F.1 GP AUSTRIA Carlos Sainz e Ferrari, un quinto di nobiltà, elogio dell’umiltà

DI PAOLO CICCARONE PER AUTOMOTO.IT

ZELTWEG – Carlos Sainz e l’elogio dell’umiltà. Ovvero, quando  ci si mette a disposizione della squadra e si sperimentano cose che, in teoria, potrebbero anche andare male. In Austria il 5 posto a quasi un minuto della sua Ferrari da Verstappen potrebbe sembrare davvero poca cosa. In realtà la corsa di Sainz è stata tutta di gestione nei primi 48 giri, con gomma da curare, assetto da accarezzare senza commettere errori fra un cordolo e l’altro.

UNA GESTIONE DI 48 GIRI DI GARA

Una guida attenta, destinata a raccogliere dati, concretizzare qualcosa che fosse un risultato utile. E infatti, fra lui e Leclerc, ottavo, alla fine ha avuto ragione lui. “Vamos vamos” ovvero andiamo andiamo, è diventato lo slogan della McLaren per sollecitare Norris verso una pole mancata per 48 millesimi. Era lo slogan che Carlos aveva portato in McLaren e che gli inglesi hanno mantenuto anche oggi che lo spagnolo non c’è più. Sainz in Ferrari era arrivato come il predestinato numero 2, quello che doveva fare da scendiletto all’altro predestinato, quello al successo che purtroppo ancora non arriva.

DA PREDESTINATO NUMERO 2 A PUNTO DI RIFERIMENTO

Le prime gare per prendere le misure, poi con sicurezza Sainz ha saputo ritagliarsi uno spazio interno e un poco alla volta cerca di concretizzare qualcosa. Qui stiamo parlando di un 5 posto, non è sto granché a bene vedere. Ma avere in squadra ragazzi solidi, che testa bassa e pedalare (per riciclare uno slogan della vecchia gestione…) ce ne è bisogno. Vero che Sainz è alla Ferrari, ma è anche vero che nel percorso Red Bull a fianco di Verstappen non ha sfigurato. In McLaren, con Norris, nelle ultime gare era nettamente davanti e chissà cosa avrà pensato nel vedere la sua ex macchina lottare per la pole mentre lui deve lottare per i piazzamenti.

ALLA FERRARI, COMUNQUE VADA SEI NELLA STORIA

Seppure dorati, perché quando sei alla Ferrari per male che vada hai la carriera assicurata e un posto nella storia. Comunque vada. In questo momento alla rossa serve gente che sbadili quintali di problemi, che si faccia carico del quotidiano sapendo che oltre non si va. Leclerc ci mette del suo ma a volte si fa prendere da frenesia (vedi botto settimana scorsa o Montecarlo con l’occasione sprecata della vita 2021). E allora, anche se a un minuto, anche se soltanto quinto, un plauso a Carlos Sainz e al suo onesto lavoro di squadra.

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