McLaren come CEO della Sauber, Andrea Stella come Team Principal McLaren e Jost Capito come dimissionario dalla Williams. Uno scenario inedito che apre interrogativi sul futuro e su chi abbia giocato meglio le proprie carte. Partendo dal team più importante, la Ferrari, ecco cosa potrebbe accadere in F.1 nei prossimi mesi.

FRED VASSEUR

Vasseur con Stenier ha condiviso la Ferrari da team cliente

Per molti una scelta sbagliata della Ferrari, perché è di fatto un corpo estraneo alle logiche di Maranello e pertanto, succede, potrebbe anche avere successo. Ma nel breve termine la parte tecnica è stata già deliberata sulle decisioni di Mattia Binotto, per cui a Vasseur in questa prima fase serve capire chi sono gli uomini del team su cui fare affidamento e dove fare dei cambiamenti. Uno dei punti dolenti era senza dubbio la gestione delle strategie con Rueda imputato numero uno.

Purtroppo, parlando di strategie, non è che alla Sauber, con Ruth Buscombe ai comandi, Vasseur abbia dimostrato di saper fare meglio, anche perché un conto è sbagliare una strategia che dal 6 posto ti porta al 4 o al 9, un altro sbagliare per perdere una gara. Quindi, riassumendo, Vasseur come team principal può avere un senso solo se si tratta di gestire il quotidiano in pista, perché l’azienda, la GES, è altra cosa e qui il simpatico francese non ha proprio le competenze per farlo.

La gestione di un team come Ferrari non è come quella Sauber

Anzi, si trova in una situazione ambigua fra management di piloti (vedi pure De Vries alla Alpha Tauri che è ancora legato con lui o Pourchaire, candidato alla Audi), titolare di aziende che operano in F.E per conto di colossi come Renault Nissan, con un passato di socio di Nicholas Todt alla ART, esperienza conclusa in maniera non proprio fraterna e idilliaca e con i rimanenti in Ferrari, leggi Mekies e Gino Rosato, che dai loro ruoli magari si aspettavano una promozione invece di trovarsi un capo al di sopra.

Simone Resta ha lavorato con Vasseur e potrebbe tornare a Maranello

Senza dimenticare la parte tecnica, che è già avviata e pertanto inserire un altro capo su un progetto curato da altro staff non è che prometta bene, anche se in questo caso si deve intervenire almeno per fare chiarezza. Di sicuro la visione di Benedetto Vigna, CEO Ferrari, è chiara: la responsabilità aziendale resta tutta in mano al manager lucano, Vasseur farà il facente funzioni in pista, Mekies avrà la responsabilità sportiva e poi ci sarà un direttore tecnico (Simone Resta?) per supervisionare motore e aerodinamica. Ovvero una sorta di triumvirato made in Maranello.

Leclerc saluta Binotto e ora dovrà dimostrare di essere lui il team leader in pista

La gestione dei piloti sarà fondamentale perché se è vero che tutto ruoterà attorno a Leclerc, è anche vero che il monegasco si carica di responsabilità maggiori rispetto al solo pilotare e siccome non è uno Schumacher, ma anche un Hamilton per dirla tutta, se qualcosa andrà male, sarà il primo a pagarne le conseguenze. Perché se hai tutto attorno per te e fallisci, non hai alternative che andartene. E siccome Sainz sa di essere nel posto giusto, magari con la macchina giusta, non si capisce perché lo spagnolo non debba approfittarne e quindi lottare con Leclerc, perché se per qualche ragione a inizio campionato Sainz dovesse stare davanti a Charles, sarà interessante vedere cosa succederà. Anche se il precedente di Irvine nel 1999, ogni riferimento è puramente voluto, non induce all’ottimismo.

ANDREAS SEIDL

Uomo forte di Porsche nel mondiale WEC, ha saputo ristrutturare e dare un senso compiuto a una McLaren sbandata e senza riferimenti. Da sempre uomo legato al gruppo VW Audi, la sua nomina a CEO di Sauber non deve stupire, perché è il segnale che Audi in F.1 fa sul serio e prepara il terreno con un suo uomo di punta esperto di corse. L’arrivo in Sauber con un anno di anticipo, forte anche del passaggio di Vasseur alla Ferrari, ha accelerato le mosse del gruppo tedesco che con Seidl, dopo anni di motori Mercedes, avrà 36 mesi per imparare a capire qualcosa del motore Ferrari in vista che dal 2026 arrivi Audi in prima persona.

Un modo intelligente di “succhiare” la ruota ai motoristi rivali, capire come funziona una organizzazione F.1 (anche se Dido Stalmann ex BMW F.1 è da tempo attivo nel paddock) e ottimizzare un ingresso che deve essere per forza vincente. Piuttosto, con l’arrivo di Seidl in Sauber vacillano altre posizioni. Quella di Alessandro Alunni Bravi, a capo del Sauber Group, che riferiva al CEO, che era Vasseur, e quella del direttore tecnico Jan Monchaux, figlio di un grande amico di Vasseur ma scarso dal punto di vista dei risultati ottenuti. Insomma, rivoluzione in corso anche qui con un occhio al futuro.

ANDREA STELLA

Da ingegnere di pista di Fernando Alonso alla Ferrari allo stesso ruolo in McLaren, diventando poi coordinatore dei tecnici del team per assumere l’incarico di Team Principal. E’ una sorta di Mattia Binotto in quanto a capacità tecniche e di coordinamento, ha un passato da pilota di kart e, sopratutto, un carattere dolce che lo porta ad ascoltare e mediare senza creare attriti e nemici, un perfetto uomo squadra che sa fare lavoro di gruppo, una posizione che avrebbe potuto avere anche alla Ferrari, se non fosse che in McLaren ha al fianco Zak Brawn, mentre a Maranello in quel ruolo (leggi Vasseur) essere soli non aiuta.

Quindi il premio per una competenza e capacità che arriva dall’Inghilterra, anche se la McLaren di oggi non è quella del passato: debiti nel reparto produzione con le GT, coi sogni troppo ambiziosi di Ron Dennis, poi estromesso da tutti gli incarichi in una guerra intestina col socio Mansour Ojie, deceduto qualche tempo fa, ma che gli è costata cara. E i resti sono quelli attuali: una McLaren che affanna nel mercato GT, non sfonda in F.1 in quanto team con motori clienti invece che essere partner di una grande Casa. Potrebbe essere Porsche? Con la partenza di Seidl destinazione Audi, questa pista si interrompe in maniera brusca.

JOST CAPITO

Uomo forte del VW racing, aveva dato una struttura e organizzazione a una Williams rilevata dai fondatori e passata nelle mani di un fondo di investimenti. A marzo aveva declinato l’offerta di nuovi partner economici, sostenendo che il team fosse forte e autonomo (e coi 25 milioni all’anno di Latifi davano una grossa mano). Poi le dimissioni sue per limiti di età pensionabile e di Demainson, il tecnico progettista. Resta l’unica squadra appetibile per Porsche per un eventuale ingresso in F.1, così come la Haas resta opzione per il team Andretti, ma senza un uomo di polso, di formazione racing nata nel gruppo VW Audi, i dubbi restano tanti ma anche l’attenzione a cosa succederà in questa squadra a breve e quindi occhi aperti e attenzione agli spifferi…

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