F.1 FIA E REGOLAMENTO OCCORRE UN CAMBIO TOTALE

DI RODOLFO INTELISANO – foto MAGNI CICCARONE

Regole contorte, bizantinismi a profusione, applicazione delle regole a discrezione, applicazione delle sanzioni ad ulteriore discrezione, incertezza totale. Questo è il regolamento sportivo della Formula Uno.

Oramai qualche anno fa, un grande manager, totalmente digiuno di Formula Uno, dopo averlo letto per la prima volta, disse che il regolamento sembrava scritto da quattro ubriachi al bar. A volte bisognerebbe fare tesoro delle impressioni di chi vede le cose da fuori, perché del tutto privo di condizionamenti, invece temiamo che gli ubriachi al bar siano diventati ben più di quattro e le regole sempre più confuse.

REGOLA NUMERO UNO ESSERE VAGO

Primo punto critico la vaghezza e la stessa difficoltà di applicazione della regola. Mi domando perché debba essere scritto nel regolamento che il pilota in testa non debba tenere più di dieci auto fra se e la Safety Car. Le auto non stanno ferme, bisognerebbe spiegare ai geni che scrivono le regole che si tratta di una situazione dinamica, difficile verificare se in qualche momento, secondo? attimo? questa misura, alquanto vaga, non viene rispettata (quanto devono stare distanti l’una dall’altra dieci auto, quanto sono lunghe? La norma intende dieci auto una incollata all’altra? Non si sa) forse parlare di distanze in metri sarebbe stato più semplice.

MANCA CHIAREZZA DI INTENTI 

Regole scritte così sembrano fatte apposta per determinare l’arbitrio nella loro applicazione, fornendo all’eventuale colpevole tutte le scusanti possibili per una scappatoia, come abbiamo visto a Singapore con Perez. La stessa vaghezza lascia poi ampio margine alla interpretazione, con i risultato che la stessa oggettiva violazione può, a discrezione dei commissari di turno, essere sanzionata o meno.

SANZIONI INCOERENTI

E qui arriviamo al secondo punto critico, perché oltre a regole contorte e vaghe di difficile applicazione c’è il discorso delle sanzioni, anche quelle vaghe e non meglio definite, con il risultato che la stessa violazione può, non solo, essere sanzionata o non essere sanzionata ma, se sanzionata, la sanzione è del tutto incerta e a totale discrezione di chi è chiamato a decidere. Terzo punto critico, il più dolente, conseguenza, ma solo in parte, dei primi due: la incredibile ed inaccettabile lentezza nel prendere le decisioni da parte dei commissari.

F1 SPRINT COMMISSARI NO

Provo ad immaginarmi una finale di champions league che finisce ai rigori, ma il risultato è in sospeso perché forse c’era un gol valido ma il filmato verrà analizzato un paio d’ore dopo la fine della partita per stabilire se il gol era valido o meno, intanto si tirano i rigori e si procede pure alla premiazione. Sarebbe mai possibile? Direi proprio di no, eppure è quello che accade fin troppo spesso in Formula Uno. Formula Uno che pretende credibilità, che reclama essere un grande evento sportivo, ma la credibilità bisogna guadagnarsela, perché al momento con queste storture, dove l’arbitrio regna sovrano, risulta davvero difficile pretenderla.

I PILOTI RISCHIANO E DECISIONI LENTE

C’è poi un ulteriore elemento da tenere ben presente e che concerne ogni sport motoristico: “motorsport is dangerous”: basta con le inaccettabili lungaggini e incertezze nelle decisioni e non deve più essere ammessa a norma di regolamento la possibilità per i commissari di rimandare la decisione a gara conclusa. E’ inaccettabile fare rischiare la vita ai piloti, magari inutilmente, perché una decisione tardiva azzererà, o comunque renderà del tutto vani i loro sforzi. E al di là del rischio, che dire poi degli eventuali danni materiali che un team potrebbe subire ad una macchina che, magari, non avrebbe nemmeno dovuto più essere in corsa o che comunque non sarebbe stata spinta al limite, alla luce della sanzione poi applicata?

MANCA IL RISPETTO DI CHI RISCHIA

 

Ci vorrebbe più rispetto per i piloti che rischiano, per i team, per i meccanici, che si saranno affannati, magari inutilmente, perché qualcuno, da qualche parte, deciderà poi che il loro lavoro è stato del tutto inutile. Semplificazione delle regole: poche norme ma chiare ed eliminazione di tutte le norme inutili, elenco tassativo di tutte le violazioni sanzionabili in pista con la corrispondente, relativa, precisa e determinata sanzione, senza possibilità di applicazione ad arbitrio del giudicante. Un tempo massimo, a mio avviso non più di 5 minuti (un arbitro di calcio ne ha di meno), per la decisione sulla eventuale sanzione. Basta con la paura di sbagliare, meglio una decisione che poi magari si rivelerà sbagliata che una decisione tardiva che è poi quello che accade in qualsiasi altro sport, quante volte VAR o non VAR, si è detto poi che la decisione presa dall’arbitro era palesemente errata?

RIVEDERE LA NORMA DEL PARCO CHIUSO

Mi permetto poi di aggiungere le modifiche principali che vorrei venissero fatte: abolizione del parco chiuso come è ad oggi concepito. L’unico scopo del parco chiuso dovrebbe essere quello di consentire il riposo ai meccanici, perciò entro una certa ora diciamo mezzanotte, le macchine dovrebbero essere portate in parco chiuso e poter essere ritirate unicamente al mattino dopo ad un orario accettabile, per il resto si dovrebbero poter fare tutte le modifiche che si vuole, se piove, quindi consentire di rifare gli assetti in configurazione pioggia perché questa è anche, essenzialmente, una questione di sicurezza!

BASTA REGOLE SULLE GOMME

Via anche tutte le astruse norme sui pneumatici: due mescole e ogni team utilizza quello che ritiene più opportuno, senza obbligo di usarle entrambe e senza obbligo di fermata, del resto lo scopo dovrebbe essere quello di andare più veloci, perché devo usare una mescola che so che mi penalizza? Ogni team potrà autonomamente decidere se privilegiare la durata o la prestazione e questo, si, ritengo animerebbe la competizione. Ricordo che all’ingresso della Pirelli come fornitore unico Ecclestone chiese alla casa di pneumatici di fare gomme che durassero poco per creare più spettacolo in pista, tra chi aveva gomme buone e chi gomme finite. Pirelli accettò (viva lo spettacolo).

GOMME DA CANCELLARE

Però come qualcuno mi ha fatto notare, una pubblicità di un pneumatico dovrebbe puntare su prestazione, affidabilità e durata dello stesso, allora che ritorno pubblicitario c’è per Pirelli se il profano vede gomme che sembrano di pessima qualità, visto che non durano e che sono così delicate da funzionare unicamente ad una certa temperatura al di fuori della quale passano rapidamente da pneumatici prestazionali a pneumatici scadenti? L’immagine che si è fatta Pirelli in questi oltre dieci anni di fornitura è secondo me, tutt’altro che positiva, non per colpa di Pirelli, so bene come lavorano e come potrebbero fornire pneumatici decisamente migliori, ma per colpa di regole assurde.

TETTO ALLE SPESE MA QUALI?

Non tocchiamo poi l’argomento del budget cap di scottante attualità, una norma a mio parere insensata, perché se la Formula Uno vuole essere la massima espressione della tecnologia applicata in campo automobilistico non puoi limitare l’utilizzo delle risorse finanziarie necessarie, possiamo solo dire che se una autorità fissa delle regole deve mettersi innanzitutto nella condizione di poterne verificare il rispetto, mentre da subito è apparso chiaro, a chiunque fosse dotato di un minimo di senso logico, come ciò fosse estremamente difficile, per non dire impossibile.

QUALI SANZIONI A CHI SFORA?

Si pone poi il solito problema della sanzione applicabile: nel regolamento vengono elencate una serie di possibili sanzioni, ma non c’è una sanzione precisa… ma guarda un po’ che novità! Così sarà possibile far finire tutto a niente o quasi, con sanzioni ridicole rispetto alla gravità della violazione. Insomma urge in cambio di rotta, il pachiderma FIA, deve velocizzarsi e modernizzarsi e soprattutto deve tornare ad essere una autorità forte ed attendibile e non fornire l’immagine di un organismo confuso e debole che sta fornendo oggi. Liberty Media vuole sì uno spettacolo ma uno spettacolo credibile, non per nulla si è parlato di dissapori dietro le quinte fra le due parti. La vicenda del budget cap, comunque finisca, potrebbe essere la goccia che farà traboccare il vaso? A questo punto, vista la situazione FIA, non resta che augurarselo.

Rodolfo Intelisano

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