F.1 E’ una Ferrari che può ambire al mondiale. Ecco perché

DI PAOLO CICCARONE

A dispetto di tutto, della cabala, della tradizione che voleva la Ferrari soccombere sempre al cambio di un regolamento tecnico e alla voglia di chi voleva esonerare il gruppo di lavoro facente capo a Mattia Binotto, in quella tradizione tutta italica di cambiare l’allenatore per cambiare il risultato. Come se la F.1 fosse il calcio dove un modulo diverso può ribaltare la situazione. Nel mondo dei motori non ci si inventa nulla, si lavora nell’ombra per vedere i frutti di questo lavoro soltanto mesi, se non anni, dopo. In Bahrain la Ferrari ha colto una clamorosa doppietta con il vincitore Charles Leclerc davanti allo spagnolo Carlos Sainz. In Arabia Saudita un altro doppio podio e vittoria sfumata a tre giri dalla fine. Poi guardi la classifica generale e trovi in testa i due piloti della Ferrari mentre la rossa domina la classifica costruttori. Siamo solo al secondo round del mondiale, non serve essere già certi della vittoria, ma basta vedere l’inversione di rotta, evidente, per capire che la Ferrari può ambire al mondiale.

Un risultato insperato alla vigilia, ma frutto proprio di quel lavoro partito da lontano e sul quale gravavano i dubbi. Voci, spifferi, malcontenti, gente che andava, gente che veniva. E ognuno aveva la sua versione dei fatti. Poi la pista, la pole al sabato con Leclerc in Bahrain, a Jeddah sfumata per 25 millesimi, quindi una F1-75 veloce in qualifica ma anche in gara. Ma quanto vale questa Ferrari oggi dopo quanto visto in avvio di mondiale? Molto e le ragioni sono molteplici. Il punto di forza sembra essere il motore, un propulsore più leggero di 8 kg rispetto al passato e con un sistema di alimentazione avveniristico, tanto che i rivali non si sono cimentati nell’impresa perché ritenuta rischiosa e poco producente. La Ferrari, non avendo niente da perdere dopo gli ultimi anni di magre figure, ha rischiato.

E ha avuto ragione. Il futuro, coi motori congelati per 4 anni come da regolamento, gioca a loro favore e nel paddock i mugugni e musi lunghi fanno capire che il fronte delle interpretazioni legali è pronto ad aprirsi. Non appena avranno capito come funziona, ovviamente. E quindi il vantaggio della rossa rimane. C’è poi l’aspetto umano. Leclerc e Sainz si completano bene e infatti per lo spagnolo è pronto il rinnovo del contratto di due anni. Si sta solo decidendo lo stipendio e con questo la stabilità prosegue sulla strada delle conferme, tecniche e umane.

Il monegasco è maturato dopo questi anni di sconfitte, usa di più la testa, come si è visto nel duello con Verstappen, gestito con intelligenza e astuzia, e porta a casa il risultato, permettendosi anche di scherzare col proprio box all’ultimo giro: “Ragazzi ho un problema di motore, che faccio?” in Bahrain o a fare i complimenti a Verstappen a Jeddah.  “E’ una Ferrari grande, sorprendente e sono felice di questo risultato e da quello che vedo potrebbe aprire un’era vincente per la rossadice Stefano Domenicali, CEO di Liberty Media, il gestore commerciale del campionato, ed ex Ferrarimi auguro che a Imola si prosegua così e che la gente emiliana possa godersi una rossa al vertice con entusiasmo“. Ma l’onore delle armi arriva da Toto Wolff, a capo della ex corazzata Mercedes, terza con Hamilton in maniera fortunosa: “La Ferrari merita i nostri complimenti e gli applausi per quello che hanno fatto, sono stati i migliori, hanno lavorato bene e meritato questo successo. Cercheremo di recuperare il divario ma credo davvero che siano loro i favoriti”.

“Incredible Ferrari, great job” dice Chris Horner, responsabile della Red Bull “Hanno lavorato bene e sono una sorpresa, non siamo molto distanti da loro ma dobbiamo impegnarci per recuperare il divario”. Eh sì, perché l’impressione che Leclerc non abbia nemmeno tirato al massimo è evidente nel duello con  Verstappen e questo fa capire che c’è ancora margine per fare meglio. E dopo il trionfo questa è poesia per le orecchie dei tifosi e di quel Mattia Binotto che per due anni è stato sui carboni ardenti sperando che la sua scommessa fosse vincente.

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