F.1 GP BAHRAIN Appunti di viaggio di una gara a misura di tifoso

DI PAOLO CICCARONE PER AUTOMOTO.IT

Si ricomincia la stagione e si riparte fra aeroporti, fusi orari e hotel da cercare. Un classico ormai. Per fortuna in Bahrain l’organizzazione serve bene in materia di logistica e facilitazioni per i visti e i trasporti, per cui tutto risulta semplificato. E allora, saliamo sul volo per Manama e la prima sorpresa è che a bordo c’è un esponente della Ferrari con parti dell’alettone, segno che a Maranello hanno lavorato nei giorni fra le prove libere e la gara, ma appena arrivati si scopre che altri hanno fatto arrivare delle casse durante la notte, per cui in F.1 vige il detto che chi si ferma è perduto.

In aeroporto troviamo anche Marco Mattiacci, ex team principal Ferrari, adesso in Aston Martin prodotto, dove sono approdati altri ex ferraristi. Si dice confidente e le prime prove lo hanno dimostrato. Arrivati in hotel dopo il transito a Dubai, dove campeggia un enorme stand di una birra per niente analcolica (in netto contrasto coi dettami locali…), si attraversa la città che negli ultimi anni ha avuto una crescita incredibile, tanto che, dove fino a poco tempo fa c’era una strada, adesso sono due autostrade che si sovrastano e che tagliano per l’isola artificiale sorta dove una volta c’era solo il mare.

Togliere acqua e aggiungere terra, così si sviluppa la nazione che dai 600 mila abitanti della prima edizione del 2004, adesso conta oltre un milione e mezzo di abitanti con un reddito medio di 4 mila euro al mese e un minimo di oltre 2 mila, con un prezzo dei carburanti di 35 centesimi al litro la benzina e 45 centesimi il gasolio. E anzi, parlando di diesel, stupisce che mentre dappertutto si combatte questo motore (sbagliando), da queste parti usano vecchi diesel euro 0, tanto per dirne una.

Gli autisti indiani e pachistani riescono a tirare le marce dei loro Toyota e Nissan fino ai 12 mila giri! Certo, sono molti meno, ma la sensazione che un pistone esca dalla testata e dica all’autista di cambiare marcia, è molto forte. In circuito ci accoglie il nuovo media accreditation, una struttura enorme a fianco dello stabilimento della Bell Caschi con teatro incluso, i pannelli di segnalazione sono tutti luminosi con il logo che cambia e le frecce in movimento. La ruota panoramica al solito fa da sfondo e una tribuna nuova è stata creata all’uscita dell’ultima curva. Segno dell’interesse per questa gara, che offre molto, a prezzi bassi, ai tifosi.

Camera di hotel 4 stelle a 85 euro a notte massimo 90, con trasporto bus in circuito e aeroporto incluso con colazione, pranzo e cena. Certo, ci sono anche hotel mega da 2000 euro a notte, ma la media è più che sufficiente. Infatti sono arrivati dal Brasile e dal Messico, con tanto di valigie personalizzate col logo F.1. Pure la Red Bull ha due pannelli luminosi di questo tipo all’ingresso del suo box e di notte il rosso svetta davvero molto.

La sala stampa è gremita in ogni ordine di posti e il paddock ha delle postazioni dove fanno il kebab, i gelati, i dolci locali e le piadine con la nutella. Insomma, non si muore di fame da queste parti mentre due cantanti e una violinista suonano nel paddock come colonna sonora. Intanto nel tendone del catering riservato alla stampa e ai team di F.2 e F.3 si fa la fila per mangiare il pollo grigliato, il pollo alla brace, i filettini di pollo e le ali con le coscette di pollo. Viene il sospetto che forse abbiano un accordo con qualche polleria locale…

Il menù sul tavolo, in arabo, alla fine non dice nulla se non che una volta finito di mangiare, meglio sgombrare il tavolo per fare posto ad altri anche se di posti ce ne sono tanti. Intanto nel paddock le news riguardano il ritorno di Luca Colajanni in F.1, addetto stampa Pirelli, e la nomina a coordinatore di AciSport di Andrea Cremonesi, ex inviato della Gazzetta Dello Sport, in ambito F.1 per Monza e Imola. Di sicuro gente di grande esperienza e capacità che conosce bene l’ambiente.

Nel frattempo nel box Ferrari arriva anche Piero Ferrari a dare supporto al team, con Fred Vasseur che ha cambiato fisiognomica: il ruolo e le tensioni sono tali da avergli fatto cambiare atteggiamento e i meccanici della rossa, tanto per non smentirsi, lo hanno già soprannominato Eduard, dal film Eduard Mani di Forbice per i tagli che ha fatto nella struttura. Lui ci ha riso sopra, ma di sicuro il nome a quanto pare è meritato…

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