F.1 IMOLA Storie di passione contadini e del suo orto

TESTO E FOTO DI GIUSEPPE MAGNI

Imola, dunque. Attesa più lunga del solito, che ha spostato il Gran Premio in riva al Santerno di circa un mese avanti, rispetto alla tradizionale, storica data a ridosso del 25 aprile. Il Gran Premio di San Marino, infatti, voluto fortemente da Enzo Ferrari sul Circuito intitolato allora solo a suo figlio Dino si disputò sempre, tranne rare eccezioni, tra la fine di aprile e l’inizio di maggio.

UNA STORIA COMINCIATA 60 ANNI FA

Ma cosa è stato, nella sua storia, il Gran Premio di Imola? Si iniziò a fine aprile 1963, con una gara non titolata vinta dall’immenso Jim Clark. La Formula 1 tornò sul Santerno solo nel 1979, per un’altra gara non titolata, il Gran Premio Dino Ferrari, vinto da Niki Lauda su Brabham Alfa Romeo. L’anno dopo vi si disputò addirittura il Gran Premio d’Italia, visti alcuni problemi che affliggevano l’Autodromo di Monza. Dal 1981 in poi venne istituito il Gran Premio di San Marino, che andò avanti fino al 2006.

Quando la F.1 era più ruspante e i protagonisti erano a un palmo di mano

Negli anni ’80 Imola fu una grande festa popolare, che andava avanti puntualmente per 4 giorni e 3 notti ininterrottamente. Allora gli autodromi non erano chiusi di notte e si arrivava al giovedì, si prendeva il posto ritenuto migliore, e si rimaneva lì, sacchi a pelo e qualche cellophane per difendersi dalla frequente pioggia e tanto, tantissimo entusiasmo. Ci si assiepava soprattutto sulle cosiddette Colline della Passione, alla curva Tosa e alla Rivazza.

LA TERRA TREMAVA PER GILLES

Il tifo per la Ferrari è sempre stato unico a Imola

C’era talmente tanta gente che, quando passava Gilles Villeneuve, la terra sembrava tremare sotto i piedi, talmente era enorme l’ agitazione e l’emozione che accompagnava ogni passaggio del funambolo canadese. Le piogge che spesso accompagnarono il Gran Premio di San Marino trasformavano la terra di riporto delle due colline in melma scivolosissima, quasi una sorta di sabbie mobili, ma, tranne qualche sfortunato che rovinava inzaccherato a valle, nessuno demordeva.

SENNA E QUELLA POLE INCREDIBILE

Si rimaneva tutti li, ad ammirare la classe meravigliosa di Ayrton Senna, che fece sua la pole position ininterrottamente dal 1985 al 1991, ma soprattutto ad incitare la Ferrari, la squadra di casa. Dalla controversa edizione del 1982 fino ai trionfi di Michael Schumacher, passando per i fischi a Riccardo Patrese nel 1983, reo di essersi issato in testa alla gara con la Brabham a pochi giri dalla fine davanti alla Ferrari di Tambay, poi vincitore, al trionfo dello stesso Patrese nel 1990 su Williams, questa volta applaudito da tutti.

Patrese nel 90 vincitore applaudito nell’83 fischiato

Pioggia, fango e passione enorme, che ti faceva rimanere lì giorno e notte, a dividersi birre e panini e qualche pezzo di cellophane, tentando, inutilmente di non bagnarsi. Niente alberghi e niente tribune, tutti con i coloratissimi biglietti circolare prato. E via, a far festa dal giovedì, sfidando pure le ire del contadino che aveva la fattoria all’interno della curva Tosa e che si ritrovava l’orto puntualmente invaso da chi voleva avere una vista privilegiata su quella che allora era una staccata poderosa, non c’erano le due varianti create tempo dopo, e rappresentava uno dei punti propizi per i più grandi sorpassi in staccata.

L’ORTO DEL CONTADINO ALLA TOSA…

Alla fine, con il contadino, si trovava sempre un accordo e potemmo tante volte rimanere lì, ai bordi del suo orto, a ridosso della rete che dava la vista su una delle più belle staccate del mondiale. Negli anni successivi, ci alternammo tra le due Colline della Passione. Va bene l’orto del contadino, ma far parte integrante di una delle due muraglie umane sopra i nostri campioni che sfrecciavano al di sotto dava sensazioni impareggiabili ed una felicità che, chi c’era, ricorda ancora con tanta emozione

Il ricordo di Michele Alboreto è ancora fortissimo a Imola

Imola, dunque. E Imola sia! I tempi sono cambiati, Imola era uscita dal calendario, ma ora è tornata. E c’è da scommetterci che, anche stavolta, sarà capace di rinnovare quelle antiche, meravigliose emozioni. Non avete ancora il biglietto? Che aspettate? Le Colline della Passione vi aspettano!

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