F.1 GP BELGIO Quando la corsa diventa una farsa durata tre ore. Verstappen vincitore a metà punteggio

TESTO E FOTO DI PAOLO CICCARONE

SPA – Non si finisce mai di imparare e di scoprire qualcosa di nuovo. Vedere un GP concludersi dopo tre giri dietro alla safety car, dopo tre ore e mezza di attesa perché la pioggia impedisce uno svolgimento sicuro, mancava alla lunga collana di punti bassi della F.1. Ma in Belgio ci siamo arrivati con una farsa che speriamo resti unica nel suo genere.

IN BELGIO PIOVE, SOLO LA F1 NON CORRE

Perché in Belgio piove spesso, la pista è sempre quella e se non si può correre, dopo che tutte le altre categorie lo hanno fatto, è evidente che il problema è di queste monoposto e della gestione complicata di cose semplici. Ovvero poter cambiare l’assetto in funzione della pioggia, evitare di avere macchine che sollevano più acqua di una colonna di Tir in autostrada e avere idee chiare.

LA GARA DI DOMENICA CONDIZIONATA DAL SABATO 

Perché se sabato il direttore di gara ha dovuto aspettare il botto di Norris dopo che Vettel aveva chiesto la sospensione delle prove, in gara con la stessa pioggia o anche meno, si è avuto paura di farli partire col risultato di una farsa che ha tenuto in tribuna per tre ore e mezza i tifosi che hanno pagato, gli organizzatori e le TV collegate. I tre giri dietro alla safety car sono una ennesima presa per i fondelli perché il regolamento prevede che la corsa si sia disputata, i punti assegnati e nessuno può chiedere il rimborso dei biglietti, dei soldi per l’organizzazione della gara e le TV per aver trasmesso l’evento.

TRE GIRI BASTANO PER NON RIMBORSARE NESSUNO

Si fa per dire perché in tre ore e mezzo di nulla assoluto con la pioggia fitta che cadeva fitta peggio del sabato, era chiaro ed evidente che non ci sarebbe stato scampo fermo restando il meteo. E allora, visto che il GP si è deciso il sabato con la qualifica che ha visto Verstappen davanti a Russell ed Hamilton, l’assegnazione di metà punteggio consente all’olandese di sorridere dopo gare sfortunate ma come lui stesso ha ammesso, “non sarà la vittoria che ricorderò come la più bella”.

IL PARAGONE COL PASSATO

I nostalgici diranno che si è sempre corso qui e lo hanno fatto i campioni di ieri e quelli di oggi non valgono un’unghia rispetto al passato, dimenticandosi che la griglia attuale è la più serrata e combattuta degli ultimi decenni. Escluso che i piloti di oggi siano delle “pippe”, i problemi sono altri. La morte di Jules Bianchi dopo l’uscita in Giappone, ha imposto un giro di vite dalla federazione, sia in materia di regole, sia per questioni assicurative. Liberty Media gestisce commercialmente il circo, ma le norme sono tutte sportive, per cui si parla di regolamenti. Sulle gare, sul modo di comportarsi, sulla tecnica.

LE REGOLE DELLA FIA HANNO PORTATO A QUESTA F1

Ed è qui che bisogna fare una vera rivoluzione, magari partendo da concetti semplici. Se piove si cambia l’assetto. Invece no. Una complicazione voluta anni fa da Max Mosley e rimasta in essere da tempo per rendere più complicata la gestione della F.1. Un esempio? Raikkonen ha cambiato l’ala posteriore fra sabato e domenica e ha dovuto partire dai box ultimo. Era una mossa di sicurezza, ma la regola lo ha relegato in fondo. Norris è andato a sbattere, ha dovuto sostituire il cambio ed è stato penalizzato, come se fosse stato fatto apposta o come se una trasmissione non possa rompersi, specie dopo l’incidente.

REGOLE SEMPLICI PER SOPRAVVIVERE IN FUTURO

E’ una F.1 che deve semplificarsi, togliere gli orpelli inutili e avvicinarsi al pubblico. Perché coloro che hanno pagato caro il biglietto, preso pioggia e freddo, meritano rispetto, ma visto che la F.1 ha corso a porte chiuse, di questi non gliene frega niente e come dice Hamilton “spero che almeno rimborsino il biglietto a questi tifosi, grandi nel sopportare il freddo e la pioggia in attesa di una gara che non c’è stata”. Ecco, il GP del Belgio 2021 passerà alla storia come la corsa che non c’era ma ha assegnato metà punteggio. E magari determinerà il risultato del mondiale…

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