F.1 copia e incolla, dalla Racing Point-Mercedes la scossa all’ambiente?

DI PAOLO CICCARONE PER AUTOMOTO.IT

E’ di recente la scomparsa dell’inventore del copia e incolla, la funzione che ha facilitato la vita di tantissimi che usano il computer per scrivere o preparare lavori in cui tabelle e testi sono fondamentali, senza doverli riscrivere di sana pianta. In F.1 l’ultimo caso di copia e incolla è quello della Racing Point che avrebbe mutuato totalmente la Mercedes del 2019. Con lo stesso motore, cambio, accessori e retrotreno, a questo punto di originale da inserire sulla Racing Point c’era forse ben poco, per cui la somiglianza della vettura 2020 del team diretto da Stroll con la macchina campione del mondo 2019 non deve stupire.

UN COSTRUTTORE DEVE AVERE PROPRIETA’ INTELLETTUALE

Quello che è alla base delle discussioni è il principio della proprietà intellettuale. Ovvero, un team per essere considerato costruttore, deve progettare in proprio la vettura. Chiaro che se si prende di sana pianta l’auto rivale (o di riferimento) e la si copia, viene meno questo principio che è alla base per accedere ai punti e alla divisione dei soldi. Alla Racing Point si sono difesi dicendo che si sono ispirati a Mercedes e hanno portato altri due esempi: la Haas che sembra una Ferrari dell’anno prima (ed era già accaduto un paio di anni fa) e la Red Bull con la Alpha Tauri.

AUTO CLIENTI, PER HORNER NON E’ NEGATIVA LA COSA

“Non è una cosa negativa vedere auto simili” dice Chris Horner della Red Bull. Infatti, il discorso delle cosi dette customer car, ovvero le auto clienti, è al centro delle discussioni da qualche anno in F.1. E questo per due motivi: le auto clienti, derivate da quelle mondiali dell’anno prima, costerebbero meno a un team privato, che invece deve farsi carico dei costi di progettazione e costruzione di una vettura (spesso poco competitiva). Avere auto clienti competitive, garantisce una lotta più serrata e una battaglia migliore, per cui se ne avvantaggia lo stesso campionato. Inoltre, un top team potrebbe ricavare dei soldi vendendo auto dell’anno prima e potrebbe ammortizzare il budget speso per ogni stagione.

WILLIAMS CONTRARIA A NOME DEI PICCOLI TEAM

Questi i punti a favore. Contrario, e da sempre, la Williams che oppone alcune verità: la prima è che se una Mercedes è competitiva e occupa i primi due posti, avere quattro Mercedes in pista (due vere e due fotocopie) lascerebbe lo spazio per la lotta a partire dal quinto posto in giù. Se poi ci si mettono gli altri team competitivi, ad esempio Ferrari, oltre alle due Mercedes vere e le due copie, e le due Ferrari e le due copie, si arriva a occupare le prime otto posizioni. E quindi un team indipendente, con auto costruite in proprio, avrebbe meno spazi a disposizione, a tutto scapito della competitività e alla sopravvivenza del team.

IL FALLIMENTO DEL BUDGET CUP CON TRE TEAM NUOVI

Ma è anche vero che negli ultimi anni sono solo 10 le squadre al via, dopo l’esperimento del budget cup per i tre nuovi team (HRT, Catheram e Marussia) tutti spariti nel giro di poche stagioni e con evidenti problemi di competitività. Ovvero, erano fuori dai top 10 e non hanno beccato un soldo di premi, divisi solo per i primi 10 classificati. I tempi d’oro delle F.1 che disputavano le prequalifiche al venerdì mattina, con 36 monoposto, sono finiti. Anche perché era l’epoca dei garagisti, come li chiamava Enzo Ferrari.

F.1 ANNI 70 ERA IL BOOM DEL COPIA E INCOLLA MOTORE E CAMBIO

Ed erano monoposto copia e incolla per la maggior parte. Ovvero, motore Ford Cosworth V8, cambio Hewland, sospensioni  e freni standard, radiatori in alluminio …derivati dalla VW Golf (di solito o li compravano come autoricambi o li…ottenevano per vie traverse emh emh…). Freni Girling per tutti e la differenza la faceva il telaista che si inventava qualcosa a livello aerodinamico. Altri tempi, vero, ma rivedere uno schieramento con più delle 20 vetture attuali, avere junior team ufficiali (e di fatto ci sono già…) potrebbe aprire le porte a giovani piloti, nuove squadre che potrebbero gestire monoposto vincenti senza dover spendere soldi in fabbriche, attrezzature e cauzioni alla federazione. Nell’epoca del copia e incolla, la Racing Point potrebbe aprire la strada a qualcosa di diverso dopo anni che se ne parla.

Condividi su: