F.1 MONTEZEMOLO “Quando la Ferrari voleva cacciare Todt”, intervista a Tuttosport del presidente più amato

MOWMAG – REDAZIONE

“Oggi ancora mi fermano per strada rimproverandomi per le figuracce della Ferrari”

Luca Cordero di Montezemolo sarà sempre uno dei volti più riconoscibili della Ferrari. Presidente del Cavallino dal 1991 al 2014, Montezemolo è uno dei tre grandi protagonisti dei successi della scuderia in Formula 1 dei primi anni duemila: Michael Schumacher, il campione, Jean Todt, la mente del team, e lui. Il volto istituzionale, il presidente, e forse prima di ogni altra cosa il tifoso più grande della squadra italiana.

In una recente intervista lo stesso Montezemolo ha raccontato che, per colpa della Rossa e di due mondiali mancati, spaccò due televisori. Ora l’ex presidente torna a parlare di Formula 1 in una lunga intervista rilasciata a Tutto Sport, a cavallo tra passato e presente, dalle difficoltà ai successi, senza tirarsi indietro.

Perché nonostante siano ormai trascorsi quasi sette anni dal suo addio a Maranello, Montezemolo continua ad essere – per tutti – un simbolo della Ferrari: “Sa che c’è ancora gente che mi ferma per strada pensando che io sia ancora alla Ferrari? – ha spiegato nel corso dell’intervista – Le racconto un episodio accaduto quest’estate a Napoli. Cammino tranquillamente quando incontro un signore che mi ferma e mi fa tutto risoluto: ‘Perché non è a lavorare a Maranello con le figure che fate?’. Rispondo: ‘Guardi che da sei anni non ci sono più’. E lui, per tutta risposta: ‘A lavorare deve andare, fate delle figure da cioccolatai, ci vergogniamo!’. Quello che davvero mi manca più di tutto è la gente, l’ambiente della fabbrica, le riunioni per i nuovi prodotti con la squadra di Formula 1 per vedere come migliorano le cose”.

Un episodio che mette in luce, oltre alla grande importanza avuta da Montezemolo negli anni, anche l’insoddisfazione dei ferraristi, un sentimento che l’ex presidente collega al 1991, periodo difficilissimo per la Rossa, e anno del suo arrivo a Maranello: “Era una cosa da far tremare i polsi. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che alla Ferrari, di lì a poco, scattò la cassa integrazione. Era un momento in cui si parlava di far fare alla Ferrari addirittura le cabine per i trattori. Insomma, non era semplice”.

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