F.1 GP BELGIO APPUNTI DI VIAGGIO Dal caro benzina al Vanzini temerario

DI PAOLO CICCARONE FOTO GIUSEPPE MAGNI

Una estate caratterizzata da ritardi aerei e voli cancellati, costi alle stelle e incertezze nei trasporti. Che fare per non mancare il GP del Belgio e il rientro in Italia prima di ripartire per l’Olanda, sette giorni dopo? Semplice, si sfodera la vecchia e cara automobile in un giro che attraversa buona parte d’Europa: Svizzera, Francia, Germania, Belgio. Il cuore d’Europa in una sola zona. E così con partenza di buon’ora da casa, si affrontano i limiti della Svizzera, con punte di 80 km orari in autostrada, i costi del carburante in zona San Gottardo, con la benzina a 2,38 euro al litro.

In compenso niente code, poco traffico rispetto al solito e immancabile vignetta autostradale che col cambio franco euro è arrivata a 41,80 euro. Si arriva a Basilea, si prende per la Francia direzione Colmar. Ci si ferma a mangiare qualcosa in un Courtepaille, catena di ristorazione dove di solito le bistecche sono buone, ma stavolta la povera bestia deve essere morta di vecchiaia qualche decennio prima, in compenso il conto è attualissimo. Si prosegue direzione Germania, dove attorno a Saarbruken l’autostrada si trasforma in una bella stradina cittadina lungo il fiume.

Il caro benzina ha colpito in Svizzera a 2,38 euro al litro, meglio in Belgio a 1,71 e Germania 1,78…

Carina, senza dubbio, ma sarebbe stato meglio evitare il centro città. Si entra in Belgio dal confine tedesco: a destra si va per il Nurbrugring, a sinistra per Spa. Sono circa 70 km a dividere i due circuiti mitici e i nomi si confondono nella leggenda di Schumacher, specie quando trovi le indicazioni per Bitburg dove tempo fa, una vita fa, si presentò uno sponsor (birra) di Michael. Si arriva nel pomeriggio a Spa, la sorpresa è la fan zone completamente rinnovata, con nuove tribune e servizi.

Statua della Libertà a Colmar…

Dopo lo sfregio dell’anno scorso ai tifosi, mai rimborsati per il mancato GP, un modo per mettere una pezza. Il tracciato è completamente rivisto nella zona Eau Rouge, così come Source e altre curve, con ghiaia qua e là. Ancora più impegnativo di prima, ancora più intrigante. Si firmano i moduli, si va in hotel in Germania a 40 km dal circuito. Spa è nel mezzo di un crocevia in cui Germania, Lussemburgo e Olanda non sono molto distanti, tanto che potrebbe essere davvero un GP d’Europa, per cui andare oltre confine a dormire non è un problema, oltre che conveniente, visto che da 90 euro a notte hotel tre stelle, in zona Spa, Malmedy, Stavelot tanto per citarne alcune, non si scende sotto i 600 euro.

Con in più il vantaggio che arrivando dalla Germania, si evitando le code in ingresso che invece affrontano coloro che arrivano da Liegi sulla 42, l’autostrada che costeggia la zona.

La sala stampa è sempre la stessa, hanno cambiato i TV color con dei nuovi 32 pollici led invece dei vecchi, piccoli, catodici, per una migliore visione, ma di fatto la pista la vedono solo i commentatori TV mentre gli altri sono relegati nell’anfratto senza visione della pista. Il servizio catering per la stampa è gestito dai locali e qui va aperta una menzione speciale per Carlo Vanzini, telecronista di Sky, che con notevole sprezzo del pericolo, mettendo in gioco la sua vita, ha affrontato il primo pasto della giornata con spirito di sacrificio stoico, sopravvivendo al menù, composto da orecchiette (sì, avete letto bene: orecchiette in Belgio!) al tonno, piselli, rucola e cime di rapa condite da salame locale.

Orecchiette tonno piselli cime di rapa e salame…il menù belga grida vendetta

Adesso, tonno e piselli, con orecchiette, è un accostamento al limite della denuncia penale, ma metterci fette di salame per rendere più appetibile il tutto, merita la condanna delle nazioni Unite in riunione plenaria. Ovviamente abbiamo rinunciato e preferito il piatto locale: patatine fritte (in olio con più di 40 mila km) piuttosto che rischiare altro.

Il paddock è sempre molto bello, con le F.1 storiche, le F.3 e F.2 nonché Porsche Cup, per cui lo spettacolo non manca e la folla continua ad arrivare in mezzo alle stradine nel bosco. La viabilità è un grosso problema perché molte stradine secondarie sono state chiuse e gli accessi impediti, per cui anche volendo non c’è modo di aggirare gli ostacoli. Una volta qui convergevano le polizie tedesche, olandesi, lussemburghesi e belghe. Adesso solo quella locale e non è che siano brillanti. Infatti, sull’autostrada 42 che dalla Germania porta a Spa, in una discesa dopo un lungo rettilineo, per tre giorni di fila c’era una vettura della polizia con autovelox a fare i controlli.

La strada…principale di accesso al circuito…

Avendo esperienza di quelli italiani, abbiamo evitate sorprese e anzi trovato il modo di avvisare gli altri automobilisti che seguivano: si chiama solidarietà internazionale del popolo multato. Anche perché il limite è di 100 all’ora portato a 80 in quel tratto rettilineo a tre corsie… Nella zona di accesso alla curva della Source, il breve rettilineo è diventato un toboga di transenne che portano alle bancarelle, dove svettava la Jos Verstappen.com con tutto il merchandising relativo al figlio Max. Con il tutto esaurito e oltre 300 mila presenze previste per i tre giorni, di cui 240 mila olandesi, l’unico che sorrideva al di là del risultato in pista è facilmente individuabile…

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